Problemi di concentrazione: metodi per restare concentrati
I problemi di concentrazione accomunano sia lavoratori che studenti. Analizziamo insieme alcuni metodi per riuscire a restare focalizzati sui propri compiti.
Indice
Problemi di concentrazione: sintomi e cause
La capacità di concentrazione è il risultato del buon funzionamento dell’attenzione. I problemi di concentrazione nascono dalla difficoltà nel:
- mantenere l’attenzione su un compito o un’attività;
- selezionare gli stimoli rilevanti;
- ignorare quelli non pertinenti per il raggiungimento di un obiettivo.
I problemi di concentrazione spesso sono temporanei. Sono causati da specifici aspetti situazionali e si risolvono in automatico con l’estinzione delle condizioni che l’hanno generata.
In altre occasioni possono però essere persistenti. In questo caso, a prescindere da specifiche circostanze, il soggetto sperimenta difficoltà di attenzione. Tra i principali sintomi:
- non riuscire a focalizzare la propria attenzione su un’attività finalizzata al raggiungimento di un obiettivo;
- avere difficoltà nel mantenere l’attenzione su stimoli rilevanti e nell’elaborare un concetto o produrre verbalmente un discorso;
- distrarsi facilmente a causa di stimoli esterni o interni, come pensieri e preoccupazioni;
- avere difficoltà di memorizzazione;
- provare sensazioni di irrequietezza e agitazione.
Le cause della mancanza di concentrazione possono essere diverse e riguardare diversi aspetti:
- organici: eccessiva stanchezza, carenze nutrizionali, patologie neurologiche, effetti di sostanze tossiche come alcol e droghe;
- psichici: elevati livelli di stress psicologico, ansia e disturbi depressivi. In tale contesto manca capacità adattiva di spostare l’attenzione su altro;
- contestuali: ambienti rumorosi e in disordine, frequenti interruzioni da parte di altre persone, presenza di dispositivi elettronici.
Problemi di concentrazione: come ritrovarla e mantenerla costante
Per superare i problemi di concentrazione è necessario comprendere le cause alla base. Dopodichè è possibile seguire alcuni suggerimenti che possono aumentare la capacità di attenzione:
- concedersi un riposo adeguato ed integrare sostanze nutrizionali carenti mediante l’alimentazione o appositi integratori;
- fare attività fisica per incrementare il livello di benessere generale, compreso umore e prestazioni cognitive;
- suddividere i compiti in compiti più piccoli. Organizzandosi in questo modo è possibile allentare pressione ed ansia. La durata limitata di un compito, inoltre, consente di rispettare i tempi naturali dell’attenzione;
- creare un angolo di studio/lavoro che sia stimolante e ridurre eventuali stimoli di distrazione ambientale scegliendo un luogo non affollato. Anche mantenere in ordine lo spazio in cui si lavora e stare lontani da dispositivi elettronici può risultare molto utile;
- imparare a pianificare: stilare un programma aiuta la mente ad essere strutturata e, di conseguenza, maggiormente stimolata. Procedere poco alla volta con programmi semplici, evitando di prefissarsi obiettivi difficili da portare a termine;
- praticare esercizi di rilassamento come la meditazione per ridurre i livelli di stress e imparare a focalizzarsi su specifici stimoli ignorandone altri;
- imparare tecniche di concentrazione. Quella del pomodoro, ad esempio, prevede una fase di studio di 25 minuti e poi una pausa di 5 minuti. Gestire i momenti di produttività abbinandovi delle pause può essere molto utile per non cedere a momenti di distrazione.
Ritrovare l’attenzione con il pensiero positivo
La psicologia positiva nasce negli anni 90 e parte da studi e ricerche sul benessere soggettivo e supporta le persone ad affrontare al meglio stati di ansia e paura.
Secondo la Psicologia Positiva, ritrovare la concentrazione e incanalare i pensieri in un flusso propositivo è possibile in quattro piccoli step:
- chiedersi quale sia la peggiore situazione possibile. La risposta è di certo diversa in base a molti fattori, tra cui contesto sociale, età, stato di salute e circostanze individuali;
- immaginare il migliore scenario possibile;
- considerare lo scenario più probabile;
- sviluppare un piano per lo scenario più realistico. L’opposto di sprecare energie pensando a qualcosa che molto probabilmente non accadrà. È meglio prepararsi ad un caso più realistico per essere in grado di affrontare uno scenario plausibile.
La psicologia positiva sottolinea il ruolo delle risorse positive e delle potenzialità dell’individuo. Il paradigma si traduce in uno sviluppo di potenzialità, risorse ed aspetti funzionali dell’individuo, più che alla cura degli aspetti deficitari. I costrutti fondamentali su cui si basa sono:
- speranza: stato di motivazione basato su obiettivi da raggiungere, strategie per il raggiungimento e motivazione a farlo;
- ottimismo: tendenza a credere che si possano raggiungere dei risultati positivi, piuttosto che negativi;
- flow: stato psicologico soggettivo di massima positività e gratificazione, che vissuto durante lo svolgimento di attività che corrisponde alla completa immersione. Quest’esperienza coinvolge l’individuo globalmente, concentrando nel compito aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali.
ADHD: Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività
I casi più gravi di problemi di concentrazione si riscontrano nei soggetti con ADHD, Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività.
Il disturbo di iperattività o da deficit dell’attenzione (ADHD) è caratterizzato da scarsa attenzione e vivacità eccessiva che interferiscono con funzionalità e sviluppo.
L’ADHD viene identificato solitamente durante gli anni della scuola elementare, quando la disattenzione diventa più evidente e invalidante.
Nella maggior parte dei casi, i sintomi diventano meno visibili nell’adolescenza, anche se permangono alcune difficoltà legate a irrequietezza, disattenzione e impulsività. In altri hanno invece un decorso peggiore con comportamenti antisociali e conseguente compromissione del funzionamento scolastico e lavorativo.
I sintomi principali sono:
- persistente pattern di disattenzione, iperattività ed impulsività che influenza il funzionamento;
- disattenzione che si manifesta sul piano comportamentale come divagazione dal compito, difficoltà a mantenere l’attenzione e disorganizzazione;
- iperattività ed eccessiva attività motoria;
- impulsività che si manifesta in azioni affrettate che avvengono senza valutare le conseguenze.
Gli interventi in soluzione più efficaci sono quelli combinati. In particolare, l’approccio cognitivo-comportamentale si focalizza sull’insegnamento al bambino di abilità di autocontrollo quali:
- gestione della rabbia;
- utilizzo di tecniche non aggressive nella risoluzione dei conflitti;
- adattamento.
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