Il dropshipping e le clausole importanti
Il dropshipping è un modello di business che permette al venditore di delegare alcune responsabilità al fornitore, focalizzandosi unicamente sulle attivitò di marketing e promozione.
Analizziamo insieme di cosa si tratta e quali sono le normative legali da rispettare!
Indice
Che cos’è e come funziona
Il dropshipping è un modello di business e-commerce tramite cui un venditore acquista prodotti senza possederli fisicamente. Egli, infatti, quando un cliente procede con l’acquisto, delega la responsabilità ad un soggetto terzo, il fornitore “dropshipper” che si occupa di:
- stoccaggio
- imballaggio
- consegna
Questo business coinvolge quindi tre soggetti: marketer, fornitore ed acquirente.
L’accordo permette infatti al titolare di un sito web, reseller o marketer, di vendere attraverso commercio elettronico le merci detenute dal fornitore al cliente. I consumatori acquistano sul sito, accettando termini e condizioni del marketer, ma i prodotti ordinati vengono spediti dal fornitore, con il quale hanno un rapporto diretto.
L’accordo permette infatti al titolare di un sito web, reseller o marketer, di vendere attraverso commercio elettronico le merci detenute dal fornitore al cliente. I consumatori acquistano sul sito, accettando termini e condizioni del marketer, ma i prodotti ordinati vengono spediti dal fornitore, con il quale hanno un rapporto diretto.
In questo modo il venditore crea un sistema efficiente che gli permette di:
- risparmiare sulle spese di imballaggio, trasporto e scorte;
- focalizzarsi sulle attività di promozione e marketing;
- eliminare la necessità di mantenere un inventario fisico;
- risparmiare, di conseguenza, sulle spese di magazzino.
Ad oggi, questo modello in Italia è pienamente legale. Occorre però sottolineare che esso comporta obbligatoriamente l’adesione a specifiche norme legali che riguardano vari aspetti dell’attività commerciale. Il dropshipping è a tutti gli effetti un’e-commerce e il venditore deve rispettare le normative che riguardano i negozi online.
Queste regolamentano fattori fondamentali quali
- sicurezza dei prodotti;
- protezione dei dati personali;
- diritti dei consumatori;
- fiscalità.
Contratto dropshipping: che cosa prevede
Il contratto di dropshipping viene stipulato tra marketer e fornitore. Nella stesura dello stesso il reseller deve accertarsi che siano presenti determinate clausole a proposito di:
- prodotti: caratteristiche delle merci dettagliate (composizione, misure, peso, foto). E anche tutto ciò che richiedono le normative, in caso di prodotti per cui la legge prevede un regime specifico;
- modalità di consegna: nello specifico trasmissione dell’ordine, metodo di spedizione, corrieri ai quali ci si appoggia e relativi prezzi e costi di consegna;
- customer service: politiche messe in atto per restituire il prodotto nel caso in cui un cliente non fosse soddisfatto della merce;
- responsabilità degli eventuali danni per prodotto difettoso: in toto in carico al fornitore;
- durata del contratto: compreso l’eventuale scioglimento anticipato con preavviso di comunicazione;
- risoluzione del contratto: eventualmente relative a cattiva gestione o mancato mantenimento degli accordi.
Come abbiamo visto insieme finora, il dropshipping è legale e, in quanto e-commerce, applica la normativa per il commercio elettronico che prevede specifici termini e condizioni. Inoltre, il venditore deve anche:
- comunicare che la spedizione verrà effettuata dal dropshipper;
- fornire la garanzia obbligatoria di conformità di due anni sulla merce venduta;
- prevedere una politica di resi e il diritto di recesso coerenti ed agevoli da usufruire.
Vantaggi e rischi principali
I benefici dello dropshipping sono differenti per venditori e fornitori. I primi hanno la possibilità di aprire un’attività a basso costo operativo potenzialmente molto remunerativa, senza necessità di investire capitali ingenti. Non c’è infatti la necessità di disporre di un magazzino per i prodotti né di assumere dipendenti. Inoltre, il rischio imprenditoriale è molto basso.
Ai fornitori è invece garantita flessibilità e facilità di gestione. La possibilità di aumentare il proprio giro di affari, beneficiando di una maggiore capillarità di penetrazione commerciale a condizioni competitive, è molto alta.
D’altro lato, i principali svantaggi di questo modello si riflettono principalmente sul venditore. Il rischio è quello di:
- bassa percentuale di guadagno: il margine è molto variabile ed oscilla tra il 5-30%. Fare business in dropshipping non significa partire a costo zero. Infatti, come per ogni altro tipo di attività online, è necessario un investimento in marketing e in altre attività promozionali;
- alta concorrenza: distinguere la propria offerta da quella degli altri concorrenti potrebbe risultare molto difficile;
- fornitori poco affidabili: eventuali problemi con disponibilità e consegna dei prodotti andranno ledere direttamente la reputazione del venditore.
Infine, anche per il cliente finale sussiste qualche rischio. In particolare, se lo scambio avviene al di fuori della Comunità europea, gli oneri doganali ricadono sull’utente.
Come fare dropshipping in Italia
Ad oggi, anche nel nostro Paese si è diffusa questa forma alternativa di modello commerciale.
Fare dropshipping in Italia significa avviare un’attività commerciale vera e propria. Per farlo sono innanzitutto necessari investimenti, ad esempio su hosting e piattaforme di e-commerce, remunerazione di eventuali collaboratori ed oneri amministrativo/fiscali. Inoltre, si devono ricercare dropshipper corretti, trasparenti, puntuali e collaborativi.
Per trovare un buon fornitore è necessario appoggiarsi a chi consente di:
- monitorare le consegne in modo semplice e puntuale;
- adottare delle politiche di reso comode e vantaggiose per i clienti;
- accettare opzioni di pagamento flessibili e in linea con le preferenze;
- non prevedere costi aggiuntivi o quote di partecipazione per il proprio programma di vendita.
Al contrario, è necessario non operare con corrieri poco conosciuti o che non offrono sufficienti feedback positivi a supporto e diffidare di chi chiede soldi per farvi entrare nel business.
Per quanto riguarda i costi necessari ad avviare un dropshipping business le principali voci di spesa sono quelli amministrativi, di marketing e per l’e-commerce. A livello generale, stiamo parlando rispettivamente di prezzi quali 5.000 €, 1.000/2.000 € e 300/400 € per un totale di circa 8000-10.000€ all’anno.
Infine, è necessario rispettare quanto previsto dalla normativa fiscale italiana sul tema, aprendo una partita IVA e rispettando una serie di adempimenti fiscali.
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