Riforma Bianchi: tutte le novità per diventare insegnanti
Il 28 giugno 2022 è stata approvata la Riforma Bianchi con ben 419 voti a favore e solo 55 contro. Tramite tale riforma sono stati approvati alcuni cambiamenti importanti per il reclutamento di insegnanti.
Cerchiamo di capire insieme modifiche, aggiornamenti ed informazioni utili per avere un quadro chiaro.
Cosa prevede la Riforma Bianchi
La Riforma Bianchi, in vigore dal 30 giugno 2022, cambia le regole su:
- accesso alla carriera di insegnante
- formazione obbligazione per la docenza, sia iniziale che continuativa;
- reclutamento;
- concorsi ed accesso al ruolo;
- abilitazione.
Il fine ultimo di questo regolamento è quello di:
- introdurre dei percorsi di formazione per insegnanti certi e univochi;
- definire in modo chiaro obiettivi e modalità di docenza durante l’intero percorso lavorativo;
- introdurre concorsi annuali per far si che sia costante il reclutamento del personale;
- favorire l’accesso all’insegnamento ai giovani.
La Riforma Bianchi prevede inoltre una fase di transizione che durerà fino al 2024. In questa tempistica si prevede l’assunzione di 70 mila docenti tramite concorsi annuali. A tali inserimenti si sommano gli altri 50.000 programmati per il 2022 dal MIUR. In totale si prospetta quindi un numero di assunzioni pari a 120mila nel prossimo triennio.
La Riforma Bianchi nei suoi punti essenziali
Cerchiamo di analizzare insieme le principali regole della Riforma Bianchi:
- formazione iniziale e accesso all’indeterminato tramite percorso universitario ed accademico abilitanti. Necessario l’ottenimento di 60 CFU. Dopodichè si può accedere al concorso pubblico nazionale indetto con cadenza annuale. In caso di esito positivo procedere al ruolo con un periodo di prova;
- percorsi di formazione sia universitari che accademici erogati da centri appositi. A questi si può accedere post laurea o durante il percorso formativo;
- tirocinio presso le scuole durante il periodo di formazione iniziale;
- prova finale tramite lezione simulata che metta alla prova le abilità d’insegnamento nel pratico;
- semplificazione del processo per ottenere l’abilitazione in determinate classi di concorso, tra cui il sostegno. Diventano necessari solo 30 CFU, di cui 10 acquisibili con tirocinio.
- abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di durata illimitata;
- dopo il periodo di prova, che si conclude dopo un anno, in caso di esito positivo l’insegnante è ufficialmente ammesso di ruolo;
- prova scritta da svolgere in forma aperta e non più rispondendo a domande chiuse;
- insegnanti immessi in ruolo con un vincolo di permanenza di almeno tre anni. Nella medesima classe di concorso e tipologia di posto.
Requisiti base per poter diventare insegnanti
Come abbiamo visto fino ad ora sono molte le modifiche apportate dalla Riforma Bianchi per poter diventare insegnanti. Per quanto riguarda i passaggi necessari all’accesso alla docenza nella Scuola Secondaria è necessario:
- conseguire il percorso da 60 CFU per ottenere l’abilitazione;
- sostenere la prova finale composta da una prova scritta e da una lezione simulata;
- partecipare al concorso a cattedra;
- avere a disposizione una laurea magistrale o triennale per ITP;
- svolgere il primo anno di prova con relativa prova finale e valutazione.
Per quanto riguarda la situazione dei 24CFU saranno ancora riconosciuti. E c’è inoltre a disposizione tempo per poterli acquisire per chi non li ha ancora. Il limite è stato fissato infatti il 31 ottobre 2022. La fase transitoria dura invece fino al 31 dicembre 2024. Proprio questa, come vedremo in modo approfondito a breve, permette agli aspiranti di partecipare ai concorsi possedendo anche solo 30 CFU. I restanti crediti possono venire conseguiti in un momento successivo.
Cosa succede durante il regime transitorio
Durante il regime transitorio della Riforma Bianchi, chi è laureato può avere accesso all’insegnamento tramite un percorso che prevede:
- corso di formazione iniziale;
- acquisizione di 30 CFU durante il percorso universitario prima di accedere al concorso;
- concorso pubblico;
- ottenere gli altri 30 CFU successivamente;
- sostenere la prova d’abilitazione.
Chi insegna già da tre anni ha l’accesso diretto al concorso sino alla data d’ingresso della riforma. Una volta che la riforma sarà stata introdotta, per accedere all’insegnamento sarà invece necessario:
- possedere laurea;
- ottenere 60 CFU tramite un percorso formativo offerto dall’università;
- accedere al concorso dopo aver superato una prova;
- primo anno d’insegnamento in prova.
L’introduzione della Riforma Bianchi, una volta entrata in vigore, permette anche l’ammissione al concorso di docenti precari: Questo se gli stessi hanno svolto almeno 3 anni di servizio nei 5 precedenti. Quelli non abilitati con 3 anni di servizio invece, se vincono il concorso hanno diritto a un contratto annuale a tempo determinato. In questo modo acquisiscono 30 CFU. Al termine di esso, se superano la prova finale, sono abilitati all’insegnamento.
Novità ulteriori apportate dalla Riforma Bianchi
Come è evidente da ciò che abbiamo visto fino ad ora, la riforma, si pone come un sistema di formazione parallelo a quello classico. Tale percorso è inoltre su partecipazione volontaria. Gli insegnanti che superano in modo ottimale il percorso previsto di tre anni di formazione saranno inoltre premiati in denaro.
La gestione di tutto ciò viene svolto dalla Scuola di Alta Formazione. Quest’istituzione permette:
- formazione in servizio dei docenti;
- struttura e continuità del percorso;
- apprendimento ed aggiornamento di conoscenze e competenze per progettare la didattica in modo innovativo;
- acquisizione di competenze digitali ed uso critico degli stessi.
Altri tra i provvedimenti previsti dalla Riforma Bianchi sono infine:
- scorrimento delle graduatorie degli insegnanti risultati idonei e vincitori di concorsi;
- Carta del Docente invariata senza nessun taglio apportato;
- istituzione di un concorso per precari di religione;
- procedure di assunzioni straordinarie a riguardo della gestione degli insegnanti di sostegno ed accesso diretto al TFA con tre anni di servizio.
Come abbiamo potuto analizzare insieme, le novità sono molte e positive. Sembrano inoltre lasciare finalmente spazio anche ai giovani!