Disability Manager: cosa fa e quali competenze deve possedere
Ad oggi, in un mondo del lavoro come quello attuale sempre più attento all’inclusione e alla valorizzazione delle diversità, la figura del Disability Manager sta emergendo sempre di più.
Scopriamo insieme perché la sua presenza sta diventando sempre più strategica nelle aziende!
Indice
Chi è il Disability Manager
Nelle aziende, il Disability Manager è una figura trasversale che lavora a fianco di HR, manager e staff per trasformare gli spazi di lavoro in luoghi dove ogni individuo possa sentirsi valorizzato e partecipe. In altre parole, si tratta di un punto di riferimento per le persone con disabilità all’interno dell’organizzazione che si occupa di:
- gestire a livello pratico le esigenze dei dipendenti;
- agire come facilitatore, trovando soluzioni personalizzate per ogni dipendente;
- garantire che gli spazi, i processi e le interazioni lavorative siano accessibili a tutti;
- elimina barriere fisiche, culturali e relazionali;
- facilitare il rapporto tra manager colleghi, affinché vengano compresi e superati pregiudizi;
- stimolare una cultura organizzativa inclusiva che valorizzi le differenze come risorsa strategica;
- favorire la piena partecipazione di tutti, permettendo alle persone con disabilità di crescere professionalmente e contribuire in modo significativo all’azienda.
Ad oggi, inoltre, la normativa italiana fornisce un quadro chiaro per la sua operatività. Nello specifico:
- Legge 68/99 regola il collocamento mirato;
- Legge Delega 227/2021 ne stabilisce la presenza obbligatoria nelle Pubbliche Amministrazioni con più di 200 dipendenti;
- Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità: completa il quadro internazionale, offrendo principi guida per politiche inclusive e sostenibili.
Percorso formativo e competenze chiave
Come è evidente, il Disability Manager non è solo un esperto tecnico, ma un vero change maker capace di guidare un cambiamento culturale all’interno dell’organizzazione.
Per questo motivo, diventare un professionista richiede una combinazione di formazione teorica, esperienza pratica e sviluppo di competenze trasversali. Questa figura deve infatti essere in grado di proporre procedure organizzative ed interventi formativi per sensibilizzare alla creazione di ambienti inclusivi.
Per questo motivo, diventare un professionista richiede una combinazione di formazione teorica, esperienza pratica e sviluppo di competenze trasversali. Questa figura deve infatti essere in grado di proporre procedure organizzative ed interventi formativi per sensibilizzare alla creazione di ambienti inclusivi.
In particolare, gli aspetti da approfondire sono:
- normativa nazionale e internazionale sull’inclusione lavorativa;
- principi di bioetica applicati al contesto professionale;
- tecniche di assessment e valutazione delle competenze individuali;
- progettazione di piani personalizzati di inserimento lavorativo;
- strategie di reasonable accommodation, ovvero adattamenti mirati che non gravino eccessivamente sull’azienda.
Ad oggi, non esiste un percorso unico ma è consigliato:
- ottenere una formazione universitaria: lauree in scienze sociali, psicologia, giurisprudenza, economia aziendale o risorse umane offrono una base solida;
- frequentare master e corsi post-laurea in disability management per approfondire tematiche specifiche;
- sviluppare soft skill quali capacità di comunicare empatia, apertura relazionale e attitudine alla mediazione tra esigenze individuali e obiettivi organizzativi;
- fare esperienza sul campo, ad esempio nel settore HR o nei servizi sociali per imparare a comprendere le dinamiche aziendali e a rispondere efficacemente ai bisogni dei dipendenti.
Impatto del Disability Manager a livello pratico
A livello generale, l’intervento del Disability Manager non solo facilita le attività dei dipendenti con disabilità, ma migliora l’efficienza, la collaborazione e il clima aziendale, dimostrando che l’inclusione porta benefici tangibili a tutta l’organizzazione.
Nello specifico, questa figura accompagna le persone con disabilità in tutte le fasi della loro vita lavorativa. Nello specifico:
- durante il processo di selezione, collabora con HR per individuare posizioni adeguate, adattare i colloqui e definire percorsi di inserimento personalizzati;
- una volta inseriti, analizza gli spazi e i processi lavorativi, suggerendo soluzioni ergonomiche, software e strumenti digitali che favoriscano autonomia e produttività;
- si occupa della formazione interna e quindi di corsi, incontri e attività pratiche per rafforzare la cultura inclusiva dell’azienda;
- monitora l’efficacia delle politiche di inclusione, raccogliendo dati e proponendo interventi migliorativi.
Alcuni esempi concreti permettono di comprendere l’impatto quotidiano di questa figura evidenziando l’efficacia del Disability Manager.
Alla Fondazione La Comune, sono state introdotte lavagne illustrative e sistemi di bollini colorati per guidare i dipendenti con disabilità intellettiva nello svolgimento delle loro attività quotidiane. Si tratta quindi di soluzioni semplici ma efficaci, pensate per rendere accessibili gli strumenti a chiunque ne abbia bisogno e migliorare la vita lavorativa di tutti.
Opportunità professionali e prospettive future
Ad oggi, le opportunità per chi decide di intraprendere la carriera di Disability Manager sono in costante crescita.
In particolare,
- settore privato: le grandi aziende ricorrono a questa figura per gestire l’inclusione in maniera strutturata, spesso all’interno del dipartimento HR o come figura autonoma;
- pubblica amministrazione: offre spazi importanti: scuole, università, enti locali e ministeri stanno progressivamente introducendo il ruolo per garantire accessibilità dei servizi e pari opportunità;
- terzo settore: cooperative sociali, fondazioni e associazioni trovano nel Disability Manager un alleato per migliorare i servizi di inserimento lavorativo e consulenza aziendale;
- libera professione: permette di operare su progetti diversificati, acquisire esperienze variegate e costruire una rete professionale solida.
Come abbiamo visto insieme, il Disability Manager non è dunque solo un ruolo tecnico, ma un catalizzatore di cambiamento culturale e organizzativo. Grazie alla combinazione di competenze normative, manageriali e relazionali, riesce a trasformare le barriere in opportunità, creando ambienti di lavoro più equi, inclusivi e produttivi. In questo senso, intraprendere questa carriera significa contribuire concretamente a creare un mondo del lavoro dove ogni persona può esprimere il proprio potenziale, sentirsi valorizzata e partecipare attivamente alla vita aziendale, rendendo l’inclusione una realtà concreta e sostenibile.
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