Falsi profili social e reato informatico
Ad oggi, il fenomeno dei falsi profili social, creati per le più svariate ragioni, è in continua espansione.
Analizziamo insieme quali sono le normative a proposito presenti nel nostro ordinamento!
Indice
Che cosa sono i falsi profili social
Un falso profilo è un’identità fake creata in ambienti digitali quali social network, forum e chat. In questi contesti, l’iscrizione avviene tramite nickname, pseudonimi e identità fittizie senza necessitare l’utilizzo del proprio nome reale.
Per essere definito come tale, esso implica determinate caratteristiche:
- presentazione di sé con attributi non corrispondenti alla realtà;
- menzogna sulle proprie generalità;
- assunzioni di qualità specifiche e rilevanti nel contesto di riferimento;
- usurpazione dell’identità altrui
- dichiarazione di false convinzioni per infiltrarsi in un ambiente.
A livello generale, le motivazioni che spingono l’autore a perseguire la creazione di un fake account sono:
- spiare altri utenti mantenendo anonimato;
- instaurare relazioni sentimentali ingannevoli;
- danneggiare la reputazione del soggetto impersonato;
- pubblicare false recensioni;
- eludere restrizioni imposte sul proprio account personale.
In realtà, l’anonimato di questi profili è solo parziale. È infatti possibile rivelare l’indirizzo IP e, di conseguenza, l’identità dell’utente.
Purtroppo, non sempre è semplice distinguere gli account veri dai fittizi, soprattutto quando sono creati per commettere reati. Per accertarsi della loro genuinità è consigliato:
- verificare la completezza delle info presenti;
- controllare tra i tag;
- verificare se e quanti contenuti condivide;
- scaricare l’immagine profilo ed analizzarla su Google. Se è associata a più persone, non corrisponde ad un’identità reale.
I reati imputabili ai falsi profili social
La creazione di falsi profili social, di per sé, non costituisce reato: lo diventa qualora esso venga creato per ingannare.
Nello specifico:
- sostituzione di persona: quando ci si spaccia per qualcun altro, non necessariamente per commettere un illecito. Ad esempio, tramite foto, generalità e nickname altrui, quando lo pseudonimo è riconducibile ad una specifica persona fisica;
- diffamazione aggravata: quando l’obiettivo è rovinare la reputazione altrui mediante la diffusione di contenuti. Aggravata perché le offese pubblicate sul web possono potenzialmente raggiungere un numero indefinito di utenti;
- furto d’immagine: quando si utilizzano immagini rubate ad un altro profilo. Il reato sussiste anche se il nome utente non coincide con quello del soggetto presente in foto.
In caso di questi reati è quindi possibile presentare la denuncia. A questo punto, il PM può chiedere gli accessi ai provider, che sono tenuti a collaborare, per risalire alla vera identità dietro il fake account.
Come è naturale, la creazione di falsi profili è un comportamento che infastidisce a prescindere dalla commissione di un illecito. Purtroppo, però, se esso non costituisce reato, non ci sono gli estremi per la denuncia. L’unica soluzione diventa bloccare l’utente con i mezzi forniti dal social stesso.
Come procedere alla denuncia
Dopo l’individuazione di falsi profili è necessario valutare se esso sia stato creato per perseguire una finalità che non ha nulla a che vedere con lo scherzo. In tal caso si consiglia di inviare una segnalazione alla piattaforma di riferimento.
Nella maggior parte dei social, è presente la dicitura Segnala/blocca che permette, oltre ad impedire che il fake account visualizzi i contenuti, anche di di indicare il motivo della segnalazione. A livello generale, si può scegliere tra:
- nome falso;
- minacce/abusi/molestie;
- profilo falso;
- contenuti inappropriati.
La vittima che segnala rimane anonima e non è rintracciabile dall’utente oggetto della segnalazione.
Invece, nel caso in cui siano state commesse le condotte illecite menzionate poco fa (come, ad esempio, il furto dell’immagine personale), è possibile sporgere denuncia alla Polizia Postale. Nel farlo, è necessario procurarsi prove del reato attraverso screenshot. L’atto viene depositato presso la Procura della Repubblica del luogo di residenza e si aprono le indagini di durata tra 6 mesi e un anno.
In alternativa, se il soggetto che ha creato il profilo fake è già stato identificato. è possibile mandare una diffida legale.
Infine, nello specifico caso di furto d’identità, si può procedere con una segnalazione al Garante della privacy per violazione del GDPR.
Come risalire al codice ID
Bloccare un account falso o inviare una segnalazione sulla piattaforma di riferimento non permette di risalire alla vera identità della persona che ha creato il profilo falso.
Nel momento in cui si presenta la denuncia per comportamenti lesivi da parte è necessario fornire le testimonianze dei commenti ricevuti tramite screenshot e il codice identificativo dell’account. Qualora l’autore abbia commesso un reato, le autorità possono provare ad identificare l’account tramite il suo ID.
Si tratta del numero che identifica in modo univoco l’account di qualunque utente iscritto ad un social network.
Si tratta del numero che identifica in modo univoco l’account di qualunque utente iscritto ad un social network.
Per recuperare il profilo ID di un utente è necessario seguire un procedimento che prevede di:
- visualizzare a pagina dell’account fake in questione;
- cliccare su un qualsiasi punto della pagina per selezionare la voce Visualizza/Mostra sorgente pagina;
- cercare nella schermata che si apre la dicitura profilo id, accanto a cui è presente un numero.
E proprio questo numero, composto da molte cifre, è il codice ID dell’account. Ad oggi, inoltre esistono diversi siti con i quali è possibile individuarlo con estrema facilità.
Come abbiamo visto insieme, il web pullula di un numero impressionante di profili fake. La creazione di tali account potrebbe rappresentare un reato in alcune circostanze, nelle quali risulta indispensabile difendersi.
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