La legge 69/2025 introduce il social media e digital manager nella PA Digitale
Al fine di migliorare l’efficienza, la trasparenza e la qualità dei servizi pubblici, negli ultimi anni si sente spesso parlare di PA Digitale. Con questo termine si vuole indicare la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, un processo che ha fatto un enorme passo avanti con la recente legge 69/2025. La nuova norma può essere indicata come un vero e proprio punto di svolta perché, per la prima volta in Italia, si prevede l’introduzione obbligatoria di nuove figure che operano nel digitale. Infatti, una parte fondamentale di quella che rappresenta una vera e propria riforma è nell’art. 4 del D.L. 25/2025, convertito in legge, che introduce ufficialmente la figura del Social Media Manager nella Pubblica Amministrazione.
PA Digitale: l’art. 4 del D.L. 25/2025
Il punto di svolta verso una PA Digitale è rappresentato quindi dall’articolo 4 del Decreto Legge 25/2025, convertito con modifiche nella legge 69/2025.
In questo articolo viene infatti stabilito in maniera chiara che le amministrazioni pubbliche dovranno necessariamente dotarsi di professionalità specifiche per la gestione della comunicazione sui social media. Di fatto, viene introdotto l’obbligo di assumere un social media e digital manager.
In sostanza, quindi, affinché si possa parlare sul serio di PA Digitale tutti gli enti pubblici, dai Comuni ai Ministeri, dovranno integrare nel proprio organico una figura dedicata alla gestione dei social, alla creazione di contenuti digitali, all’analisi delle interazioni e al monitoraggio della reputazione online dell’ente.
Le risorse dovranno essere selezionate con criteri di merito, privilegiando esperienze e competenze reali in comunicazione digitale e strumenti innovativi. Non cambiano però le modalità di selezione, perché l’articolo specifica che “il concorso è lo strumento ordinario e prioritario per il reclutamento di personale da parte delle amministrazioni”.
Decreto PA: la figura del Social Media Manager nella Pubblica Amministrazione
Il social media e digital manager nella PA, ovviamente, non si occuperà semplicemente di creare e condividere i post sui social istituzionali. Il professionista assunto dovrà avere competenze in comunicazione istituzionale, oltre che in analisi dati e in gestione delle crisi.
La nuova figura resa obbligatoria dal decreto PA, infatti, avrà un ruolo fondamentale nella comunicazione tra l’ente e i cittadini. Dovrà comunicare mediante campagne informative, rispondere a commenti e richieste, elaborare report quando necessario. Inoltre, sarà suo compito collaborare con uffici stampa, URP e responsabili dei servizi per assicurare correttezza della comunicazione.
La legge 69/2025 prevede inoltre che questa nuova figura obbligatoria sappia sfruttare le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale per ottimizzare tempi e risultati.
Non solo social media e comunicazione digitale: nuove tecnologie e intelligenza artificiale
La figura resa obbligatoria dal decreto PA Digitale è denominata, come detto, “social media manager e digital manager”. Il che significa che il professionista al quale verrà assegnata la mansione non dovrà occuparsi solamente di social e comunicazione digitale.
La legge 69/2025, infatti, non guarda solo al presente, ma getta le basi per una PA capace di affrontare le sfide del futuro. La figura del social media e digital manager è pensata per essere un facilitatore dell’innovazione, in grado di utilizzare le nuove tecnologie per migliorare la comunicazione con i cittadini. Dovrà, cioè, essere in grado di utilizzare l’Intelligenza artificiale in vari contesti, ad esempio per automatizzare risposte, analizzare commenti, prevedere trend comunicativi.
Perché si tratta di una svolta epocale
L’introduzione della figura del social media e digital manager rappresenta una svolta nella PA Digitale. Secondo Forza Italia e stando alle parole del capogruppo Paolo Emilio Russo, il cui nome figura tra i promotori della nuova riforma, è necessario fornire al pubblico le informazioni sulla Pubblica Amministrazione proprio nei luoghi virtuali dove tali informazioni vengono ricercate. E la maggior parte delle ricerche, oggi, vengono svolte online, soprattutto sui social media. Ed ecco che entra in gioco la nuova figura del social media e digital manager. Gli enti dovranno poter contare su una figura specializzata, in grado di svecchiare la comunicazione istituzionale.
Da questo punto di vista l’Italia è ben lontana da una reale PA Digitale.
Se paragonata ad altre realtà europee, infatti, l’aspetto digitale (soprattutto social) della comunicazione istituzionale è spesso carente. Il decreto PA, comunque, mira a un cambiamento radicale proprio in tal senso.
Social media e digital manager: le modalità di reclutamento secondo il Decreto PA Digitale
Il Decreto PA ha anche chiarito le modalità di reclutamento del social media e digital manager.
La selezione potrà avvenire innanzitutto internamente: si potrà cioè nominare una figura tra i membri del personale in forza.
Tuttavia, se all’interno del personale mancano le figure adatte, sarà possibile avviare nuove selezioni. E, come abbiamo anticipato, le selezioni dovranno avvenire tramite procedura concorsuale.
La legge 69/2025 chiarisce però che le eventuali nuove assunzioni non possano comportare nuovi costi per le finanze della PA. Tuttavia, nonostante questo dettaglio, è chiaro che l’introduzione del social media manager nella PA comporterà nuove assunzioni. Tra Ministeri, Regioni e Comuni, la selezione prevede l’inserimento di più di 16.000 nuovi specialisti della comunicazione.
Legge 69/2025: verso la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione
Il Decreto PA digitale non si occupa solamente di introdurre la figura del social media e digital manager. L’intera riforma prevede infatti di migliorare la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. La Legge 69/2025 intende migliorare i rapporti tra PA e cittadini, introducendo anche una riorganizzazione degli enti al fine di migliorare l’efficienza.
Ogni aspetto della vita degli enti dovrà essere interessato, dalle procedure concorsuali alla gestione dei rischi informatici. Non si tratta, dunque, solamente di migliorare la comunicazione con l’utenza finale, ma di introdurre la digitalizzazione a ogni livello.
È un passo importantissimo: ad oggi, soprattutto gli enti locali versano in uno stato di arretratezza da questo punto di vista.
Lo testimoniano i recenti dati, secondo cui più del 50% degli enti locali ha un sito istituzionale puramente informativo. Il sito web, insomma, non permette alcun dialogo coi cittadini. I dati sui pagamenti digitali sono ancor meno incoraggianti. Solo il 30% degli enti locali italiani consente, attraverso il proprio sito web, di accedere ai pagamenti online.