Diventare insegnante di sostegno
Tra le diverse tipologie di docenti previste in Italia c’è l’insegnante di sostegno. Questa figura specializzata, introdotta con legge nel 1977, deve garantire gli apprendimenti e l’inclusione in classe in caso di studenti affetti da disabilità. Ma il suo operato non si esaurisce a questo. Il docente di sostegno deve infatti lavorare con l’intera classe e agire per promuovere l’inclusione di tutti gli studenti presenti.
Ma qual è il percorso per diventare insegnante di sostegno, quali sono i requisiti previsti e quali le opportunità di lavoro in Italia? Lo scopriremo insieme in questa guida.
Chi è l’insegnante di sostegno
In Italia, un insegnante di sostegno è quel docente specializzato che viene assegnato ad una classe qualora sia presente uno studente affetto da disabilità.
Il compito principale di questo insegnante è infatti quello di favorire l’apprendimento scolastico dello studente con disabilità. Il docente deve anche favorirne l’inclusione.
Nel nostro Paese, questa specifica figura è prevista all’interno della scuola dell’obbligo. La sua introduzione formale avvenne nel 1977, con la Legge n. 517, denominata Norme sulla valutazione degli alunni e sull’abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell’ordinamento scolastico.
Tuttavia, l’obbligo di nominare un insegnante di sostegno vige dal 1923, quando la Riforma Gentile impose la presenza di queste figure specializzate in caso di alunni ciechi o sordi.
All’epoca, comunque, esistevano ancora le cosiddette classi differenziali e le scuole speciali. Per l’inserimento degli allievi con disabilità in scuole e classi comuni si è dovuto attendere fino al 1975. Fu in quell’anno che la senatrice Falcucci propose le classi comuni per tutti gli studenti. Successivamente, con la già citata Legge 4 agosto 1977, n. 517, vennero abolite le classi differenziali. Al contempo, venne introdotta la presenza dell’insegnante di sostegno alla disabilità.
Cosa fa: ruolo e mansioni
In ogni classe dove sia presente un alunno con disabilità, deve dunque essere presente, per legge, un insegnante di sostegno.
Abbiamo però già anticipato che il suo lavoro non è rivolto solamente allo studente con disabilità. Pur occupandosi di sostegno e inclusione, questo docente deve lavorare con l’intera classe. Per questo, parteciperà ai consigli di classe e potrà prendere decisioni insieme al resto del corpo docente.
Il suo compito principale è stimolare l’apprendimento e renderlo inclusivo, non solamente per lo studente disabile. Dovrà aiutare a favorire l’apprendimento per tutti gli alunni presenti in classe.
Per raggiungere questo obiettivo, potrà sviluppare, insieme al resto dei docenti, una strategia didattica inclusiva. Tra i suoi compiti, poi, c’è anche la stesura del PEI, il Piano Educativo Individualizzato necessario per garantire l’inclusione dell’alunno con disabilità.
Il percorso formativo
Per diventare insegnante di sostengo in Italia, è attualmente necessario conseguire un’abilitazione. Questa si ottiene tramite un corso di specializzazione con annesso TFA, ossia tirocinio formativo attivo.
Prima di accedere al corso, tuttavia, è necessario conseguire il titolo di studio adatto. Chi intende diventare docente di sostegno per la scuola primaria, dovrà conseguire una laurea a ciclo unico in Scienze della formazione primaria (LM-85 bis) o un titolo equipollente.
Chi aspira a insegnare nella scuola secondaria, invece, dovrà ottenere un’abilitazione specifica per la classe di concorso. È inoltre richiesta una Laurea magistrale biennale o a ciclo unico.
Come si diventa insegnante di sostegno: il TFA
Dopo aver conseguito il titolo di studio, l’aspirante insegnante di sostegno potrà ottenere l’abilitazione. Per questo, sarà necessario il TFA sostegno, il Tirocinio Formativo Attivo che consente di ottenere la specializzazione.
Si tratta di un percorso formativo al termine del quale si acquisiranno le competenze necessarie per implementare un piano didattico realmente inclusivo. L’aspirante docente di sostegno dovrà sostenere diverse prove al termine del tirocinio. Solo che le supererà tutte potrà presentarsi al concorso.
Il concorso per diventare docente di sostegno
Per diventare insegnante di sostegno in Italia, infatti, è previsto un concorso che viene periodicamente bandito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Uno dei requisiti di partecipazione al concorso riguarda in effetti il TFA. Solo chi ha completato il percorso di tirocinio e superato gli esami può partecipare al concorso. Di solito, i concorsi per accedere all’insegnamento di sostegno vengono suddivisi in due categorie.
La prima riguarda la scuola secondaria di primo e secondo grado. È possibile, in questo caso, concorrere per entrambi i concorsi, a patto di possedere i titoli adatti.
Il secondo concorso riguarda l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e in quella primaria. Anche in questo caso, se si possiedono i titoli, si può partecipare a entrambe le tipologie di concorso.
L’aspirante insegnante di sostegno dovrà sostenere tre prove. Il primo test è preselettivo, e si compone di 60 quesiti a risposta multipla. In questa prova verranno valutate le competenze linguistiche, socio-psico-pedagogiche, didattiche, oltre che empatia e intelligenza emotiva.
La seconda prova sarà scritta e prevede domande a risposta aperta. Servirà perla valutazione delle competenze didattiche, psicopedagogiche e metodologiche richieste a un insegnante di sostegno.
Quanto alla terza prova, consiste in un colloquio orale, nel corso del quale il candidato dovrà misurarsi con una lezione simulata.
In tutti i casi, per superare le prove bisognerà raggiungere il punteggio minimo di 21/30.
Dall’insegnante di sostegno al docente per l’inclusione: la proposta della Lega
Non è escluso che, nei prossimi anni, la figura dell’insegnante di sostegno possa essere affiancata (o sostituita) da una nuova tipologia di docente. Nei mesi scorsi, infatti, la Lega ha presentato alla Commissione Cultura della Camera una proposta di legge per l’introduzione del docente per l’inclusione.
Stando al progetto della Lega, questa nuova figura dovrebbe collaborare con gli insegnanti curricolari, al fine di introdurre nuove strategie didattiche che favoriscano l’inclusione. Tuttavia, la proposta ha sollevato diversi dubbi. Quella dell’insegnante di sostegno, infatti, non è una figura formalmente codificata.
All’interno della L. 104 si parla di docenti specializzati in attività di sostegno. Non è chiaro, dunque, se le due figure siano complementari o sovrapposte. La proposta di legge prevede comunque che il docente per l’inclusione debba occuparsi sia di alunni affetti da disabilità, sia di studenti con Bisogni Educativi Speciali.
Per saperne di più sull’eventuale introduzione di questa nuova figura, comunque, dovremo attendere ancora qualche settimana.