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Ricercatori italiani tra i destinatari dei finanziamenti UE per la ricerca

Ricercatori italiani tra i destinatari dei finanziamenti UE per la ricerca

Ricercatori italiani destinatari finanziamenti UE per la ricerca
  • Sara Elia
  • 7 Giugno 2023
  • Scuola e università
  • 4 minuti
  • 7 Marzo 2024

Ricercatori italiani tra i destinatari dei finanziamenti UE per la ricerca

L’UE ha assegnato una quota pari a 544 milioni a 218 ricercatori, di cui 21 sono ricercatori italiani.

Analizziamo la situazione al meglio insieme!

Indice
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Finanziamenti ai ricercatori italiani

L’ERC, acronimo per il Consiglio Europeo della Ricerca, ha assegnati 544 milioni di euro a 218 ricercatori europei. I 14 progetti finanziati in Italia riguardano settori scientifici molto diversi. I ricercatori sono impegnati in:
  • nanotecnologie: nuovi metodi per progettare e costruire materiali su scala nanometrica;
  • ricerche su eccezioni della matematica;
  • comprensione dell’invecchiamento;
  • segreti del coenzima Q, utilizzato soprattutto in cosmesi;
  • capacità delle piante di pianificare le azioni,
  • erosione del tessuto connettivo come possibile causa dell’invecchiamento degli organi;
  • altri settori di frontiera.
I ricercatori italiani che possono godere di tale privilegio sono ben 21.
L’Italia risulta essere terzo nella classifica per nazionalità. Scende al sesto posto se si considerano i 14 progetti ospitati nel nostro Paese.
Inoltre oltre due terzi (158) sono uomini e solo 60 le donne, senza però che figuri nessuna italiana
I finanziamenti sono stati vinti da:
  • Università di Padova;
  • Bocconi;
  • Istituto Italiano di Tecnologia di Trieste;
  • Università di Milano;
  • Politecnico di Milano;
  • Università di Trento;
  • Roma Tor Vergata;
  • Università di Pavia;
  • Europea di Roma;
  • Fondazione Toscana Life Sciences per un progetto sulle infezioni virali;
  • Fondazione Telethon per le ricerca sui tumori.

Classifica nel resto del mondo

Nel resto del mondo i più premiati sono stati:
  • Germania, con 37 vincitori;
  • Regno Unito con 35 ricercatori;
  • Francia con 32;
  • Spagna;
  • Israele;
  • Italia: sesta in posizione con 12 vincitori.
Considerando invece la nazionalità dei ricercatori premiati:
  • Germania: 36 vincitori;
  • Francia: 32;
  • Italia: terza con 21 ricercatori italiani.
Dei 218 vincitori, oltre due terzi (158) sono uomini e solo 60 le donne, nessuna delle quali italiana. Nonostante ciò il 2023 ha registrato il record di richieste presentate dalle donne. Il 23% delle 1.650 domande arrivate al il Consiglio Europeo della Ricerca.
I finanziamenti europei alle ricerche più innovative sono tra i più prestigiosi al mondo in campo scientifico. I cosiddetti Advanced Grants vengono assegnati a ricercatori affermati e con una consolidata esperienza internazionale.
Inoltre possono arrivare a 2,5 milioni di euro per ogni singolo progetto articolato al massimo in 5 anni.
Il finanziamento di 544 milioni di euro unisce insieme:
  • 218 leader della ricerca;
  • team di lavoro;
  • studenti di dottorato;
  • personale di ricerca.
Obiettivo comune: ampliare i confini della conoscenza, aprire nuovi orizzonti e costruire le basi per la crescita e la prosperità futura in Europa.

Ricercatori italiani: il problema dello stipendio

Uno studio, condotto dall’Università della California-Berkley, riporta che i ricercatori italiani guadagnano la metà rispetto ai professionisti europei.
 
“The Attractiveness of European Higher Education Systems: A Comparative of Faculty Remuneration and Career Paths” svela le differenze tra Paesi. Prendendo a campione Italia, Germania, Regno Unito e Francia. Queste nazioni infatti rappresentano” i mercati più ampi nel mondo accademico europeo.
Dallo studio è emerso che i ricercatori italiani guadagnano molto meno rispetto ai maggiori Paesi del continente.
Nel nostro Paese a inizio carriera si percepisce mediamente un salario di 28.256 euro. Procedendo, sempre in una posizione analoga:
  • Regno Unito: stipendio da 49.168 euro;
  • Francia: si arriva a 50.006 euro;
  • Germania: migliora ulteriormente con un guadagno di 52.689 euro
La differenza che esiste tra l’Italia e gli altri Stati europei in ramo accademico è dunque evidente anche in via ufficiale. Ed insieme ad essa anche le diverse possibilità di carriera e di stipendio.
Il problema è stato messo in evidenza anche dagli stessi accademici, che si trovano spesso costretti a trovare lavoro al di fuori del nostro Paese.

La difficoltà nel fare carriera in Italia

Un’altra problematica attuale per i ricercatori italiani è la difficoltà nel fare carriera in Italia. Oltre allo stipendio più basso rispetto alla media europea, è questa la causa della cosiddetta “fuga di cervelli“.
Il percorso è così lungo, tortuoso e fatto di sacrifici che spesso non si concretizza nemmeno. 
 
Anche facendo carriera lo stipendio continua a rimanere molto basso:
  • Italia: si guadagnano 40.998 euro;
  • Francia: 44.522 euro;
  • Regno: 69.385 euro;
  • Germania: tra i 69.328 euro in Baviera e i 70.333 euro in Renania.
Chi riesce a diventare professore ordinario invece percepisce:
  • Italia: circa 56.335 euro;
  • Francia: in media 57.178 euro.
  • Renania: media di 74.838 euro;
  • Baviera: di 82.627 euro;
  • Gran Bretagna: circa 91.973 euro.
I numeri evidenziano una differenza netta negli stipendi, a partire dai ricercatori arrivando ai professori.
A peggiorare la situazione degli stipendi dei ricercatori italiani intervengono due grandi problemi ancora non risolti dallo Stato. Stiamo parlando dell’alta tassazione e il mancato adeguamento rispetto alle varie situazioni familiari.
Infatti in Italia non esiste una maggiorazione in caso di figli a carico nè viene considerata la spesa differente tra diverse città. Nel resto d’Europa i giovani possono accedere a queste agevolazioni. E grazie a ciò vedono una netta crescita di studenti. Ad esempio in Germania il mondo accademico ha visto una crescita del 7% tra gli under 40. In Italia la stessa fascia d’età negli ultimi anno è diminuita del 28%.
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