Vai al contenuto
  • Master e post laurea
  • Formazione continua
  • Personale della scuola
  • Corsi di laurea
  • Concorsi
  • Servizi aziendali
  • Blog

  • Su UniD Professional
  • Chi siamo
  • Lavora con noi
  • Assistenza clienti

  • Contattaci
logo prof2019
logo prof2019

Master e corsi di alta formazione

numero servizio clienti
logo prof2019logo arancio mobile
Sotto l'header
  • Master e post laurea
  • Formazione continua
  • Personale della scuola
  • Corsi di laurea
  • Concorsi
  • Servizi aziendali
  • Blog

Andrei Chikatilo: studio psicobiografico del mostro di Rostov

Andrei Chikatilo: studio psicobiografico del mostro di Rostov

Andrei Chikatilo - studio psicobiografico del mostro di Rostov
  • Sara Elia
  • 14 Dicembre 2024
  • Criminologia
  • 6 minuti
  • 18 Dicembre 2024

Andrei Chikatilo, il mostro di Rostov

Andrei Chikatilo è passato tristemente alla storia come uno dei più mostruosi serial-killer conosciuti al mondo, responsabile di una lunga scia di crimini che terrorizzarono l’Unione Sovietica tra gli anni ’70 e ’90. Soprannominato “il mostro di Rostov“, Chikatilo è un caso emblematico nel panorama criminologico per la complessità della sua personalità e il modo in cui la sua vita personale, sociale e psicologica hanno contribuito a plasmare il suo comportamento criminale.

In questo articolo esploreremo il profilo psicobiografico di Chikatilo, analizzando le esperienze formative della sua infanzia, i fattori socioculturali del periodo sovietico e le dinamiche psicologiche che hanno guidato le sue azioni. Un’analisi che non si limita alla cronaca dei suoi crimini, ma che mira a comprendere le radici profonde del suo comportamento attraverso una lente criminologica.

Indice
Master annuale in Criminologia e Scienze Forensi
Scopri il Master online
Scopri di più

Chi era Andrei Chikatilo

Andreij Chikatilo nasce il 16 ottobre 1963 da una povera famiglia nel piccolo villaggio di Jablučne, in Ucraina.
La strana relazione con madre, solita a raccontare episodi macabri ai propri figli, crea una dualità nella personalità di Andreij fin dalla infanzia. Introverso, timido e riservato soffre di enuresi notturna, di disfunzione sessuale ed è spesso violento nei confronti dei compagni. Fervente comunista, nutre un ligio adattamento alla prassi del partito.
 
Parallelamente all’isolamento sociale, si costruisce un mondo immaginario grazie ai numerosi libri di guerra, attirato soprattutto dalle illustrazioni di cadaveri. Si trasferisce successivamente in una piccola città a Nord di Rostov dove inizia a lavorare come operatore telefonico.
Nel 1963 sposa Fayina da cui, inspiegabilmente, avrà due figli e nel 1971 si laurea in Letteratura russa presso la Libera Università di Arte di Rostov. Comincia così la carriera di insegnante, e in contemporanea, a sfogare la sua frustrazione sessuale sui ragazzi.
 
Nel 1978 inizia la sua serie di atroci omicidi: le vittime sono tutte giovanissime, per lo più bambini, adolescenti e donne che vengono abbordati ed invitati a seguirlo in luoghi appartati per poi stuprarli, seviziarli, mutilarli e ucciderli. Il 19 novembre 1990 viene finalmente arrestato. Confesserà 53 delitti e verrà giustiziato nel 1994.

La differenza tra apparenza e realtà

Ad osservare in modo superficiale la vita di Andrei Chikatilo, essa sembra scorrere nella normalità:
  • marito e padre di due figli;
  • compagno comunista;
  • laureato in lettere ed insegnante.
Ma la realtà è ben diversa: nonostante sia sposato, il rapporto con la moglie è praticamente inesistente, sia da un punto di vista emotivo che fisico. Il matrimonio è solo una facciata, e anche precedentemente, tutte le sue relazioni erano state pressoché inesistenti. Ogni tentativo di avvicinare le ragazze veniva costantemente bocciato dal suo modo di comportarsi insolito e bizzarro. 
 
Tutto ciò aveva contribuito a sviluppare in lui un’ideazione suicidaria, con tendenze depressive, un atteggiamento paranoico e la convinzione che tutti ce l’avessero con lui. I problemi con la sua sessualità, gli continuano a causare problemi e frustrazione, venendo anche licenziato dalla scuola in cui insegnava a causa di accuse di molestie nei confronti di alcuni allievi. 
 
Per tutti questi motivi, Andrei Chikatilo si ritira in modo progressivo nel suo mondo in cui le fantasie di onnipotenza lo eccitano e si fanno sempre più oscure. Un crescendo di circostanze lo portano a mostrare l’altra parte della sua duplice identità, il suo vero sé. Durante gli omicidi, il controllo eccessivo su ogni particolare nella pianificazione, lascia spazio ad un discontrollo nelle modalità di esecuzione.

Profilo psicologico di Andrei Chikatilo

Quello che accadde con Andrei Chikatilo fu sconvolgente per l’Unione Sovietica. Era, infatti, la prima volta che la polizia doveva fronteggiare una serie di omicidi di simile portata.
 
Un procuratore speciale incaricato di gestire una task force incaricò, per la prima volta nella storia sovietica, uno psichiatra, il Dr. Alexandr Bukhanovsky, di comprendere la psicologia del killer. Il dottore produsse un profilo psicologico del soggetto in 65 pagine descrivendolo come:
  • un uomo solitario ed insicuro con un’infanzia dolorosa e isolata;
  • incapace di avere relazioni con le donne;
  • di intelligenza media;
  • impotente e con un sadismo tale da potersi eccitare solo guardando la sofferenza delle vittime.
Il profilo di Bukhanovsky fu piuttosto preciso: identificava bene i tratti principali di Chikatilo. In quest’ottica, quindi, gli omicidi erano una sostituzione del rapporto sessuale.
 
A posteriori, si può ipotizzare che Andrei Chikatilo soffrisse di complesso di inferiorità e sociopatia di tipo evitante con carichi d’ansia nel confronto con gli altri, probabilmente per il timore di essere criticato, disapprovato o rifiutato. Questi disagi possono far scattare meccanismi di compensazione per poter emergere ed affermarsi e provocare un desiderio estremo di potenza e di dominare gli altri. Un quadro di questo tipo si adatta perfettamente all’evoluzione comportamentale di Andrei, prima timido e impacciato e poi crudele dominatore di individui indifesi.

Un climax di violenza

Il primo omicidio commesso da Andrei Chikatilo risale al 22 dicembre 1978. La vittima, una bambina di 9 anni, venne stuprata, strangolata e pugnalata.
Interrogato insieme ad altri sospettati, venne rilasciato perché dall’apparenza rispettabile. Dal 1980, Chikatilo ricominciò ad uccidere e non smetterà fino al 1990, anno in cui sarà definitivamente arrestato.
Fermato mentre si trovava alla stazione ferroviaria di Rostov, sporco di sangue sulle mani e sul volto, dopo otto giorni di interrogatorio confessa di aver ucciso un totale 55 vittime così ripartite: 21 bambini, 14 bambine e 18 giovani donne.
 
Le vittime includono bambini di entrambi i sessi e giovani ragazze, tutti stuprati e pugnalati in modo ripetuto con un’evidente overkilling. Con il passare del tempo e dei morti, inoltre i killer, aveva affinato la sua perversa tecnica: mantenere in vita più a lungo le prede per soddisfare le proprie voglie, provocando ferite superficiali per vederle soffrire e infine mutilare i loro organi genitali per cibarsene.
La parabola criminale del serial killer sovietico ha ispirato registi e scrittori in tutto il mondo. Tra i film più celebri “Il silenzio degli innocenti” del 1991 di Jonathan Demme e tra i libri il romanzo “Il giardino delle mosche” di Antonio Tarabbia.

Profilo criminologico di Andrei Chikatilo

Andrei Chikatilo rappresenta un caso complesso e significativo nello studio dei serial killer, grazie alla combinazione di fattori psicologici, socioculturali e comportamentali che hanno definito il suo profilo criminale.
Chikatilo operava come un predatore organizzato, pianificando meticolosamente i suoi crimini, scegliendo vittime vulnerabili e agendo in modo calcolato per sfuggire alla cattura per oltre un decennio. Tuttavia, dietro questa facciata di controllo, emergeva una personalità profondamente disturbata, segnata da impulsi compulsivi e da un profondo bisogno di esercitare potere sulle sue vittime.

Chikatilo nacque in un contesto di estrema povertà e di privazioni legate alle politiche staliniane, come la terribile carestia dell’Holodomor. La sua infanzia fu caratterizzata da traumi, tra cui la perdita del fratello maggiore, presumibilmente vittima di cannibalismo, e le umiliazioni derivanti da difficoltà fisiche (enuresi notturna e disfunzione erettile).

Questi fattori contribuirono a sviluppare una personalità insicura e introversa, che, nel tempo, si trasformò in una sete patologica di controllo e violenza. La frustrazione sessuale giocò un ruolo chiave: Chikatilo scoprì presto di poter ottenere gratificazione sessuale solo attraverso atti di sadismo, culminando nella brutalità dei suoi crimini.

Metodologia e modus operandi

Chikatilo prediligeva vittime deboli e facilmente manipolabili, come bambini, adolescenti e donne vulnerabili.
Le attirava con promesse di denaro, cibo o altri aiuti, sfruttando l’instabilità sociale del periodo sovietico. Una volta isolate, le aggrediva con una violenza esplosiva, spesso accoltellandole ripetutamente. L’accanimento durante le aggressioni non era solo un mezzo per uccidere, ma una forma di gratificazione personale.

Il suo modus operandi rifletteva un desiderio di controllo totale: l’atto di mutilare le vittime post-mortem rivelava una componente ritualistica, mentre la scelta di zone boschive e isolate come luogo per i crimini dimostrava una chiara intenzione di evitare il rilevamento.

Personalità e psicopatologia

Secondo gli esperti che lo studiarono durante i processi, Andrei Chikatilo soffriva di una combinazione di disturbi psicologici, tra cui probabili tratti di disturbo della personalità antisociale e schizotipico, accompagnati da parafilie come il sadismo e il necrofilismo.
La sua incapacità di empatizzare con le vittime e la razionalizzazione dei crimini come “necessità personali” lo rendono un esempio classico di psicopatia.

Tuttavia, Andrei Chikatilo non corrispondeva al profilo del serial killer che uccide per puro sadismo: il suo comportamento rifletteva anche un tentativo di compensare un senso di inferiorità e fallimento personale. L’omicidio divenne, per lui, un meccanismo di controllo sugli altri, un modo per sentirsi potente in un mondo che lo aveva costantemente umiliato.

Relazione con il contesto socioculturale

L’Unione Sovietica degli anni ’70 e ’80 offriva un contesto unico che contribuì alla lunga impunità di Andrei Chikatilo.
Le carenze nelle indagini criminali, i tabù culturali sul riconoscimento di crimini sessuali e la riluttanza delle autorità sovietiche ad ammettere l’esistenza di un serial killer all’interno del regime socialista furono fattori decisivi nel ritardare la sua cattura.

Scopri i nostri Master e i corsi di alta formazione
Master in Cyber Criminologia
Scopri il Master online riconosciuto MIUR
Scopri di più
Esperto in Bullismo e Cyberbullismo
Scopri il Master online riconosciuto Miur
Scopri di più
Condividi su
Facebook
LinkedIn
Email
WhatsApp
Scritto da
Picture of Sara Elia
Sara Elia
Copywriter, content creator & SEO specialist freelance. Turin based, London lover.
Categorie
Categorie
  • Concorsi (86)
  • Criminologia (158)
  • Diritto informatico (81)
  • Guide (189)
  • News (208)
  • Notizie giuridiche (158)
  • Professioni (229)
  • Scuola e università (189)
  • Uncategorized (1)
Iscriviti alla newsletter

Ricevi i nostri migliori articoli, contenuti gratuiti, offerte riservate e tanto altro!

google news

Ricevi le nostre notizie da Google News

Seguici
Master e corsi di alta formazione
UNID PROFESSIONAL
  • Master e post laurea
  • Formazione continua
  • Formazione docenti
  • Corsi di laurea
  • Concorsi
  • Servizi aziendali
  • Termini e Condizioni
CONTATTI

Via degli Aceri, 14
47890 Gualdicciolo (RSM)
0549.980007
info@unidprofessional.com
Chi siamo | Sedi | Contatti
Lavora con noi | Redazione

CONSIGLIA AD UN AMICO

Iscriviti alla Newsletter

Sicurezza negli acquisti online
Paga da 3 fino a 36 rate con: PayPal, Alma, HeyLight. Paga in unica soluzione con: Carta di Credito, Apple Pay, Google Pay o Bonifico Bancario.

pagamenti accettati
© Copyright 2025 - UNID S.r.l. - Codice Operatore Economico: SM22747 - Via degli Aceri, 14 - 47890 Gualdicciolo (RSM)
logo prof2019logo arancio mobile
Gestisci la tua privacy
Utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Lo facciamo per migliorare l'esperienza di navigazione e per mostrare annunci (non) personalizzati. Il consenso a queste tecnologie ci consentirà di elaborare dati quali il comportamento di navigazione o gli ID univoci su questo sito. Il mancato consenso o la revoca del consenso possono influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferences
The technical storage or access is necessary for the legitimate purpose of storing preferences that are not requested by the subscriber or user.
Statistiche
The technical storage or access that is used exclusively for statistical purposes. L'archiviazione tecnica o l'accesso utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, un'adesione volontaria da parte del tuo fornitore di servizi Internet o registrazioni aggiuntive da parte di terzi, le informazioni archiviate o recuperate solo per questo scopo di solito non possono essere utilizzate per identificarti.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci {vendor_count} fornitori Per saperne di più su questi scopi
Gestisci opzioni
{title} {title} {title}
Torna in alto

Sei appassionato di Criminologia?

Iscriviti alla newsletter per accedere alla Community e partecipare ai nostri eventi gratuiti con Criminologi professionisti.