Diritto allo studio: 3 cose da sapere
Il Diritto allo studio è sancito dalla costituzione e definito dall’apposita Legge 21 gennaio 2005 n.5. Ha lo scopo di contribuire a garantire ai giovani della Repubblica Italiana l’esercizio del diritto allo studio e di permettere a tutti di raggiungere i più alti gradi di istruzione e di formazione, oltre ad una adeguata preparazione all’ingresso nel mondo del lavoro. Scopri 3 cose importanti da conoscere.
Una ventata d’ossigeno per il diritto allo studio
Dopo anni di tagli, qualcosa ha iniziato a muoversi nell’ambito del diritto allo studio. L’ex Governo Renzi con la legge di bilancio 2016 aveva aggiunto 55 milioni di euro al budget dedicato al supporto destinato a famiglie e studenti. L’importo complessivo dello Stato per borse di studio, mense e accesso ai servizi essenziali ammonta a 217 milioni, importo a cui si devono aggiungere i fondi messi a disposizione dalle singole Regioni. Inoltre ci sono gli sgravi fiscali previsti per le famiglie con figli che studiano. Lo scorso anno i primi aumenti hanno permesso di erogare 136.054 borse di studio, arrivando a coprire il 90% delle istanze presentate dai giovani. L’Italia, sul diritto allo studio, si distingue in modo negativo dal resto dell’Europa, perché ha ancora la figura dell’idoneo non beneficiario, cioè di chi ha le carte in regola, ma la mancanza di fondi non può sostenere. Fenomeno che conta però 14 mila unità, rispetto alle 48 mila degli anni precedenti.
I numeri del diritto allo studio
Nonostante l’aumento di fondi, il Paese resta ancora nelle ultime posizioni tra gli Stati europei per il diritto allo studio. Non sono solamente le borse a necessitare di un ulteriore aumento, ma anche i posti letto. Al Nord la disponibilità del sostegno per chi usufruisce dei vantaggi delle residenze universitarie ammonta al 3,10%, infatti su 696.140 iscritti ci sono 21.594 posti letto. Al Centro la percentuale scende al 2,74% e al Sud addirittura all’1,69%. Il welfare studentesco è decisamente carente, perché in media solo 1 studente su 40 può avere a disposizione un posto letto. Non si può esultare sull’aumento delle disponibilità finanziarie, ma bisogna interpretare questa novità come un piccolo passo in avanti per il diritto allo studio. Ciò che potrebbe ulteriormente migliorare, oltre all’incremento di denaro messo a disposizione degli studenti, dovrebbe essere una riorganizzazione e riallocazione della spesa.
Il prossimo futuro del diritto allo studio
Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha inviato una nota al Consiglio nazionale degli studenti universitari per assicurare che negli anni a venire ci saranno ulteriori aumenti delle risorse destinate al diritto allo studio, ma intanto ci sono ancora 6 milioni di euro a disposizione del Fondo statale per l’anno in corso. Infatti a causa di un ritardo dell’attivazione della Fondazione Articolo 34 prevista dalla legge di bilancio, si verseranno i soldi non spesi nelle casse del Fondo, riuscendo a coprire ulteriori necessità. Sui bisogni, ha assicurato il ministro Valeria Fedeli, stanno conducendo un’analisi approfondita e a questo proposito si istituirà un apposito Osservatorio, in modo da individuare misure e risposte adeguate per il diritto allo studio.