Pensioni: Draghi incontra sindacato Cgil scuola per Quota 100
Martedì 26 ottobre 2021 si sono riuniti a Palazzo Chigi Draghi, Cgil (la Confederazione Generale Italiana del Lavoro), Cisl (Confederazione Italiana Sindacato Lavoratori) e Uil (Unione Italiana del Lavoro) per disquisire a proposito di pensioni e l’attuale prestazione economica erogata Quota 100, a cui si è detto addio.
Analizziamo meglio di cosa stiamo parlando e quanto è successo.
Che cos’è Quota 100 e che valore ha in ambito pensioni
Fino al 31 dicembre 2021 sarà in vigore la cosiddetta Quota 100, misura che prevede l’addio al mondo del lavoro dopo aver versato almeno 38 anni di contributi e aver raggiunto un minimo d’età di 62 anni. Grazie a Quota 100, tra il 2019 e il 2020, ben 180.000 uomini e 73.000 donne di ceto prevalentemente medio-alto hanno potuto ricorrere a questa forma di pensione anticipata.
Cos’è successo durante l’incontro a Palazzo Chigi
Attualmente, da come risulta in base a ciò di cui si è parlato durante l’incontro di tre ore a Palazzo Chigi, a disposizione delle pensioni ci sono solo 600 milioni, una cifra non sufficiente sia per poter continuare ad applicare Quota 100 sia per poter gestire gli ammortizzatori sociali.
Il Cgil e gli altri partiti, che richiedevano una riforma complessiva come prima legge di Bilancio post pandemia, non hanno trovato un accordo. Non soddisfatti del risultato ottenuto, valutano quindi ora iniziative di mobilitazione in massa, per scuotere gli animi e rendere i cittadini maggiormente consapevoli di ciò che sta accadendo. Punto cruciale su cui i partiti intendono combattere è il reale rischio che i tagli delle tasse vengano sbilanciati a favore delle aziende e a danno dei singoli.
Proposta aperta da parte della Lega è, per quanto riguarda il 2022 una sorta di Quota 41, ovvero una fuoriuscita con 41 anni di contributi a 63 o 64 anni, rinviando al prossimo governo una decisione più definitiva. Come risultato si otterrebbe in questo caso una quota 103 con criterio di contribuzione pressochè fisso.
Incomprensione e litigi sono stati anche nettamente amplificati a riguardo degli 8 miliardi a disposizione. Come verranno utilizzati? La domanda ad oggi resta aperta.
Opzione donna
Opzione donna, il trattamento pensionistico creato apposta per le donne è stato per ora confermato e convalidato anche per il 2022. L’accesso al provvedimento potrebbe però salire d’età, passando da 58/59 del 2021 a 60/61 anni nel 2022, in base all’opzione lavoratrice dipendente o autonoma.
Nello specifico infatti per la donna, nasce questa opzione che consente l’accesso al pensionamento con un contributo che diventa ad oggi pari o superiore ai 35 anni per un età anagrafica di 60 anni in caso di lavoratrice dipendente o 61 se autonome. Questa formula è un’alternativa sia alla pensione anticipata (ovvero 41 anni e 10 mesi di contributi) sia a quella classica di vecchiaia (67 anni per 20 di contributi).
I requisiti a cui bisogna rispondere per accedervi sono:
- l’ iscrizione all’ assicurazione generale obbligatoria;
- l’ adesione ai fondi esclusivi o sostitutivi (in base al settore pubblico, privato o autonomo);
- il versamento di contributi dal 31 dicembre 1995.
Questione giovani e legame con questione pensioni
Un altro punto a lungo dibattuto a Palazzo Chigi è stata la questione giovani, ovvero il problema concreto e sempre più attuale di lavoro precario e salari bassi o discontinui per il mondo dei millennial e nativi digitali. Come espone Elsa Fornero, il miglioramento e la crescita economica vissuta intorno alla metà del secolo scorso ha avuto oggi una rotta di inversione. La tendenza positiva si è invertita , causando un peggioramento dello stile di vita per le popolazioni più giovani, costretti a trasferirsi all’etero per cercare lavoro o vivendo in condizioni di povertà per chi ha deciso di costruirsi una famiglia. Il divario tra le generazioni è notevole, ma la politica non sembra interessata a risolvere questo problema. Questa l’opinione dell’ex ministra, che addita l’ incidenza della globalizzazione, la pandemia e la crisi finanziaria come altrettanto deleteri e portatori di declino.
Questo discorso è prettamente legato con l’uscita da quota 100, come la Fornero stessa afferma, per questo motivo: “Non si può non vedere il venir meno di un patto economico tra generazioni, che proprio nel sistema previdenziale trova una delle sue maggiori manifestazioni. Non sarebbe responsabile, ora, effettuare nuovamente scelte in tale materia senza tener conto di questa sconfortante situazione.”
L’ errore più grave è stato dunque proprio limitare il sistema di welfare di un’intera nazione solo al sistema pensionistico. Altri sbagli compiuti sono stati l’ utilizzo di opzione donna in sostituzione di servizi di assistenza e l’ utilizzato di una prospettiva di convenienza a breve termine, che si è dimostrata una strategia deleteria. Non ci resta che attendere e sperare in nuovi sviluppi positivi.