ADHD, il disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività
Quello dell’ADHD – acronimo di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività – è un tema che chi lavora nel contesto scolastico moderno deve assolutamente conoscere. Se sei un insegnante, probabilmente avrai già incontrato studenti che, nonostante la loro intelligenza e creatività, faticano a mantenere l’attenzione, sono spesso iperattivi o impulsivi.
Questi comportamenti, se non gestiti correttamente, possono influenzare negativamente il rendimento scolastico. Inoltre, questo disturbo ha purtroppo risvolti negativi sul benessere emotivo degli alunni, e può rendere più difficile il lavoro dell’insegnante.
Immagina un ambiente di apprendimento dove ogni studente, indipendentemente dalle sue difficoltà, può esprimere al massimo il proprio potenziale. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale conoscere e adottare strategie efficaci per supportare gli studenti con ADHD. Non si tratta solo di facilitare il loro percorso educativo, ma anche di creare una classe più inclusiva per tutti.
Per tutte queste ragioni abbiamo creato questa guida, dove affrontiamo cos’è l’ADHD e come individuarlo. Ma, soprattutto, analizzeremo le tecniche più efficaci e le pratiche che possono trasformare il tuo approccio didattico, aiutandoti a gestire con successo gli alunni con deficit attenzione e iperattività.
ADHD: cos’è il deficit attenzione e iperattività
Per comprendere come gestire correttamente l’ADHD a scuola, però, dobbiamo partire dalle basi.
In primis, infatti, bisogna chiarire cosa si intende con “deficit dell’attenzione e iperattività”. Questo tipo di disturbo fa parte di quelli del neurosviluppo, ed è abbastanza frequente. Colpisce infatti dal 3 al 5% di bambini, i quali generalmente, quando affetti, hanno un Quoziente Intellettivo abbastanza elevato (talvolta superiore alla media).
Inoltre, c’è anche da sottolineare che questo disturbo colpisce in prevalenza il sesso maschile. Il rapporto medio è infatti 3:1.
Sebbene si manifesti in età scolare, l’ADHD permane anche nell’età adulta.
Quanto alle sue manifestazioni, si presenta con difficoltà a mantenere l’attenzione. I soggetti con ADHD hanno difficoltà a contenere l’impulsività, e manifestano un’attività motoria accentuata.
In merito alle motivazioni e all’origine del deficit dell’attenzione e iperattività, invece, sono molto gli studi che hanno cercato di individuare l’eziologia. Alcune ricerche hanno evidenziato come, nelle persone affette, le aree cerebrali che governano motivazione ed emozioni siano ridotte rispetto al normale. Anche le regioni coinvolte nel controllo del comportamento, secondo vari studi, risultano di volume inferiore.
Disturbo attenzione e iperattività: i sintomi
I sintomi dell’ADHD hanno a che fare con la disattenzione e l’impulsività.
L’entità dei sintomi è in grado di causare non solo un enorme disagio, ma anche una mancata capacità di attenzione, che risulta non in linea con l’età anagrafica.
I sintomi più frequenti sono i seguenti:
- Mancanza di concentrazione e facile distrazione
- Difficoltà nel completamento delle attività
- Apparente disinteresse per quanto viene detto
- Eccessiva vivacità, tendenza a correre, arrampicarsi o saltare sulle sedie
- Tendenza a parlare in continuazione e a rispondere impulsivamente prima di ascoltare l’intera domanda
- Difficoltà ad aspettare il proprio turno in coda o in un gruppo di lavoro
- Possibili difficoltà di apprendimento significative, con il rischio di restare indietro rispetto ai compagni di classe e conseguenti danni emotivi.
La diagnosi viene effettuata in caso di presenza, per almeno sei mesi, di almeno sei dei sintomi appena elencati.
L’ADHD a scuola: le principali difficoltà scolastiche
In base a quanto detto fino ad ora relativamente ai sintomi dell’ADHD, cercheremo ora di tradurre i comportamenti tipici degli affetti a scuola.
I piccoli con disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, in generale, presentano difficoltà anche a livello delle attività quotidiane. Soprattutto a scuola, però, si manifestano come inquieti, impulsivi e frettolosi.
Sono inoltre poco capaci di pianificare e organizzare i compiti scolastici.
Anche le attività più semplici, come ad esempio l’organizzazione del materiale scolastico da portare a lezione, risultano complesse.
In classe, poi, un ragazzino affetto da deficit dell’attenzione e iperattività avrà la tendenza a interrompere gli altri.
Non è infrequente, purtroppo, che il bambino risponda a tali difficoltà e frustrazioni con comportamenti oppositivi e provocatori. Potrebbe anche sviluppare ansia, isolamento sociale e mancanza di relazioni con gli altri coetanei.
Strategie di gestione in contesto scolastico
I contesti in cui il bambino è chiamato ad assolvere compiti che hanno a che fare con l’apprendimento possono essere molto frustranti in caso di ADHD.
Per questo, è importante, soprattutto a scuola, applicare delle corrette strategie per gestire al meglio il disturbo.
Di seguito, quindi, analizzeremo le più efficaci e utili per la gestione di impulsività e mancanza di attenzione.
ADHD e regole condivise
Di norma, il ragazzino con ADHD ha difficoltà a rispettare le regole. Una caratteristica che dipende da due fattori: l’impulsività e la mancanza di concentrazione.
Tuttavia, tra le strategie più efficaci da applicare in contesto scolastico abbiamo proprio la creazione di regole. Le quali, ovviamente, dovranno possedere delle caratteristiche specifiche. Devono cioè essere chiare e, soprattutto, numericamente esigue. Inoltre, le regole vanno applicate e condivise dall’intera classe, non soltanto dal piccolo con disturbo dell’attenzione.
Spesso condividere le regole con disegni o frasi su un cartellone appositamente realizzato dal gruppo classe è utile.
L’importanza delle routine
In caso di disturbi da deficit di attenzione e impulsività, poi, la creazione di routine prestabilite può aiutare nell’autoregolazione. Come abbiamo visto, l’ADHD porta con sé una scarsa capacità di pianificazione.
Disporre di uno schema già strutturato e consolidato nel tempo, quindi, aiuterà il bambino a gestire meglio i compiti e il tempo.
Problem solving e auto-istruzioni
L’ADHD è spesso collegato a difficoltà a livello di problem solving, a causa della mancanza di concentrazione. Per aiutare il giovane alunno, introdurlo alle strategie di autoregolazione è quindi fondamentale.
Si parla, in questi casi, di auto-istruzioni: bisogna stimolare il bambino ad avviare una sorta di conversazione interna con se stesso. In questo modo, lo si abitua ad autoregolarsi, per gestire meglio le situazioni che si presentano in contesto scolastico (ma non solo).
Acquisire le auto-istruzioni è un processo lungo, ma l’adulto può aiutare il piccolo fornendo le istruzioni in fase iniziale.
Il gioco come strategia
Infine, mai sottovalutare il gioco, una delle strategie più potenti da adottare a scuola in caso di ADHD.
Organizzare giochi in gruppo aiuta il bambino ad allenare alcune skills carenti: attenzione in primis.