Riscatto laurea: il boom di richieste in soli 4 mesi
Sono ben 32000 le richieste di riscatto laurea che sono arrivate all’INPS negli ultimi 4 mesi. Si tratta di un dato eccezionale, se pensiamo che la media, prima dell’introduzione della nuova misura agevolata, si aggirava attorno alle 2000 richieste al mese, all’incirca. Le cifre si sono moltiplicate notevolmente, ma in tanti ancora si chiedono se questo riscatto sia conveniente o meno e per chi. In tanti si sono trovati a far richiesta, spinti dal vociare che si è avviato nel momento in cui è stata introdotta la nuova manovra, senza comunque sapere bene se la cosa fosse conveniente o meno. In quest’articolo analizzeremo quindi nello specifico i pro e i contro di questa manovra, provando a capire se riscattare la laurea sia vantaggioso o no.
I cambiamenti rispetto al passato
La manovra per il riscatto degli anni universitari era, come già detto, già esistente negli anni precedenti, anche se spesso e volentieri questa non veniva proprio presa in considerazione. Qualche mese fa, introducendo una modifica, si è iniziato a parlare del riscatto e in molti si sono interessati, moltiplicando il numero di richieste. Rispetto al passato, però, il cambiamento sostanziale è soltanto uno: mentre in precedenza la cifra da versare per ogni anno universitario era valutata in base al reddito, adesso, con la nuova manovra, è stata introdotta una cifra standard uguale per tutti, pari a 5.239,74 euro per ogni anno da riscattare.
Riscatto di laurea: a chi conviene?
Volendo andare ad analizzare nel dettaglio, risulta evidente che riscattare la laurea è conveniente per una fetta limitata di lavoratori. In special modo risulta molto vantaggioso per chi ha un reddito IRPEF molto elevato; il riscatto degli anni universitari è infatti deducibile fiscalmente, quindi questi soggetti facendo richista si troveranno ad avere dei notevoli vantaggi e quindi ad ottenere un doppio beneficio.
A chi non conviene riscattare la laurea
Riscattare gli anni universitari non conviene, però, proprio a tutti. E’ bene infatti analizzare nel dettaglio, in maniera preventiva, la propria posizione contributiva, valutando in quale situazione esatta ci si trova. Ad esempio, i lavoratori che hanno iniziato la loro attività lavorativa dopo il 1995 hanno la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva, ovvero 20 anni di contribuiti e 64 anni d’età. A questi, quindi, non conviene affatto riscattare gli anni dell’università in quanto gli stessi vanno ad incidere in maniera molto limitata sul valore mensile della pensione.