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Ludwig: la coppia serial killer Wolfang Abel e Marco Furlan

Ludwig: la coppia serial killer Wolfang Abel e Marco Furlan

Ludwig - coppia serial killer Wolfang Abel e Marco Furlan
  • Sara Elia
  • 28 Dicembre 2024
  • Criminologia
  • 7 minuti

I serial killer sotto il nome Ludwig

Sotto il nome di Ludwig, Wolfang Abel e Marco Furlan hanno terrorizzato l’Italia tra gli anni ’70 e ’80 con una serie di crimini brutali, motivati da un’ideologia di odio e da un fanatismo cieco. Questo pseudonimo, scelto per firmare i loro delitti, non solo nascondeva la loro identità, ma rappresentava un manifesto ideologico per giustificare una lunga scia di violenza.

L’articolo esplorerà la vicenda di questa coppia di criminali cercando di comprendere le dinamiche profonde che hanno condotto due giovani di buona famiglia a trasformarsi in efferati assassini.

Indice
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Lo pseudonimo Ludwig: Wolfang Abel e Marco Furlan

Ludwig, organizzazione criminale a stampo neonazista attiva tra il 1977 e il 1984, era lo pseudonimo dietro cui si celavano Wolfgang Abel e Marco Furlan.
 
I due serial killer furono responsabile di omicidi e stragi, rivendicati con volantini di contenuto neonazista, che portarono alla morte di 28 persone e al ferimento di oltre 70. Le vittime principali furono prostitute, omosessuali, senzatetto e persone deviate dalla fede.
 
Ma chi era questa coppia?
 
Marco Furlan, nato a Padova il 16 gennaio 1956 era un ragazzo di buona famiglia con una madre molto religiosa. Dal carattere risoluto e calcolatore, si trasferì a Verona nel 1975, dove iniziò a frequentare le superiori con ottimi risultati in compagnia di Abel. 
 
Wolfgang Abel, nato a Monaco di Baviera il 25 marzo 1959 si era trasferito a Verona per il liceo. Di bell’aspetto, spiritoso e alla mano, anche lui vantava una buona famiglia alle spalle ed un’intelligenza notevole. La morte traumatica della sorella minore modificò però il suo carattere che, da socievole e brillante, divenne cupo e ombroso. Ossessionato dalla morte, iniziò a maturare i primi sintomi di schizofrenia paranoide.
 
Gli anni in cui i due ragazzi vivono sono quelli di piombo, della lotta di classe e dei comunisti contro i nazisti. Proprio queste influenze fecero sorgere in loro ideologie e pensieri estremi.

Ludwig: nascita, pensieri e valori dell’organizzazione criminale 

La nascita dell’organizzazione criminale a stampo nazista si ispira al “Mein Kampf” di Hitler.
Wolfgang Abel e Marco Furlan avevano infatti introiettato l’idea di ordine e disciplina e della pericolosità della presenza di etnie e razze considerate impure.
 
In questo contesto, l’agire di Ludwig diresse il proprio odio verso una cerchia più ristretta di individui: omosessuali, soggetti sfortunati, deboli, immorali e peccatori e deviati dalla fede. O almeno, persone giudicate tali dalla lente distorta di due giovani.
L’organizzazione criminale risente anche della concezione di “Lebensraum” hitleriano: lo spazio vitale necessario alla Germania nazista ottenibile solo epurando la realtà per renderla perfetta.
 
Non tutti gli omicidi e le stragi, che vedremo successivamente nel dettaglio, vennero rivendicate da Ludwig, per quanto le verranno a posteriori attribuite.
Per dichiarare la paternità dei delitti, infatti, l’organizzazione scriveva messaggi con le specifiche di ciò che era stato compiuto e la dinamica dell’avvenimento.
 
Dopo i primi sospetti e le perquisizioni, i due giovani vennero lasciati andare per mancanza di prove. Vennero poi definitivamente arrestati il 4 marzo 1984 presso Mantova mentre stavano per dare fuoco a un locale. Sottoposti a perizia psichiatrica, a entrambi venne riconosciuta l’infermità mentale e furono condannati a 30 anni.
 
Ad oggi, Marco Furlan è in libertà mentre Wolfgang Abel è morto nel 2021 per cause naturali.

Gli omicidi riconosciuti

La cronologia dei delitti firmati Ludwig ha accertato un numero limitato di dieci vittime e quaranta feriti. La realtà pare però essere ben peggiore: si sospetta che ben 28 persone morirono ed oltre 70 furono ferite a causa di Abel Furlan.
 
  • Verona, agosto 1977: due molotov vengono scagliate contro l’auto in cui dorme un senzatetto, che morirà per le ustioni;
  • Padova, dicembre 1978: viene ucciso a coltellate nella sua auto il sommelier omosessuale Stefanato;
  • Venezia, dicembre 1979: il tossicomane Claudio Costa viene accoltellato a morte;
  • Vicenza, dicembre 1980: una prostituta viene uccisa a colpi di accetta;
  • Verona, maggio 1981: viene appiccato fuoco alla casamatta di San Giorgio, rifugio per senzatetto e tossicodipendenti. A farne le spese è uno studente della Verona bene, Luca Martinotti;
  • Vicenza, luglio 1982: due frati vengono assassinati per strada a colpi di mazza di ferro e scure, colpevoli di accogliere i bisognosi;
  • Trento, febbraio 1983: Padre Armando Bison, anziano sacerdote viene aggredito ed ucciso con uno scalpello cui è legato un crocefisso. Si diceva stesse per abbandonare la tonaca perché innamorato di una parrocchiana;
  • Milano, maggio 1983: il cinema a luci rosse Eros viene cosparso di benzina ed incendiato provocando la morte di sei persone;
  • Monaco di Baviera, gennaio 1984 l’incendio alla Sex Diskothek Liverpool, celebre per essere un locale progressista e anticonvenzionale, provoca molti ustionati e un morto.

Moventi e scopi di Ludwig

Cosa può spingere due ragazzi benestanti come Wolfgang Abel e Marco Furlan a compiere dei crimini così efferati?
Entrambi con un’intelligenza sopra la media, benestanti e possessori di mezzi propri, con titoli di studio e una famiglia di provenienza strutturata.
 
Il triste movente fu la noia mista alla ricerca di emozioni forti e al desiderio di affermazione assecondato dal clamore suscitato dagli omicidi. Di certo, anche la componente nazista rivestì un ruolo fondamentale. 
La società dei tempi, inoltre, si presentava come pessimo esempio di umanità, promulgano ideali violenti e prevaricatori.
 
Per quanto riguarda gli scopi, vengono dedotti dalle rivendicazioni pervenute dalle forze dell’ordine: questioni etniche o razziali, volontà di affermare e ricreare un concetto di moralità estremizzata e suprematismo.
 
Si ritiene, inoltre, che i primi omicidi vennero rivendicati da Ludwig pur non essendo stati realmente commessi. Ma per accrescere la notorietà dell’associazione criminale.
 
Come abbiamo visto, Abel e Furlan rispecchiano appieno le caratteristiche dei serial killer organizzati che agiscono per uno scopo ben preciso, di tipo etico e morale. Rispetto ad altre coppie di assassini, la peculiarità del duo è però il rapporto paritario, d’interdipendenza equivalente e non di dipendenza come è di solito in questi casi. 

Profilo criminologico della coppia nota come Ludwig

Wolfang Abel e Marco Furlan furono spinti a compiere i loro atti criminali da una combinazione di motivazioni ideologiche, dinamiche psicologiche e personali. Ecco i principali fattori che li hanno portati a trasformarsi in efferati assassini.

1. Personalità e background

Wolfang Abel e Marco Furlan provenivano da famiglie benestanti e socialmente rispettabili, un aspetto che ha contribuito a renderli meno sospetti agli occhi delle autorità e della società. Entrambi erano studenti universitari, con inclinazioni intellettuali e una certa superiorità percepita rispetto agli altri, un elemento chiave del loro profilo. Questo background ha alimentato il loro fanatismo ideologico, che giustificavano come una “missione” per purificare il mondo.

2. Ideologia e motivazioni

La coppia agiva sotto l’influenza di una rigida visione manichea della realtà, distinguendo tra ciò che ritenevano giusto e sbagliato secondo la loro distorta scala di valori.
I crimini erano motivati da un’estrema avversione verso categorie sociali o comportamenti che disprezzavano, come la devianza, la religione percepita come corrotta o l’emarginazione sociale. La loro ideologia è stata il motore delle loro azioni, con i delitti messi in atto come una sorta di “giustizia divina“.

3. Dinamiche di coppia

La relazione tra Abel e Furlan si basa su un forte legame di co-dipendenza, tipico di molte coppie criminali.
Abel, più carismatico e dominante, rappresentava il leader del duo, mentre Furlan, più insicuro, ricopriva il ruolo di esecutore e spalla. Questa dinamica ha creato un equilibrio perverso che ha permesso loro di agire senza rimorsi.

4. Modus operandi

Il loro modus operandi era caratterizzato da una pianificazione meticolosa e dall’uso di modalità di esecuzione crudele, che comprendevano incendi dolosi e attacchi diretti.
La scelta delle vittime non era casuale: Abel e Furlan (Ludwig) selezionavano persone o luoghi che incarnavano il loro disprezzo ideologico, come bar frequentati da emarginati o luoghi di culto ritenuti corrotti.

5. Firma e comunicazione

L’uso del nome Ludwig come firma dei loro delitti rivela il bisogno di controllo e la volontà di affermare la loro “superiorità morale“.
Attraverso i messaggi lasciati sulle scene del crimine, esprimevano il loro disprezzo e le loro motivazioni, cercando al tempo stesso di alimentare il terrore e lasciare un’impronta ideologica.

6. Personalità criminologica

Abel e Furlan incarnano il profilo del mission-oriented serial killer, un tipo di assassino seriale che uccide con l’intento di eliminare ciò che considera sbagliato nella società. Il loro comportamento denota tratti narcisistici, una scarsa empatia e un distacco emotivo, uniti a un senso di grandiosità che li faceva sentire al di sopra delle leggi umane.

7. Esaltazione della violenza come mezzo di purificazione

La scelta di modalità di uccisione violente e spettacolari, come incendi dolosi e attacchi diretti, riflette il loro desiderio di usare la violenza come strumento per “purificare” la società. Questa convinzione era strettamente legata alla loro ideologia, che giustificava la brutalità come un mezzo necessario per raggiungere i propri obiettivi.

 

Abel e Furlan, con il loro fanatismo ideologico e la dinamica psicologica che li legava, rappresentano un caso unico nella storia criminale italiana, in cui ideologia e psicopatologia si intrecciano per dare origine a una serie di delitti spietati.

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