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Sunburn Challenge (abbronzatura da ustione): allarme per la nuova sfida social

Sunburn Challenge (abbronzatura da ustione): allarme per la nuova sfida social

Sunburn Challenge (abbronzatura da ustione) - allarme per la nuova sfida social
  • Gianluca Di Muro
  • 14 Agosto 2025
  • Diritto informatico
  • 5 minuti

Sunburn Challange, allarme per l'abbronzatura da ustione

Cos’è la Sunburn Challenge?

Sta spopolando sui social un nuovo trend, pericoloso e discutibile, chiamato Sunburn Challenge.
Ragazzi e ragazze decidono di esporsi volontariamente al sole senza utilizzare protezione solare, per ottenere scottature visibili che vengono poi condivise come una sorta di trofeo sulle piattaforme digitali.

L’hashtag #sunburnttanlines ha superato 200 milioni di visualizzazioni, specialmente sul social network TikTok, alimentando un fenomeno che preoccupa profondamente medici, dermatologi ed esperti di salute pubblica.

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Sunburn challenge: perché questa tendenza è pericolosa?

Scottarsi intenzionalmente non è mai solo una questione estetica.
Secondo il professor Antonio Costanzo – responsabile della Dermatologia presso Humanitas di Milano – l’abbronzatura altro non è che una risposta protettiva al danno cellulare causato dai raggi UV. Quando si arriva a scottarsi, si infligge un danno profondo al DNA delle cellule cutanee, aumentando il rischio di sviluppare tumori della pelle come il melanoma, una forma di cancro particolarmente aggressiva capace di metastatizzare velocemente.

Il Codacons è stato tra i primi in Italia a denunciare il fenomeno preoccupante dei giovani che espongono con orgoglio le scottature solari sui social, mettendo a rischio la loro salute per ottenere visibilità e consenso virtuale partecipando alla Sunburn Challenge.

L’associazione dei consumatori ha segnalato al Ministero della Salute che questa tendenza rappresenta una vera emergenza di salute pubblica.
Secondo il Codacons, la questione non può essere lasciata solo al controllo delle piattaforme social, dato che molti giovani, spesso vulnerabili, cedono alla pressione del consenso virtuale. È necessaria un’azione coordinata per arginare la diffusione di questi contenuti e per promuovere l’educazione a un uso consapevole e responsabile dei social media.

Che cosa si nasconde dietro le apparenze dell’abbronzatura da ustione?

La Sunburn Challenge non è solo una scottatura, un’abbronzatura selvaggia o un’abbronzatura da ustione: è un segnale.

Scottarsi non è mai una scelta priva di conseguenze. Ogni anno, i dermatologi avvertono che un’eccessiva esposizione al sole aumenta significativamente il rischio di tumori della pelle, come il melanoma. Ma non è solo la pelle a soffrire.

Il vero messaggio che dovrebbe preoccuparci è: “Se mi faccio male, se mi metto in mostra, allora valgo di più. Allora gli altri mi vedono”.
Questo trend del Sunburn Challenge non parla solo di sole o di abbronzatura estrema. Parla di visibilità, approvazione sociale e fragilità emotiva.

Oggi il corpo è diventato un palcoscenico su cui esibire ogni bruciatura o rossore come fossero trofei.
La Sunburn Challenge, che spinge molte persone a esporsi al sole in modo irresponsabile senza protezione solare, è solo l’ennesima dimostrazione di un’epoca che ha trasformato il dolore in contenuto condivisibile.
Scottature, ustioni e sofferenza fisica diventano improvvisamente accettabili, persino ammirate, se pubblicate online.

La Sunburn Challenge è il simbolo di una cultura che normalizza il dolore e lo rende virale. Il problema non è solo dermatologico, ma anche psicologico e sociale.
Quando un adolescente decide di danneggiare volontariamente il proprio corpo per ottenere attenzione e condivisioni sui social, non si tratta di libertà: è una richiesta d’aiuto mascherata da sfida o trend.

Questo riflette il fallimento di una società che ha insegnato a mostrarsi, ma non a sentirsi. Che ha educato al like, ma non alla cura. Che ha reso il dolore uno strumento di appartenenza.

Il ruolo della pressione sociale e dei social network

Uno degli aspetti più inquietanti di questo trend è la pressione sociale che lo alimenta.
I meccanismi di emulazione e viralità incentivano i giovani a replicare comportamenti rischiosi per ottenere “like” e approvazione da parte dei coetanei. È un circolo vizioso che lega fragilità emotiva, necessità di appartenenza e visibilità online.

Come avvertono psicologi ed esperti, dietro a una sfida come la Sunburn Challenge si cela spesso un tentativo disperato di mettersi in evidenza o colmare un senso di inadeguatezza personale.
La “paura di perdersi qualcosa” (FOMO, Fear of Missing Out) porta molti ragazzi a restare sempre connessi per evitare di sentirsi esclusi dai social network. Questo fenomeno alimenta una dipendenza dai social media e crescente solitudine digitale.

Scottature e social media: l’allarme del Codacons

In Italia, il Codacons ha lanciato l’allarme al Ministero della Salute per denunciare questa pericolosa tendenza tra i giovani (Sunburn Challenge): pubblicare sui social media foto delle proprie scottature solari evidenti.

Questo comportamento, alimentato dal desiderio di visibilità e approvazione online, rappresenta un serio rischio per la salute della pelle.
Il Codacons considera questa moda una vera emergenza sanitaria e sollecita interventi per bloccare la diffusione di questi contenuti sui social, promuovendo al contempo un uso più responsabile delle piattaforme digitali.

Il Ministero della Salute sta valutando di coinvolgere l’Agcom per determinare eventuali azioni regolatorie e, se necessario, potrebbe ricorrere alla Polizia Postale o al Nas per contrastare contenuti che rappresentano rischi per la salute dei minori o che configurano reati.
Si ipotizza inoltre di avviare un dialogo diretto con le principali piattaforme social per chiedere interventi concreti contro la circolazione di contenuti pericolosi legati alle scottature solari. L’obiettivo è fermare questa sfida social, la Sunburn Challenge, prima che diventi ancora più diffusa e dannosa.

Quando interrompere l’esposizione al sole

Quali segnali indicano che è arrivato il momento di interrompere l’esposizione solare e quando è necessario recarsi al pronto soccorso in casco di abbronzatura selvaggia?

Il rischio maggiore riguarda coloro con pelle molto chiara: i soggetti con capelli rossi (fototipo 1) o biondi e occhi azzurri (fototipo 2). Anche la familiarità per il melanoma è un fattore determinante, poiché esistono mutazioni genetiche che predispongono a questo tipo di tumore, trasmissibili di padre in figlio. L’esposizione al sole, infatti, rappresenta il principale innesco di questi rischi.

È fondamentale prestare attenzione ai sintomi: bruciore intenso, prurito marcato e il distacco degli strati superficiali della pelle sono segnali di allarme che richiedono un’immediata valutazione al pronto soccorso.
La prevenzione e una corretta esposizione al sole rimangono le migliori armi per proteggere la pelle e la salute.

Un appello alla responsabilità: dalla Blue Whale alla Sunburn challenge

Il fenomeno della Sunburn Challenge è solo l’ultimo esempio di come i social network, se usati senza consapevolezza, possano promuovere comportamenti estremi e dannosi.

La Sunburn Challenge è solo l’ultima di una lunga serie di mode pericolose diffuse online, come la “Blue Whale“, le sfide con le capsule di detersivo, il “Choking Game” e la “Skull Breaker Challenge“. Queste tendenze virali, accomunate dall’idea di guadagnare visibilità sui social, spesso portano a conseguenze gravi e irreversibili, dimostrando ancora una volta quanto le challenge online possano trasformarsi in veri e propri rischi per la salute e la sicurezza.

È fondamentale che genitori, insegnanti e adulti in generale rimangano vigili. Bisogna educare i più giovani non solo ai rischi per la salute, ma anche all’importanza di costruire una propria identità che non dipenda dai numeri sui social network.

Ricordiamo tutti che il dolore non deve mai essere visto come un trofeo. La tutela della salute fisica ed emotiva è un valore che va al di là di qualsiasi fenomeno virale online.

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CEO & Founder, docente e autore UniD Srl. Dottore in Giurisprudenza e specializzato nel diritto informatico. Si occupa della pubblicazione di notizie giuridiche di interesse attuale.
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