Come gestire il disturbo oppositivo provocatorio a scuola
Tra i vari disturbi che possono manifestarsi nel bambino, figura anche il cosiddetto DOP, disturbo oppositivo provocatorio. Secondo le stime, almeno un bambino su dieci mette in atto comportamenti sfidanti e ostili, sia in famiglia che a scuola. In questi casi, il piccolo potrebbe essere affetto da DOP.
Anche se, al pari di altri disturbi come l’ADHD, investe il comportamento, questo disturbo è stato classificato tra i disturbi dirompenti.
Il suo esordio è precoce, e si può manifestare già prima dell’ingresso alla scuola primaria. La gestione in classe del piccolo affetto da disturbo oppositivo provocatorio prevede la conoscenza delle sue caratteristiche.
Per tale ragione, in questa guida, analizzeremo in dettaglio i comportamenti oppositivi provocatori. Scopriremo inoltre come agire e quali sono le tecniche educative didattiche migliori per affrontare questa problematica a scuola.
Dop, disturbo oppositivo provocatorio: di cosa si tratta
Quando si parla di DOP, disturbo oppositivo provocatorio, si intende un disturbo comportamentale che, generalmente, riguarda i bambini in età scolare.
Il piccolo che presenta DOP attua dei comportamenti ostili, è collerico e si oppone alle figure adulte. Infatti, gli atteggiamenti vendicativi vengono spesso rivolti ai genitori o agli insegnanti.
Tuttavia, in caso di disturbo, anche i coetanei vengono coinvolti. Il bambino mostra una spiccata tendenza al litigio, urla spesso e non rispetta comandi e regole.
Inoltre, in caso di rimproveri, spesso ride e tende a dare la colpa agli altri anche quando la colpa è palesemente la sua.
Perché si possa parlare di comportamenti oppositivi provocatori veri e propri, comunque, questi devono essere messi in atto per almeno sei mesi.
Purtroppo, questo disturbo comporta delle relazioni negative, sia con la famiglia, sia con coetanei ed insegnanti.
Le origini del disturbo
Non è ancora chiara l’origine del disturbo oppositivo provocatorio, la cui eziologia è ancora oggetto di studi.
Tuttavia, le ipotesi per spiegare da dove il DOP possa derivare sono molte. Alcuni studiosi concordano sulla componente emotiva, indicando come causa principale un’elevata reattività emozionale. La quale, generalmente, si accompagna anche ad una scarsa tolleranza alle frustrazioni.
Altri studiosi, invece, insistono soprattutto sul ruolo del contesto ambientale nello sviluppo dei comportamenti oppositivo provocatori.
Lo testimonia il fatto che, spesso, le famiglie dei piccoli affetti sono rigide, instabili, o tendenti all’abuso.
Comorbilità: le patologie correlate
Quel che è certo è che il DOP, spesso e volentieri, si manifesta insieme ad altri disturbi tipici dell’età evolutiva.
Infatti, frequentemente il disturbo oppositivo provocatorio si accompagna ad ADHD, iperattività e deficit dell’attenzione.
Inoltre, è possibile che il bambino oppositivo provocatorio sviluppi concomitanti disturbi dell’umore, disturbi d’ansia e DOC (disturbo ossessivo-compulsivo).
Non poi è infrequente che il bambino con comportamenti oppositivi provocatori si trasformi, da adulto, in un soggetto con disturbi della condotta.
Ovviamente, non è corretto dire che tutti i bambini con DOP svilupperanno, da adulti, un disturbo della condotta. Spesso, però, da adulti i soggetti con storia caratterizzata da questo disturbo sviluppano dipendenze, abusi di sostanze, disturbi dell’umore e comportamenti impulsivi.
Il primo passo per agire su un bambino con DOP è la diagnosi. Per aiutare un piccolo con disturbo oppositivo provocatorio, test e valutazioni approfondite sono dunque d’obbligo. La diagnosi va affidata ai professionisti, quali psicologi e neuropsichiatri infantili. Queste figure, mediante specifici test e indagini, saranno in grado di diagnosticare correttamente il disturbo.
La terapia cognitivo – comportamentale
Una volta ottenuta la diagnosi di disturbo oppositivo provocatorio, sarà fondamentale agire. La terapia d’elezione è quella cognitivo comportamentale.
Grazie a questo tipo di terapia, il piccolo imparerà a individuare i pensieri responsabili del DOP. Gli verranno anche forniti gli strumenti adatti ad evitare tali comportamenti.
La terapia cognitivo – comportamentale, cioè, agisce su rabbia ed eccessi d’ira e permette al bambino di modificare gli atteggiamenti provocatori.
Inoltre, è necessario fornire ai genitori un adeguato supporto, mediante attività di parent training.
I genitori del bambino con DOP devono, cioè, apprendere la maniera giusta per rispondere ai comportamenti oppositivo provocatori. Il che include la ricompensa in caso di atteggiamenti positivi e la riduzione dei fattori scatenanti.
Come gestire i comportamenti oppositivi provocatori a scuola
Ma come ci si deve confrontare in classe in caso di comportamenti oppositivo provocatori?
Per gli insegnanti, la gestione di un bambino con disturbo oppositivo provocatorio può risultare particolarmente frustrante. Eppure, esistono tutta una serie di tecniche educative che possono essere messe in atto con successo.
Le analizzeremo in dettaglio nei paragrafi successivi.
Gestione ferma del DOP
Un insegnante che si trova di fronte ad un DOP, spesso, ha la tendenza a reagire alimentando la discussione. Eppure, non si tratta del comportamento adeguato: bisognerebbe gestire i comportamenti oppositivo provocatori con fermezza, ma con calma.
In caso contrario, si rischia di ottenere la reazione opposta, alimentando i comportamenti problematici. Rispondere alle provocazioni con la medesima modalità comunicativa, tra l’altro, non è corretto.
Disturbo oppositivo provocatorio: l’importanza delle regole
Altro aspetto fondamentale nella gestione riguarda le regole. Una delle caratteristiche del bambino con disturbo oppositivo provocatorio è proprio l’avversione a tali regole.
Per questo è importantissimo stabilirle in anticipo, specificando anche eventuali punizioni in caso di mancato rispetto delle prescrizioni. Inoltre, è necessario accertarsi che il bambino abbia pienamente compreso sia la regola che l’eventuale sanzione per la sua trasgressione.
Quanto appena detto, comunque, non significa assolutamente che bisognerà puntare sulle punizioni per la gestione dei comportamenti oppositivi provocatori. È stato dimostrato che premiare i comportamenti corretti, piuttosto che punire quelli scorretti, è più profittevole.
Obiettivi e routine per la gestione del DOP
Quando, in classe, ci si ritrova a dover gestire un bambino con disturbo oppositivo provocatorio, è fondamentale ragionare per obiettivi.
E, per raggiungerli, è buona regola stabilire delle routine che aiutino a non perdere il focus. Le routine, infatti, aiutano il bambino a regolare al meglio i propri comportamenti ed evitano gli atteggiamenti provocatori.
Interventi sui comportamenti provocatori
Molto spesso, il bambino con disturbo oppositivo provocatorio ha la tendenza ad iniziare liti coi compagni e i coetanei. In questi casi, l’insegnante tende a prendere le parti degli alunni offesi. Tuttavia, per gestire al meglio questo aspetto tipico del DOP, è più utile aiutare il piccolo a riformulare le sue frasi, eliminando gli atteggiamenti offensivi.