Nomine supplenti Gilda: l'algoritmo sembra non aver funzionato
Si conferma un malcontento generale nell’assegnazione delle nomine a tempo determinato. Sembra infatti che anche quest’anno ci siano stati numerosi errori nomine supplenti. L’algoritmo incriminato serve a mettere in atto una Chiamata Unica di tutti i docenti di scuola primaria e secondaria. Lo scopo è quello di assegnare a ogni insegnante un incarico tenendo conto delle preferenze espresse. Vediamo dunque nel dettaglio che cosa non ha funzionato.
Errori nomine supplenti: un incarico in base alle preferenze
L’algoritmo per le nomine a tempo determinato ha una sua specificità: quella di assegnare gli incarichi tenendo conto delle cosiddette graduazioni ovvero delle preferenze espresse dai docenti. In questo modo il sistema dovrebbe effettuare la scelta migliore perché ognuno riceverebbe l’incarico giusto per le sue esigenze. Il tutto considerando ovviamente la posizione in graduatoria degli assegnatari.
I criteri di funzionamento della Chiamata Unica
Sulla base delle peculiarità dell’algoritmo, la Gilda degli Insegnanti ha raccolto le lamentele. Il Sindacato dei docenti ha chiesto al Ministero di fare chiarezza sul funzionamento dell’assegnazione e sui criteri dell’algoritmo. Al centro della questione c’è dunque il funzionamento della Chiamata Unica che non si è dimostrata ancora una volta conforme alle esigenze dei docenti e dei supplenti. Ci sono in atto molti ricorsi ai quali però il Ministero non sembra aver ancora fornito una risposta soddisfacente.
Un nuovo ricorso Gilda: errori nomine supplenti
A seguire rispetto ai ricorsi già avanzati, il Sindacato Gilda ha presentato un nuovo ricorso. Il coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti Rino Di Meglio ha sottolineato il fatto che il Ministero non ha ancora fatto chiarezza e questo rende reali i sospetti di malfunzionamento dell’algoritmo. Per Gilda è fondamentale prendere le difese degli insegnanti. L’algoritmo non sembra infatti rispettare criteri di merito e di graduatoria.
Gli sbagli di assegnazione
L’algoritmo, che avrebbe dovuto abbinare rapidamente 850 mila futuri supplenti, colleziona oggi una serie di errori. A pagare per questa mancanza sono stati in primis i docenti ma anche le famiglie e gli studenti. Il sistema ha generato confusione generale e assegnato gli incarichi sbagliati rispetto alle richieste. Inoltre ha creato un danno a chi già usufruisce di legge 104. Dopo tre mesi dall’inizio della scuola si ha un quadro esaustivo delle problematiche per le graduatorie provinciali per le supplenze e su quelle a esaurimento.
Un numero alto di errori nomine supplenti
La Cgil ha contato circa 1.800 errori solo nella città di Milano. Siamo alla fine dell’anno e questo mese di dicembre è dedicato non solo alla conta dei danni ma anche al tentativo di sanare i problemi. Non tutte le questioni però sono risolvibili. Secondo Massimiliano De Conca, segretario regionale della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza della Cgil Lombardia, i problemi si stanno risolvendo di fatto solo nelle province: nella grandi città spesso sono insormontabili.
Come funziona l’algoritmo?
Nrmp: è questo l’acronimo che indica l’algoritmo dedicato alla nomina dei supplenti. Il National resident matching program match prende in esame i candidati e i loro curriculum. Utilizza le preferenze e trova l’abbinamento più adatto tra il nome e la cattedra disponibile. Si procede dunque in questo modo fino all’esaurimento delle graduatorie. Però è ormai certo che le cose siano andate diversamente. Ci sono stati errori e intoppi che non hanno tenuto conto neppure di chi ha diritto alla legge 104.
Errori nomine supplenti: lo stress test
Non ci sono dubbi: gli sviluppatori non hanno eseguito uno stress test. È ciò che si deduce da un documento ufficiale. L’algoritmo, che si è oggi rivelato un fallimento, è stato programmato al fine di assegnare le disponibilità in ordine di graduatoria. Anche i verbali di collaudo non lasciano presagire i problemi che poi si sarebbero verificati. I test si sono eseguiti lo scorso 19 luglio e sono stati ritenuti pienamente superati. Quello che chiedevano invece i sindacati già in estate era una messa a regime più lenta ma queste richieste sono rimaste inattese.
Un caos annunciato?
A quanto pare quello provocato dall’algoritmo è stato un guaio annunciato. Eppure il collaudo è stato decisamente positivo. Perché dunque il sistema è andato in tilt? Per la segreteria generale Flc Cgil Milano Jessica Merli non ci sono margini di dubbio: gli errori sarebbero tutti imputabili all’algoritmo. “Parliamo di centinaia di persone” dice “e c’è resistenza a risolvere il problema”. Sempre la Merli sottolinea come “alcuni supplenti si sono ritrovati con due ore in meno per un errore dell’algoritmo”. Questi errori hanno determinato delle implicazioni pratiche non da poco.
Gli errori dell’algoritmo: come affrontarli?
Gli errori dell’algoritmo sono un pesante fardello per l’attuale anno scolastico. Come afferma Rino di Meglio “ledono i diritti in graduatoria”. Gilda ha dunque richiesto dei “ripescaggi” in base alle graduatorie. È necessario far fronte non solo agli errori di sistema ma anche a quelli fatti dagli uffici provinciali. Alcuni hanno considerato un numero errato di cattedre disponibili. È dunque evidente che l’uso della tecnologia non vada demonizzato ma decisamente migliorato.
Il Ministero e gli errori nomine supplenti
Il Miur ha ammesso le problematiche sull’algoritmo. Dal mese di agosto quest’ultimo è andato in tilt a tutto svantaggio degli assegnatari delle cattedre. Nonostante il collaudo positivo e i test superati all’inizio, la messa a regime non ha retto le falle del sistema. Il risultato è stata una escalation di errori molti dei quali hanno danneggiato gli insegnanti sul piano pratico ed economico. Le assegnazioni spesso sono state errate e molti docenti oggi chiedono di ottenere il riconoscimento dei danni subiti.
Siamo arrivati alla fine di questo contributo sui problemi avuti dall’ algoritmo con la nomina supplenti. Il sistema informatico non ha funzionato a dovere e ha determinato una serie di errori. Questi problemi non sono stati ancora risolti e anzi sono da considerarsi come un pesante fardello per l’anno scolastico in corso. Si parla di un numero molto alto di aspiranti supplenti interessati e agli errori informatici si aggiungono anche quelli manuali provocati dagli uffici scolastici. Per Gilda bisogna continuare a difendere gli insegnanti ma anche puntare ad avere risposte chiare in merito alle problematiche. Resta infine evidente che l’algoritmo vada completamente riformulato in vista del prossimo anno scolastico.