Bernardo e Homolka, i Barbie e Ken del crimine: amore e orrore
Barbie e Ken sono una coppia di giovani sposi assassini, passati tristemente alla storia per aver ucciso rapito, stuprato ed ucciso adolescenti con una caratteristica in comune: la verginità.
All’apparenza erano la coppia perfetta: belli, giovani, affiatati. Proprio come le iconiche bambole Barbie e Ken, soprannome con cui i media ribattezzarono Paul Bernardo e Karla Homolka. Ma dietro quella facciata da sogno si nascondeva un incubo: i due si sono trasformati in una delle coppie criminali più inquietanti della storia contemporanea.
Nel corso dei primi anni ’90, Bernardo e Homolka rapirono, stuprarono e uccisero alcune giovani adolescenti, accumunate da un tragico dettaglio: erano tutte vergini. Una sequenza di crimini efferati, perpetrati con freddezza e crudeltà, che sconvolse il Canada e il mondo intero. Il caso colpì per l’apparente normalità della coppia, per la complicità quasi cinematografica tra i due e per il lato disturbante del loro legame tossico e perverso.
In questo articolo ripercorreremo la storia criminale degli sposi assassini Barbie e Ken, analizzando nel dettaglio non solo i fatti, ma anche gli aspetti psicologici e relazionali che hanno portato Bernardo e Homolka a diventare spietati serial killer.
Chi sono Barbie e Ken serial killer
Karla è una ragazza bionda con i capelli lunghi, ama il canto, il ballo e gli animali e possiede un QI più alto rispetto alla media. Anche Paul è molto intelligente e ha un ottimo lavoro in banca.
Paul Bernardo (Ken): una facciata di perfezione, un’infanzia disturbata
Paul Kenneth Bernardo nacque il 27 agosto 1964 a Scarborough, un sobborgo di Toronto, in una famiglia che, almeno all’apparenza, era benestante e rispettabile. Tuttavia, dietro l’immagine pubblica si nascondevano abusi e dinamiche familiari tossiche.
Il padre, Kenneth Bernardo, era un uomo con gravi disturbi comportamentali, coinvolto in casi di abusi sessuali su minori, compresa la figlia adottiva. Fu arrestato per pedofilia e possesso di materiale pornografico.
La madre, Marilyn Bernardo, era emotivamente instabile e visse gli ultimi anni della sua vita isolata in cantina, mentre il figlio cresceva nella disfunzionalità più totale.
Paul scoprì in adolescenza che Kenneth non era il suo vero padre biologico – una rivelazione che contribuì al suo distacco emotivo e all’odio verso la madre, che definiva in modo sprezzante “disgustosa” e “inadeguata“. Nonostante ciò, all’esterno Paul si mostrava come un ragazzo affascinante, educato e di successo: una maschera di normalità che nascondeva un carattere manipolatore e sadico.
Karla Homolka (Barbie): una famiglia ordinaria, ma segnata da compiacenza
Karla Leanne Homolka nacque il 4 maggio 1970 a Port Credit, Ontario, in una famiglia della classe media canadese. Il padre, Karel Homolka, era un immigrato ceco, mentre la madre, Dorothy, era canadese. Karla era la maggiore di tre sorelle e crebbe in un ambiente che, a differenza di quello di Paul, non mostrava elementi apertamente disfunzionali.
La famiglia Homolka era descritta come normale, affettuosa e piuttosto permissiva. Karla si distinse fin da piccola per il suo carattere dominante e la sua inclinazione al controllo. Amava gli animali, era una studentessa brillante e sembrava avere un futuro promettente.
Tuttavia, la sua personalità narcisistica e compiacente si rivelò cruciale nel rapporto con Paul Bernardo.
Nonostante fosse a conoscenza dei crimini del compagno, arrivò a parteciparvi attivamente, compreso l’abuso e la morte della sorella minore Tammy, evento che segnò uno dei momenti più scioccanti del loro percorso criminale.
Gli omicidi di Barbie e Ken
Il 23 dicembre del 1990 ha un’idea: vuole costringerla a farsi perdonare per la mancata verginità concedendogli la sorellina quattordicenne.
La ragazza infatti inizia a vomitare da svenuta e soffoca con il suo stesso vomito. Dopo averla lavata e rivestita, la rimettono a letto e chiamano i soccorsi che dichiareranno Tammy deceduta per morte accidentale senza effettuare nessuna autopsia.
Dopo questo avvenimento, infatti, Paul inizia ad uscire di notte per andare a stuprare giovani adolescenti. Nonostante le innumerevoli segnalazioni a suo carico, l’uomo riesce sempre a non essere sospettato grazie alle sue doti comunicative e di manipolazione.
Dopodiché viene uccisa ed abbandonata in un lago non poco distante. Lo stesso destino accade alla sedicenne di Kristen French, uccisa e gettata in un fosso dopo vari abusi.
Il modus operandi e la cattura
- mettono una benda stretta sugli occhi della vittima affinché non possa vederli;
- creano situazioni amichevoli intervallate da ore di estrema violenza e abusi;
- non rinchiudono mai le vittime in cantine o luoghi bui.
In quest’occasione, per la prima volta, i genitori della ragazza si rendono conto della situazione che sta vivendo la figlia e la convincono a sporgere denuncia.
Paul Bernardo viene arrestato il 17 Febbraio 1993 con l’accusa di aver ucciso Leslie e Kristen e per altre 53 aggressioni a partire dal 1983.
Dentro la mente della coppia criminale
Allo stesso modo, Karla supera ogni limite pur di non perdere Paul, mostrando una forte dipendenza emotiva e paura dell’abbandono.
Karla, invece, poteva veder concretizzarsi il suo sogno di creare una famiglia. Ma a che prezzo?
La sua vita era infatti composta da obbedienza cieca ad un uomo che l’aveva condotta all’abbandono degli studi e all’isolamento sociale.
Paul Bernardo esercitava un forte controllo su Karla: era un uomo carismatico, violento, con tratti da narcisista maligno e predatore sessuale. In molte dinamiche di coppia, Paul aveva un atteggiamento dominante e manipolatorio. Alcuni esperti parlano di una relazione coercitiva e diseguale, in cui Karla sarebbe stata soggetta a pressione psicologica, paura e dipendenza affettiva.
Durante il processo, infatti, riuscì a ottenere una pena ridotta a 12 anni in cambio di una collaborazione con la giustizia (plea bargain), definendosi “manipolata” da Bernardo. Solo successivamente emersero i video originali dei crimini, che mostravano una Karla attiva, partecipe, persino entusiasta delle violenze perpetrate.