Come funziona il ricorso amministrativo
Per i cittadini che intendono difendere i propri diritti nei confronti della Pubblica Amministrazione esiste uno strumento fondamentale, il ricorso amministrativo. Questo istituto serve a contestare decisioni prese da un’amministrazione pubblica. È ciò che avviene quando si contesta una sanzione amministrativa o un provvedimento da parte di enti quali l’INPS. Grazie al ricorso, si richiede per via legale una revisione del provvedimento.
Per dare avvio al ricorso, sarà necessario rivolgersi al TAR, il Tribunale Amministrativo Regionale o, nei casi previsti dalla legge, alla stessa amministrazione.
Ricorso amministrativo: cos’è
Con il termine ricorso amministrativo indichiamo l’istanza che un soggetto può presentare nei confronti di un’autorità amministrativa. In sostanza, si tratta di un atto con cui un cittadino chiede alla Pubblica Amministrazione di riesaminare un proprio provvedimento ritenuto illegittimo o ingiusto.
Possono esistere diverse motivazioni per cui si intende presentare tale istanza.
Innanzitutto, si può presentare per risolvere controversie insorte con la Pubblica Amministrazione. Inoltre, il ricorso è previsto per richiedere una tutela qualora un provvedimento o il comportamento di un’amministrazione pubblica leda una situazione giuridica oggettiva.
A seconda del tipo di atto che si vuole impugnare, il ricorso va presentato ad autorità diverse. In alcuni casi, se la legge lo prevede, si può presentare un ricorso in opposizione all’amministrazione che ha emesso l’atto.
In altri casi, quando si tratta di ricorsi giurisdizionali, bisognerà rivolgersi al TAR.
Le diverse tipologie
Quando parliamo di ricorso amministrativo, bisogna ricordare che ne esistono diverse tipologie. Innanzitutto abbiamo il ricorso gerarchico, che si presenta ad un’amministrazione superiore rispetto a quella che ha emanato il provvedimento.
Abbiamo poi il ricorso in opposizione che, invece, viene presentato all’ente che ha emesso il provvedimento. È il classico caso in cui un’amministrazione viene usata, per esempio, per contestare e annullare eventuali sanzioni.
Esiste, infine, il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, al quale ci si rivolge quando si vuole evitare il ricorso al TAR.
Termini per il ricorso amministrativo
Per presentare ricorso amministrativo, bisognerà rispettare i termini previsti dalla legge. I termini possono variare a seconda del caso e, prima di presentare un ricorso, è bene conoscerli.
Di solito, quando parliamo di ricorso gerarchico e in opposizione, il termine da rispettare è quello di 30 giorni, che vengono calcolati dalla notifica dell’atto.
Ma ci sono delle eccezioni, perché il ricorso ordinario al Presidente della Repubblica prevede un termine più lungo, fino a un massimo di 120 giorni. Come vedremo, infine, in un apposito paragrafo, in caso di ricorso INPS il termine è di 90 giorni.
La tempistica cambia ancora quando si presenta, infine, un ricorso al TAR. In questo specifico caso, la normativa stabilisce il termine di 60 giorni, i quali decorrono dalla notifica o dalla conoscenza dell’atto impugnato.
Quando ci si trova di fronte al silenzio della Pubblica Amministrazione, invece, i 60 giorni decorrono dal momento in cui avrebbe dovuto prendere avvio l’emanazione dell’atto. Quando si tratta di appalti pubblici, il ricorso al TAR prevede infine un termine di 30 giorni.
Il ricorso al tribunale amministrativo: quando si può presentare
Il ricorso amministrativo presentato al TAR rappresenta uno step successivo, che vale quando il ricorso amministrativo presentato all’amministrazione pubblica non ha dato frutti. Questa tipologia di provvedimento può essere considerata un’azione giudiziaria a tutti gli effetti. Si può avviare nel momento in cui si vuole richiedere l’annullamento di un atto amministrativo che si ritiene non legittimo.
È possibile presentare ricorso al tribunale amministrativo in diversi casi. In generale, possiamo dire che si presentare nel momento in cui un cittadino riceve un provvedimento da parte della Pubblica Amministrazione che ritiene lesivo dei propri diritti o interessi legittimi. Innanzitutto, per provvedimenti amministrativi definitivi. In secondo luogo, il ricorso amministrativo al TAR è previsto per atti che incidono su diritti soggettivi o su interessi legittimi.
In terzo luogo, quando entro i termini di legge la Pubblica Amministrazione non fornisce risposte, ci si può rivolgere al TAR. Si parla in questo specifico caso di silenzio della Pubblica Amministrazione.
Il ricorso amministrativo può essere presentato da chiunque abbia un interesse concreto e attuale relativamente alla decisione del giudizio. Chi risulta leso dall’atto impugnato, poi, può rivolgersi al TAR.
Ricorso al TAR: la procedura
A differenza del classico ricorso amministrativo all’amministrazione pubblica, il ricorso al TAR prevede una specifica procedura.
Innanzitutto, l’interessato dovrà rivolgersi a un avvocato, che dovrà redigere l’atto di ricorso. Dopo aver inoltrato notifica all’amministrazione di riferimento, sarò lo stesso avvocato a depositare il ricorso al TAR competente. Si procederà quindi con la discussione in udienza.
A questo punto, il TAR potrà decidere di accogliere il deposito, procedendo all’annullamento nell’atto. Il Tribunale Amministrativo può inoltre respingere il ricorso amministrativo se l’atto è ritenuto legittimo.
Infine, l’atto può risultare improcedibile in presenza di vizi di forma o sostanziali.
Ricorso amministrativo INPS
Il ricorso amministrativo INPS rappresenta una forma di ricorso a sé. Questa tipologia di ricorso è disciplinata dal DPR n. 1199/1971 e, come si legge dal sito ufficiale dell’Istituto, può essere presentato da “chi abbia un interesse qualificato che ritiene sia stato leso da un provvedimento dell’Istituto, purché sussistano le condizioni previste dalla legge”.
Per presentare un ricorso amministrativo INPS, è necessario indicare il provvedimento che si intende impugnare. Il soggetto interessato deve inoltre esporre la vicenda e indicare i motivi che sostengano la domanda di impugnazione. Sarà inoltre tenuto a inoltrare tutta la documentazione utile in suo possesso.
Questa tipologia di ricorso si può presentare online, nella sezione del sito ufficiale INPS denominata Ricorsi amministrativi. In caso di difficoltà, per la presentazione della domanda online ci si può anche rivolgere a CAF o enti di patronato.
Per poter presentare ricorso amministrativo all’INPS, come abbiamo precedentemente anticipato, è necessario rispettare delle tempistiche. Si potrà infatti accedere al ricorso soltanto entro 90 giorni dalla notifica del provvedimento che si vuol impugnare.
