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Barbie e Ken serial killer: gli sposi assassini Bernardo e Homolka

Barbie e Ken serial killer: gli sposi assassini Bernardo e Homolka

gli sposi assassini Bernardo e Homolka
  • Sara Elia
  • 26 Maggio 2025
  • Criminologia
  • 7 minuti

Bernardo e Homolka, i Barbie e Ken del crimine: amore e orrore

Barbie e Ken sono una coppia di giovani sposi assassini, passati tristemente alla storia per aver ucciso rapito, stuprato ed ucciso adolescenti con una caratteristica in comune: la verginità.
All’apparenza erano la coppia perfetta: belli, giovani, affiatati. Proprio come le iconiche bambole Barbie e Ken, soprannome con cui i media ribattezzarono Paul Bernardo e Karla Homolka. Ma dietro quella facciata da sogno si nascondeva un incubo: i due si sono trasformati in una delle coppie criminali più inquietanti della storia contemporanea.

Nel corso dei primi anni ’90, Bernardo e Homolka rapirono, stuprarono e uccisero alcune giovani adolescenti, accumunate da un tragico dettaglio: erano tutte vergini. Una sequenza di crimini efferati, perpetrati con freddezza e crudeltà, che sconvolse il Canada e il mondo intero. Il caso colpì per l’apparente normalità della coppia, per la complicità quasi cinematografica tra i due e per il lato disturbante del loro legame tossico e perverso.

In questo articolo ripercorreremo la storia criminale degli sposi assassini Barbie e Ken, analizzando nel dettaglio non solo i fatti, ma anche gli aspetti psicologici e relazionali che hanno portato Bernardo e Homolka a diventare spietati serial killer.

Indice
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Chi sono Barbie e Ken serial killer

Karla Homolka e Paul Bernaldo sono una coppia apparentemente perfetta e dall’aspetto bellissimo. I due si sono incontrati quando la donna aveva 17 anni e non si sono più lasciati.
Karla è una ragazza bionda con i capelli lunghi, ama il canto, il ballo e gli animali e possiede un QI più alto rispetto alla media. Anche Paul è molto intelligente e ha un ottimo lavoro in banca.
 
Ma la realtà che si cela dietro è ben diversa e nasconde oscuri segreti a partire dalle loro famiglie d’origine.
Il padre di Paul è dedito all’alcol mentre i numerosi tradimenti della mamma sono di dominio pubblico. Il ragazzo, infatti, è figlio dell’ex fidanzato di Marylin.
Paul aveva scoperto da piccolo che quello che pensava fosse il suo reale padre in realtà non era che il patrigno. L’uomo, inoltre, era stato denunciato per molestie nei confronti della figlia più piccola, nonché per una perversa inclinazione: spiare e molestare ragazzine. 
Paul rimane molto turbato da questa scoperta e reagisce cercando di imitarlo in tutto. Per questo matura un atteggiamento estremamente violento sia tra le lenzuola che al fuori.
 
La sua prima relazione stabile è quella con Karla che, per via dei suoi traumi, permette a Paul di trattarla male e picchiarla acconsentendo a tutte le sue fantasie pur di non perderlo.

Paul Bernardo (Ken): una facciata di perfezione, un’infanzia disturbata

Paul Kenneth Bernardo nacque il 27 agosto 1964 a Scarborough, un sobborgo di Toronto, in una famiglia che, almeno all’apparenza, era benestante e rispettabile. Tuttavia, dietro l’immagine pubblica si nascondevano abusi e dinamiche familiari tossiche.

Il padre, Kenneth Bernardo, era un uomo con gravi disturbi comportamentali, coinvolto in casi di abusi sessuali su minori, compresa la figlia adottiva. Fu arrestato per pedofilia e possesso di materiale pornografico.
La madre, Marilyn Bernardo, era emotivamente instabile e visse gli ultimi anni della sua vita isolata in cantina, mentre il figlio cresceva nella disfunzionalità più totale.

Paul scoprì in adolescenza che Kenneth non era il suo vero padre biologico – una rivelazione che contribuì al suo distacco emotivo e all’odio verso la madre, che definiva in modo sprezzante “disgustosa” e “inadeguata“. Nonostante ciò, all’esterno Paul si mostrava come un ragazzo affascinante, educato e di successo: una maschera di normalità che nascondeva un carattere manipolatore e sadico.

Karla Homolka (Barbie): una famiglia ordinaria, ma segnata da compiacenza

Karla Leanne Homolka nacque il 4 maggio 1970 a Port Credit, Ontario, in una famiglia della classe media canadese. Il padre, Karel Homolka, era un immigrato ceco, mentre la madre, Dorothy, era canadese. Karla era la maggiore di tre sorelle e crebbe in un ambiente che, a differenza di quello di Paul, non mostrava elementi apertamente disfunzionali.

La famiglia Homolka era descritta come normale, affettuosa e piuttosto permissiva. Karla si distinse fin da piccola per il suo carattere dominante e la sua inclinazione al controllo. Amava gli animali, era una studentessa brillante e sembrava avere un futuro promettente.

Tuttavia, la sua personalità narcisistica e compiacente si rivelò cruciale nel rapporto con Paul Bernardo.
Nonostante fosse a conoscenza dei crimini del compagno, arrivò a parteciparvi attivamente, compreso l’abuso e la morte della sorella minore Tammy, evento che segnò uno dei momenti più scioccanti del loro percorso criminale.

Gli omicidi di Barbie e Ken

Paul colpevolizza da sempre Karla per aver avuto rapporti sessuali prima di lui.
Il 23 dicembre del 1990 ha un’idea: vuole costringerla a farsi perdonare per la mancata verginità concedendogli la sorellina quattordicenne.
 
La donna acconsente. Quella stessa notte la coppia si reca nella casa dove vive Tammy e, dopo avergli somministrato un pesante sonnifero, porta avanti lo stupro. Qualcosa, però, non procede secondo i piani.
La ragazza infatti inizia a vomitare da svenuta e soffoca con il suo stesso vomito. Dopo averla lavata e rivestita, la rimettono a letto e chiamano i soccorsi che dichiareranno Tammy deceduta per morte accidentale senza effettuare nessuna autopsia.
 
Questo è, purtroppo, solo il primo omicidio della coppia criminale Barbie e Ken.
Dopo questo avvenimento, infatti, Paul inizia ad uscire di notte per andare a stuprare giovani adolescenti. Nonostante le innumerevoli segnalazioni a suo carico, l’uomo riesce sempre a non essere sospettato grazie alle sue doti comunicative e di manipolazione.
 
Il 14 giugno 1991 Paul rapisce Leslie Mahaffy e la porta a casa dove Karla, gelosa, sfoga la sua rabbia picchiandola selvaggiamente mentre Paul riprende tutto con la telecamera.
Dopodiché viene uccisa ed abbandonata in un lago non poco distante. Lo stesso destino accade alla sedicenne di Kristen French, uccisa e gettata in un fosso dopo vari abusi.

Il modus operandi e la cattura

Durante tutti i rapimenti, seguiti da abusi, stupri ed infine omicidi, il modus operandi di Barbie e Ken è sempre il medesimo. I due infatti:
  • mettono una benda stretta sugli occhi della vittima affinché non possa vederli;
  • creano situazioni amichevoli intervallate da ore di estrema violenza e abusi;
  • non rinchiudono mai le vittime in cantine o luoghi bui.
Durante l’intero periodo di relazione, Karla viene costantemente picchiata da Paul. A seguito delle ennesime botte ricevute, la donna deve recarsi in ospedale per via di varie ossa rotte.
In quest’occasione, per la prima volta, i genitori della ragazza si rendono conto della situazione che sta vivendo la figlia e la convincono a sporgere denuncia.
 
In quella circostanza, confessa anche tutti gli omicidi ponendosi sempre in una condizione di vittima nonostante anche lei avesse partecipato attivamente alle violenze. 
Paul Bernardo viene arrestato il 17 Febbraio 1993 con l’accusa di aver ucciso Leslie e Kristen e per altre 53 aggressioni a partire dal 1983.
 
La giustizia sul caso di “Barbie e Ken” si è conclusa con l’individuazione dell’unico colpevole in Paul Bernardo, condannato all’ergastolo nel carcere di massima sicurezza di Kingston, mentre Karla Homolka ha scontato dodici anni da “complice suo malgrado” ed è oggi in libertà sposata e con tre figli.

Dentro la mente della coppia criminale

Come abbiamo visto nella descrizione della biografia sia di Paul che di Karla, entrambi avevano subito dei forti traumi.
In particolare, Karla pare seguire l’esempio della madre che, pur di mantenere in vita la sua relazione, finge di accettare l’impostazione poliamorosa del rapporto senza esserne mai realmente convinta.
Allo stesso modo, Karla supera ogni limite pur di non perdere Paul, mostrando una forte dipendenza emotiva e paura dell’abbandono.
 
Dall’altra parte, Paul mostra molte caratteristiche ascrivibili al narcisista patologico. L’unico modo di relazionarsi con il sesso femminile che conosce è quella della violenza e sopraffazione, cosa che ha imparato dalla sua famiglia unita da un matrimonio vissuto tra violenze, alcolismo e condanne.
 
La relazione che la coppia Barbie e Ken instaura è quindi di tipo sadomasochistico, con l’uomo sadico e la donna-sottomessa. Un rapporto asimmetrico e violento che rientra nella logica del binomio manipolatore-vittima.
All’interno della loro relazione, infatti, Paul poteva seguire le proprie perversioni sessuali e il suo dominio di potere grazie all’atteggiamento compiacente della ragazza. 
Karla, invece, poteva veder concretizzarsi il suo sogno di creare una famiglia. Ma a che prezzo?
La sua vita era infatti composta da obbedienza cieca ad un uomo che l’aveva condotta all’abbandono degli studi e all’isolamento sociale.

Paul Bernardo esercitava un forte controllo su Karla: era un uomo carismatico, violento, con tratti da narcisista maligno e predatore sessuale. In molte dinamiche di coppia, Paul aveva un atteggiamento dominante e manipolatorio. Alcuni esperti parlano di una relazione coercitiva e diseguale, in cui Karla sarebbe stata soggetta a pressione psicologica, paura e dipendenza affettiva.
Tuttavia, la narrazione di Karla come semplice “vittima” si è rivelata in parte strumentale e funzionale alla sua strategia difensiva.
Durante il processo, infatti, riuscì a ottenere una pena ridotta a 12 anni in cambio di una collaborazione con la giustizia (plea bargain), definendosi “manipolata” da Bernardo. Solo successivamente emersero i video originali dei crimini, che mostravano una Karla attiva, partecipe, persino entusiasta delle violenze perpetrate.
 
Karla Homolka è stata forse vittima in senso relazionale, in quanto coinvolta in una relazione abusiva, ma non lo è stata nei crimini. Anzi, è stata attivamente coinvolta, dimostrando lucidità, freddezza e capacità di inganno. In altre parole, Karla non fu una vittima passiva, ma una carnefice consenziente, capace di pianificare, collaborare e poi manipolare il sistema giudiziario a proprio vantaggio.
 
Oggi, molti ritengono che la sua pena sia stata troppo lieve rispetto all’orrore delle sue azioni. E il fatto che abbia ricostruito una vita dopo il carcere, sposandosi e avendo figli, continua a generare forti controversie.
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