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Il caso Elisa Lam: la misteriosa scomparsa dall’Hotel Cecil Keyword

Il caso Elisa Lam: la misteriosa scomparsa dall’Hotel Cecil Keyword

Elisa Lam - la misteriosa scomparsa dall’Hotel Cecil Keyword
  • Sara Elia
  • 11 Ottobre 2025
  • Criminologia
  • 5 minuti

Il caso Elisa Lam: la misteriosa scomparsa dall’Hotel Cecil Keyword

Il caso di Elisa Lam è uno tra i più enigmatici della cronaca contemporanea. La giovane studentessa canadese di origini asiatiche scomparve misteriosamente nel 2013 durante un soggiorno a Los Angeles, e il suo corpo fu ritrovato giorni dopo nel serbatoio d’acqua dell’Hotel Cecil, un luogo già noto per la sua storia oscura e legata a crimini efferati.

La dinamica della vicenda, le immagini delle telecamere di sorveglianza che la mostrano in comportamenti enigmatici e la mancanza di una spiegazione definitiva hanno reso il caso Elisa Lam un vero e proprio enigma mondiale, alimentando teorie psicologiche, paranormali e complottiste.
Ma oltre il mistero, la storia di Elisa Lam è anche una riflessione profonda su temi come la salute mentale, l’isolamento sociale e i pericoli dell’incomprensione in un’epoca di iperconnessione.

Nei prossimi paragrafi analizzeremo i fatti reali, le indagini ufficiali e le ipotesi più accreditate sul caso, cercando di distinguere la realtà dalle suggestioni che ancora oggi circondano una delle morti più enigmatiche del XXI secolo.

Indice
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Chi è Elisa Lam

Elisa Lam nasce il 30 aprile 1991 a Vancouver, in Canada, in un contesto familiare tradizionale da genitori originari di Hong Kong.
Fin da piccola manifesta un forte interesse per la scrittura e la fotografia, un carattere piuttosto introspettivo e i primi segnali di una salute mentale fragile. La sua intelligenza e sensibilità, infatti, si accompagnano a un profondo senso di inadeguatezza.
 
Dopo il diploma, frequenta l’Università della British Columbia e nel 2010 apre un blog su Blogspot dal nome “Ether Fields” dove parla di moda ma allo stesso tempo della propria battaglia contro la depressione e il disturbo bipolare.
Dalle sue parole emergono profonde riflessioni sulla vita e sulla felicità, un senso di smarrimento costante e un basso controllo sulle emozioni. Successivamente Elisa sposta i suoi contenuti su una nuova 
piattaforma online, Tumblr.
 
In questo periodo inizia inoltre a soffrire di allucinazioni che la costringono a lunghi periodi di isolamento e ricoveri occasionali, pur non mostrando mai tendenze suicide. Per curarsi assume psicofarmaci, ma le dosi risultano spesso insufficienti o interrotte, condizione che contribuisce a episodi psicotici durante i periodi di particolare stress.
 
Nonostante le difficoltà, Elisa cerca di vivere esperienze normali: viaggia, scatta fotografie e interagisce sui social. Tuttavia, la lotta con la malattia mentale resta centrale, definendo gran parte della sua vita quotidiana e dei suoi rapporti con gli altri. 

La scomparsa e il celebre video nell’ascensore

Nel gennaio del 2013, Elisa Lam decide di fare una vacanza in California.
Una volta arrivata a Los Angeles il 26 gennaio, alloggia in una stanza condivisa al quinto piano del Cecil Hotel. Le coinquiline si lamentano di comportamenti strani: lascia biglietti con messaggi come “vai a casa” o chiede una parola d’ordine per entrare nella stanza. Per questi motivi, dopo due giorni viene trasferita in una camera singola. 
 
Durante il suo viaggio Elisa partecipa a normali attività turistiche, ma alcuni episodi rivelano le sue difficoltà nell’interazioni con gli altri: al cinema, ad esempio, la sicurezza la accompagna fuori per disturbo.
 
Il 31 gennaio Elisa dovrebbe arrivare a Santa Cruz, come da programma. Ciò non avverrà mai.
I suoi genitori, fin da subito preoccupati, avvisano la polizia. Le ricerche iniziano immediatamente e si focalizzano nell’Hotel Cecil, dove vengono perquisite la sua ed altre stanze, i corridoi, il tetto e persino i sotterranei dello stabile. 
 
Il 13 febbraio viene inoltre diffuso il celebre video dell’ascensore, che diventa subito virale. Nel filmato, si vede Elisa entrare ed uscire dall’ascensore, nascondersi negli angoli, gesticolare in modo inquietante e, all’apparenza, rispondere a presenze invisibili.
Il video provoca speculazioni di ogni tipo: un incontro paranormale, l’effetto dell’abuso di sostanze stupefacenti o, la spiegazione più coerente, un episodio psicotico dovuto al disturbo bipolare.

Il ritrovamento del corpo di Elisa Clam e le indagini

Il 19 febbraio 2013, dopo tre settimane di ricerche infruttuose, il Cecil Hotel diventa teatro della svolta drammatica.
Alcuni ospiti iniziano a lamentare che l’acqua scende con poca pressione, ha un colore scuro e un sapore insolito. Per questo motivo l’addetto alla manutenzione, Santiago Lopez, si reca sul tetto per ispezionare i quattro grandi serbatoi che alimentano l’albergo. Quando apre uno dei coperchi, fa la macabra scoperta: il corpo di Elisa Lam galleggia nudo, in avanzato stato di decomposizione, con abiti ed oggetti personali immersi accanto a lei.
 
Il ritrovamento solleva subito domande sulle modalità con cui Elisa possa essere arrivata fino a lì.
Accedere al tetto sembra impossibile: le porte sono blindate e dotate di allarmi, i serbatoi sono alti più di due metri e per raggiungerli è necessario arrampicarsi e sollevare un pesante coperchio metallico. 
La polizia, inizialmente, non esclude l’ipotesi di omicidio. Con l’autopsia però emergono dettagli decisivi: non ci sono segni di violenza, di lotta o di abusi, né tracce di droghe nel sangue, ad eccezione dei farmaci prescritti, assunti in quantità minori a quelle indicate dai medici.
 
Gli investigatori ipotizzano quindi che Elisa, in uno stato di confusione mentale legato alla malattia e all’assenza della terapia corretta, sia salita sul tetto tramite la scala antincendio, abbia aperto uno dei serbatoi e vi sia entrata volontariamente, senza riuscire più a uscirne.

Le speculazioni online

Come abbiamo visto poco fa, il caso di Elisa Lam è diventato in poco tempo virale a causa del video dell’ascensore, ancora ad oggi al centro di innumerevoli speculazioni presenti online.
 
Il filmato, infatti, è stato analizzato fotogramma per fotogramma da milioni di utenti, alimentando teorie di ogni tipo. Alcuni hanno interpretato i gesti frenetici di Elisa come un dialogo con una presenza invisibile, spingendo su ipotesi paranormali e demoniache. Altri, invece, hanno tradotto il suo atteggiamento come il tentativo disperato di fuggire a un inseguitore, che però non compare mai nell’inquadratura.
 
Oltre al video, anche il ritrovamento del corpo in pesanti serbatoi d’acqua ha suscitato incredulità.
In molti si sono chiesti come una ragazza così minuta abbia potuto sollevare un coperchio di metallo ed introdursi in una cisterna alta più di due metri. Infine, ulteriore elemento che ha alimentato il mistero, il blog Tumblr di Elisa ha continuato a pubblicare post-mortem, per via di contenuti programmati in anticipo, da alcuni interpretati come messaggi dall’aldilà.
In questo senso, in rete sono circolate e circolano ancora oggi ipotesi di un omicidio insabbiato dall’hotel o di rituali occulti legati al passato oscuro del Cecil Hotel. 
 
Come abbiamo visto insieme, la storia di Elisa, amplificata dal web e dalla cultura pop, insegna che dietro ogni leggenda urbana c’è sempre una realtà spesso dolorosa e dimenticata.
 
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