Disortografia: la difficoltà di scrittura
Quando un disturbo specifico dell’apprendimento si manifesta con difficoltà di scrittura, si parla propriamente di disortografia. I DSA, infatti, non sono tutti uguali: possono riguardare uno o più aspetti dell’apprendimento.
Questi disturbi, che rientrano tra i disturbi del neuro-sviluppo, sono molto diversi tra loro, e possono riguarda le capacità di lettura, scrittura e calcolo. Per tale ragione, si manifestano generalmente durante i primi anni di scuola elementare. Si tratta infatti degli anni cruciali per l’apprendimento di queste abilità. Se è presente un DSA, il bambino manifesterà difficoltà non indifferenti.
Come detto, i disturbi specifici dell’apprendimento sono vari, e ognuno possiede diverse caratteristiche peculiari.
Gli esiti, purtroppo, sono però simili: il bambino potrebbe sviluppare un senso di inadeguatezza. Di solito, inoltre, appare poco motivato nei confronti dell’apprendimento scolastico. Il disturbo, dunque, può avere notevole impatto sul benessere psicologico del piccolo.
In questa guida ci concentreremo soprattutto sulla disortografia, scoprendo come riconoscerla e quali strumenti compensativi utilizzare.
Cos’è la disortografia
Come abbiamo anticipato, la disortografia rientra tra i DSA, ossia i disturbi specifici dell’apprendimento. In particolare, si manifesta come una difficoltà di scrittura.
In sostanza, il bambino che presenta questo disturbo commette frequenti errori, in quanto non riesce a codificare correttamente le parole udite quando le tramuta in parole scritte.
In altre parole, ha difficoltà nel tramutare il linguaggio verbale in segni scritti.
Può essere confuso con un altro DSA, noto come disgrafia, ma si tratta di due disturbi nettamente differenti. La disgrafia, infatti, riguarda l’aspetto motorio, e si manifesta come una “brutta scrittura”, quasi incomprensibile anche per l’autore.
La disortografia, al contrario, comporta una difficoltà nell’applicazione della grammatica e, in generale, porta a scrivere in maniera non corretta.
Gli errori che il bambino con disortografia può commettere sono diversi:
- omissioni, inversioni, scambi o aggiunte di lettere
- errori ortografici
- incapacità di utilizzare correttamente le doppie
- fusioni e separazioni cosiddette “illegali”
- difficoltà di utilizzo di H, accenti e apostrofi
I sintomi tipici
Quando si parla di DSA in generale e di disortografia in particolare, parlare di sintomi non è corretto.
I disturbi specifici dell’apprendimento, per definizione, sono disturbi del neuro-sviluppo: è quindi più corretto parlare di segnali o campanelli d’allarme.
Anche la disortografia, come tutti i DSA, possiede dei segnali tipici che possono far sospettare il disturbo. Dato che abbiamo già analizzato gli errori più comunemente commessi, analizzando un testo scritto dal bambino potrebbe essere facile individuare alcuni errori che potrebbero destare sospetti.
Tra i campanelli d’allarme che possono indicare la presenza di disortografia abbiamo:
- confusioni tra fonemi e suoni simili: molto spesso i fonemi sonori vengono confusi con i relativi sordi. In altre parole, la B viene scambiata con la P, la F con la V e la T con la D (e viceversa);
- confusione tra grafemi: gli scambi avvengono non solo tra suoni, ma anche tra i corrispondenti segni grafici. Ad esempio, il bambino può confondere la B con la P, ma anche, nel caso delle lettere minuscole, la d con la p o con la q;
- difficoltà di copiatura;
- errori ortografici e omissioni di doppie.
Purtroppo, la disortografia si manifesta con livelli di gravità, e inoltre ciascun bambino è differente dagli altri. Ne consegue che non sempre è facile identificare un possibile disturbo dell’apprendimento.
DSA e disortografia: conseguenze psicologiche ed emotive
Eppure, identificare per tempo DSA come la disortografia è fondamentale. Non solo per le difficoltà scolastiche che causano al bambino che manifesta i segni tipici, ma anche per il suo benessere psicologico ed emotivo.
Un alunno che deve svolgere dei compiti legati alle abilità di scrittura, infatti, farà uno sforzo per lui immane. Con risultato tra l’altro poco soddisfacenti. E appare evidente come una situazione del genere, alla lunga, potrebbe causare perdita della motivazione, abbassamento dell’autostima e problematiche come depressione e ansia.
Senza contare, poi, che spesso i DSA vengono erroneamente giudicati dai docenti come svogliati, e che il bambino, confrontandosi coi compagni, rischia di percepirsi come inadeguato.
Disturbi specifici dell’apprendimento: l’importanza della diagnosi
È quindi fondamentale, per non compromettere il benessere emotivo del bambino, rivolgersi agli specialisti al minimo sospetto.
La diagnosi deve avvenire seguendo una tempistica ben precisa. Dato che, per poter sostenere le prove di scrittura, il bambino deve saper scrivere, generalmente si attende la fine del secondo anno di scuola primaria.
L’esperto a cui rivolgersi è il neuropsichiatra infantile, coadiuvato da psicologi (che si occupano dell’aspetto emotivo) e da logopedisti (che, oltre a somministrare prove standardizzate, possono anche occuparsi della parte riabilitativa).
Da sottolineare che, spesso, i disturbi specifici dell’apprendimento non si manifestano isolatamente. È spesso osservata, in ciascun bambino, la manifestazione di più tipologie di DSA.
Ecco perché, ai fini della diagnosi, potrebbero essere somministrate anche altre prove, per mettere in evidenza eventuale dislessia o discalculia concomitanti. Ricordiamo però che, per la diagnosi della discalculia, la tempistica è lievemente differente. Bisogna infatti aspettare fino alla conclusione del terzo anno di scuola elementare per poterla diagnosticare correttamente.
Strumenti compensativi per i disturbi della scrittura
In caso di diagnosi di disortografia, il bambino avrà diritto agli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla Legge n. 170/2010.
Tale legge permette agli studenti con DSA di utilizzare supporti informatizzati al fine di arginare i disturbi specifici dell’apprendimento.
Nel caso della disortografia, il bambino ha diritto all’uso di correttori ortografici e altri supporti didattici che facilitino la scrittura. È inoltre un diritto dello studente poter utilizzare schemi e mappe concettuali che riassumono le principali regole di ortografia e grammatica.
Molto utili anche i software speech-to-text, che consentono di dettare un testo e trasformarlo in una pagina scritta.
Gli strumenti compensativi possono, anzi devono essere affiancati da percorsi di potenziamento. La figura del logopedista, in quest’ottica, è in grado di fornire supporto in caso di disturbi della scrittura.
Tra le attività che verranno proposte al bambino, vi sono giochi ed esercizi atti ad acquisire la corretta associazione tra suono e parola scritta.
Proporre al bambino attività ludiche, in forma di gioco, renderà l’apprendimento più divertente. E c’è dell’altro: il gioco permetterà di ridurre lo stress associato alla disortografia. In questo modo, si favorirà un ambiente di apprendimento positivo e stimolante.