Ravvedimento operoso: come calcolare sanzioni e interessi
Ti sei dimenticato di pagare una tassa e vuoi usufruire del ravvedimento operoso? Tranquillo, in pochi passaggi scoprirai tutto quello che c’è da sapere su questo istituto e le novità apportate in seguito all’approvazione della legge di stabilità 2016. Ma andiamo per gradi: che cosa è il nuovo ravvedimento operoso? Si tratta di un’operazione finanziaria che serve a regolarizzare versamenti di imposte omessi o insufficienti e altre irregolarità fiscali, beneficiando della riduzione delle sanzioni.
Quando si applica il ravvedimento operoso
L’utilizzo del ravvedimento operoso è consentito a tutti i contribuenti che vogliono rimediare un pagamento oneroso pagando una sanzione in maniera ridotta prima che sia l’Agenzia delle Entrate ad irrogarla. Si può sempre usufruire di questo diritto a meno che non sia già arrivata notifica degli avvisi di irregolarità emessi in base ai controlli o dell’avviso di accertamento o di liquidazione. Tuttavia il pagamento e la regolarizzazione, tramite l’istituto del ravvedimento operoso, non impediscono ai Comuni di verificare o utilizzare altri strumenti di accertamento.
Come cambiano le sanzioni
La Legge di stabilità per l’anno 2016 ha ulteriormente modificato l’istituto del ravvedimento operoso, riducendo l’importo della sanzione minima (dal 30% al 15%), che diventa la base per il calcolo solo nel caso in cui ci si ravveda entro 90 giorni.
Come si paga l’omesso pagamento
L’omesso o insufficiente pagamento può essere regolarizzato eseguendo spontaneamente il pagamento tramite uno dei seguenti modi. Versando l’imposta dovuta, pagando gli interessi che sono calcolati al tasso legale annuo dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato a quello in cui viene di fatto eseguito, pagando la sanzione in misura ridotta.
Prima paghi, meno spendi
Se il ravvedimento operoso si effettua nel minore tempo possibile dalla sanzione il dovuto sarà economicamente più basso ma comunque sempre non superiore al 30 percento della multa contratta. Esistono cinque tipi di ravvedimento legati ai giorni entro cui ci si ravvede e che stabiliscono la percentuale della cifra da pagare.
Si va dal ravvedimento sprint che si può esercitare entro il 14esimo giorno dalla scadenza naturale del versamento, al ravvedimento lunghissimo per versamenti eseguiti oltre un anno. In mezzo: il ravvedimento intermedio per versamenti eseguiti oltre il 30esimo giorno ma entro il 90esimo. Il ravvedimento lungo per versamenti eseguiti entro 1 anno o, se prevista, la dichiarazione entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui la violazione è stata commessa. Il ravvedimento biennale per versamenti eseguiti entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo o se non è prevista la dichiarazione due anni dall’omissione.