META AI e uso dei dati personali
A partire da maggio 2025 META AI incomincerà ad utilizzare i dati personali degli utenti in Europa al fine di sviluppare, implementare e migliorare i suoi sistemi di intelligenza artificiale.
Scopriamo insieme nel dettaglio cosa sta per accadere e come agire per opporsi!
Indice
META AI: la novità di maggio 2025
Ha destato molto scalpore la notizia che META AI, a partire da maggio 2025 userà i dati pubblici e i dati generati attraverso i suoi servizi AI di tutti gli utenti maggiorenni. E quindi post, commenti, foto, didascalie ed informazioni fornite durante l’uso di servizi di IA, tra cui ad esempio gli agenti conversazionali su WhatsApp.
In questo modo, renderà possibile un addestramento adeguato all’ intelligenza artificiale e ai modelli linguistici.
Occorre subito precisare che quest’evento rappresenta di certo un punto di svolta epocale nel rapporto tra big tech, utenti e privacy. D’altra parte, in un contesto come quello prossimo futuro, in cui il trattamento dei dati assume nuove finalità rispetto a quelle originarie è normale che sorgano interrogativi di tipo giuridico, etico e sociale.
Come si svolgeranno le modalità di funzionamento dell’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale? Nello specifico, Meta prenderà i dati pubblici presenti e disponibile sulle piattaforme per permettere ai sistemi di imparare da esempi reali quali foto, post, commenti, ed ottenere:
- miglioramento della comprensione del linguaggio;
- generazione di risposte più pertinenti;
- potenziamento delle funzionalità dei nuovi strumenti AI.
Questa pratica, ad oggi, è già stata implementate da alcune grandi aziende per allenare i propri sistemi, tra cui OpenAI e Google.
Principali controversie
Il problema principale della novità di META AI è di certo il consenso.
Molte persone, infatti, potrebbero non essere consapevoli che i propri dati saranno utilizzati in questo modo se non si oppongono esplicitamente.
La novità, inoltre, non riguarda solo gli utenti attivi sulle piattaforme di Meta, ma anche coloro che pur non essendo iscritti subiscono la condivisione di informazioni online da terzi.
In quest’ottica, è fondamentale agire preventivamente e presentare opposizione entro fine maggio, per impedire a Meta sia di usare i dati già pubblicati sia di bloccare i contenuti successivi.
Da parte sua, il Garante per la protezione dei dati personali (GDPR) ha affermato che opporsi all’utilizzo dei propri dati è un diritto che può essere esercitato anche nei confronti dei sistemi di intelligenza artificiale.
Inoltre, ha sollecitato una riflessione più ampia sull’uso dei dati personali in ambito AI. Per questo motivo si sta occupando di:
- verificare che le nuove politiche Meta siano conformi alla normativa;
- mettere sotto analisi le finalità del trattamento dei dati personali;
- interrogarsi su compatibilità tra gli scopi originali della raccolta dati e il loro nuovo utilizzo;
- considerare la base giuridica e la tutela effettiva dei diritti.
A livello pratico, infatti, la possibilità di opporsi potrebbe non essere conosciuta o non essere esercitata da tutti.
Come esercitare il diritto di opposizione
Il Garante ha specificato che è importante presentare opposizione entro fine maggio. Nello specifico, l’art 21 del GDPR afferma che gli interessati possiedono diritto di opposizione al trattamento dei propri dati personali, in particolare quando basato sul legittimo interesse del titolare.
In quest’ottica, gli utenti possono quindi compilare appositi moduli online per opporsi all’utilizzo dei propri dati a fini di addestramento IA. Allo stesso modo, anche i non utenti, le cui informazioni potrebbero essere state condivise da terzi, ad esempio in foto, hanno diritto di opporsi tramite un modulo dedicato il cui accesso è garantito anche senza login.
Solo agendo in questo modo è possibile impedire a Meta AI di utilizzare i dati già pubblicati.
In una casistica a parte rientra quella dei minorenni. I loro dati, infatti, sono esclusi automaticamente dal trattamento, ma se compaiono in contenuti pubblicati da adulti, genitori o tutori legali hanno anch’essi il diritto di usufruire dei moduli riservati ai non utenti ed esercitare l’opposizione a loro nome.
Occorre infine precisare che, se l’opposizione arriverà dopo l’entrata in vigore dell’implementazione Meta AI, i dati precedentemente pubblicati saranno utilizzati per l’addestramento dell’IA e il blocco protettivo riguarderà solo i contenuti futuri.
META AI: la base giuridica del legittimo interesse
Il trattamento dei dati personali da parte di Meta AI per l’addestramento dei suoi sistemi di intelligenza artificiale si basa sulla base giuridica del “legittimo interesse” ai sensi dell’articolo 6 del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR).
Nonostante Meta invochi il legittimo interesse come base giuridica per il trattamento dei dati personali nell’addestramento dell’IA, questa posizione è in fase di valutazione dall’autorità competenti. Esse sottolineano infatti che la base giuridica dbba essere utilizzata con cautela e unicamente in presenza di specifiche condizioni quali:
- legittimità e conformità del trattamento ai principi del GDPR;
- compatibilità tra le finalità originarie della raccolta dei dati e il loro utilizzo per l’addestramento dell’IA;
- necessità del trattamento nel perseguimento dell’interesse legittimo del titolare del trattamento;
- proporzionalità e bilanciamento tra interessi del titolare e rispetto dei diritti e delle libertà degli utenti;
- trasparenza: informazione adeguata rivolta verso gli interessati riguardo al trattamento, modalità e scopi;
Il caso Meta si inserisce in un contesto più ampio che impone una riflessione etica sull’ utilizzo di informazioni personali in ambiti innovativi ma ad alto rischio. La possibilità di esercitare i propri diritti in modo consapevole è infatti ad oggi fondamentale contro la perdita di controllo sui propri dati, in uno scenario come quello attuale dominato da sistemi IA sempre più pervasivi.
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