Diritto alla privacy: cos’è e perché al giorno d’oggi va tutelato
Il termine privacy sta ad indicare il principio della tutela delle informazioni personali e il diritto alla riservatezza. Il diritto alla privacy è entrato in vigore in quanto legge nel sistema normativa italiano il 31 dicembre 1996 tramite l’art n.675 grazie all’ex garante europeo Giovanni Buttarelli. Ufficiale e assicurata così la salvaguardia della propria sfera privata impedendo la divulgazione di informazioni senza previa autorizzazione.
Analizziamo meglio le caratteristiche di questo diritto ai giorni d’oggi.
Diritto alla privacy: di cosa si tratta nel 2020?
Con l’arrivo della comunicazione digitale, il termine privacy ha ampliato il suo ventaglio di significati. Evolvendosi non è più da intendere solo come protezione dei dati personali ma anche in quanto diritto che informazioni private non vengano divulgate, ad autodeterminarsi ed avere un rapporto attivo con le istituzioni.
La legge n.675 del 1996 è stato più volte aggiornato. Il decreto 196 nel 2003, ufficializzato il 1 gennaio 2004, anche detto “Codice della Privacy” ha specificato che la privacy è anche l’adozione da parte di tutti di tutele tecniche e organizzative, comprese le persone giuridiche stesse. Infine il 25 maggio 2016 l’ultimo Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali è entrato in vigore, stabilendo nuovi concetti chiave da rispettare. Tutti hanno dovuto adeguarsi ad esso entro la data fissata il 25 maggio 2018.
La novità basilare riguarda la protezione dei dati e della privacy on line: le norme vengono applicate anche ad aziende o imprese on line, pubbliche o private, che operano in termini di vendita e offerta di beni e/o servizi.
Trattamento dei dati personali: consenso, revoca e norme specifiche
Vediamo innanzitutto quando aziende, imprese ed organizzazioni hanno la facoltà di poter riutilizzare i dati forniti dal singolo. Quattro le diverse situazioni:
- quando viene chiuso e firmato un contratto, di qualsiasi tipo esso sia (di lavoro, di acquisto, etc);
- nel caso in cui un servizio pubblico venga portato a compimento, la maggior parte delle volte in ambito pubbliche amministrazioni;
- se gli interessi sono legittimi, ad esempio nel caso di manovre finanziarie da parte delle banche sotto già tuo precedente permesso o delega;
- quando il trattamento dei dati è conforme ai requisiti giuridici, ad esempio quando il datore di lavoro deve stipendiare un impiegato.
In tutti gli altri casi è necessaria la tua autorizzazione!
Quando la singola persona giuridica acconsente al trattamento dei dati deve farlo in modo chiaro ed evidente, ed avere a disposizioni le seguenti informazioni:
- il motivo per cui sono richiesti i dati e come verranno utilizzati;
- il tempo per cui verranno conservati i tuoi dati;
- le caratteristiche dell’azienda e di tutte le altre aziende o simili che riceveranno informazioni sui tuoi dati;
- i tuoi diritti in materia di protezione.
La revoca del consenso è infatti possibile sia per motivazioni tue personali sia se l’azienda non mantiene i patti elaborando i tuoi dati al di fuori delle opzioni per cui tu hai dato il permesso. Ad esempio puoi chiedere ad un’impresa di terminare l’uso dei tuoi dati a fini di marketing. Per quanto riguarda i minori, la norma specifica prevede l’ approvazione genitoriale, necessaria fino al compimento del sedicesimo anno d’età.
Diritti del singolo riguardo ai propri dati
- la correzione o la rettifica in caso di informazioni errate o incomplete;
- il diritto alla portabilità ovvero il trasferimento dei dati da un’azienda all’altra quando tecnicamente plausibile ad esempio per accedere da un servizio all’altro in modo rapido;
- la cancellazione dei propri dati, se usati illecitamente o non più necessari;
- in caso di violazione o accesso non autorizzato ai dati puoi presentare una denuncia all’ Autorità Nazionale ed ottenere un rimborso nel caso in cui risulti che le norme non siano state nell’effettivo rispettate.
Diritto alla privacy su Internet e sui social network
Anche in questo campo il diritto alla privacy è tutelato e garantito. Le informazioni divulgate devono rispettare le norme stabilite dal Codice della privacy. La tutela rende trasparente il flusso dei dati a garanzia dei singoli soggetti, anche se nel mondo virtuale possono incorrere più problematiche.
Il continuo sviluppo della rete odierna e l’ampio utilizzo dei social media ha portato la Commissione Europea a revisionare e rinnovare alcune regole:
- le aziende devono essere chiare riguardo all’utilizzo che faranno dei dati e l’utente attento a ciò a cui da il consenso;
- deve essere specificato se i dati saranno ceduti a terzi;
- gli utenti devono essere avvisati nel caso vengano rubate informazioni, in modo totale o parziale. In caso contrario sono previste sanzioni.
Per quanto riguarda la privacy nello specifico di Facebook, bisogna sottolineare che la normativa è purtroppo facilmente raggirabile. Appena dopo l’iscrizione infatti, e senza alcun consenso, nome e immagini sono indicizzati sui motori di ricerca e quindi visibili a chiunque in rete.
Come proteggersi quindi navigando in rete? Suggerimenti semplici ma utili possono essere :
- adottare password complicate e sempre differenti per ogni diversa iscrizione;
- installare antivirus e non aprire allegati provenienti da fonti non attendibili;
- controllare costantemente i cookies e cancellarli quando possibile. I cookies sono file di testo che i siti web chiedono di installare sul pc per capire a cosa sei interessato e cosa proporti;
- leggere con cura le autorizzazioni prima di installare qualsiasi software.
Come regola generale, più si fa attenzione a ciò a cui si da il consenso più la propria privacy sarà tutelata