Lavoro: posti di lavoro vacanti ma mancano i giovani da assumere
Da qualche tempo si sente ripetere che mentre i posti di lavoro aumentano, i candidati per occuparli sono introvabili. Persino tra le schiere dei giovani è difficile trovare il personale necessario per più di metà dei profili lavorativi. Le ragioni sono diverse, a partire dalla tipologia di contratti che vengono proposti alle qualifiche richieste per le posizioni offerte.
I settori che incontrano queste difficoltà per i posti di lavoro presenti sono diversi: meccanico, informatico, edilizio. Laureati e diplomati è ora che si facciano avanti.
Quali sono i posti di lavoro che restano deserti?
Secondo i dati forniti da Unioncamere e dall’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (Anpal) reperire i candidati per le aziende è sempre più difficile. La difficoltà media è salita al 40%, ben dieci punti percentuali rispetto al luglio 2021, e purtroppo pare sia destinata ad aumentare.
L’aspetto più curioso però è che un terzo degli annunci è rivolto ai giovani talenti e che questi sono i più difficili da trovare. I posti di lavoro che sembrano impossibili da riempire riguardano soprattutto il ruolo dell’operaio specializzato e le diverse professioni tecniche.
Subito dopo vengono le professioni a livello dirigenziale, più improntate però per candidati con esperienza e presumibilmente più maturi. Più rivolte ai giovani però sono i posti come operai responsabili di macchinari, fissi e mobili, adatti anche ad apprendisti diplomati.
Sorprende però che anche i profili del settore commerciale sembrino avere carenza di soggetti interessati tra i giovani. Persino i posti di lavoro che non richiedono particolari qualifiche presentano una difficoltà di reperimento di poco inferiore al 30%.
Il problema emerge lampante osservando questo ultimo dato. Non si tratta tanto di un dilemma legato alla presenza di profili qualificati ma più alla mancanza di candidati interessati alle posizioni offerte.
Un problema di contratto?
Se di fronte a decine di migliaia di posizione manca la folla di interessati è bene cercare di analizzare quale sia il motivo più plausibile. I posti di lavoro presentati possono riguardare posizioni interessanti ma chiaramente ogni candidato valuta anche il tipo di contratto.
A questo proposito, sempre stando ai dati di Anpal emerge che più della metà delle posizioni è a tempo determinato. Vale a dire un contratto di qualche mese o nel migliore dei casi di circa un anno. Alcuni lo potrebbero vedere come una possibilità di fare esperienza, ma di sicuro non qualcosa su cui fare affidamento sul lungo termine. Non troppo diverso da uno stage insomma.
I posti di lavoro a tempo indeterminato ancora scoperti sono solo il 16% delle offerte. Ai giovani al di sotto dei trent’anni possono fare gola anche dei contratti di apprendistato visto che hanno durata triennale, ma essi sono solo un mero 5% delle posizioni aperte.
Una parte dei candidati che si presentano però, circa il 10-12%, presenta un’esperienza insufficiente a dispetto della giusta formazione. Il che significa che i posti a tempo determinato e gli stage sarebbero esattamente ciò che potrebbe aiutarli, paradossalmente. Tuttavia spesso questi sono pagati poco e non suscitano interesse.