Il ruolo delle prove digitali nella giustizia
In ambito giuridico e forense si sta affermando sempre più il concetto di digital evidence. Si tratta di tutte quelle informazioni con supporto informatico che, avendo valenza di vere e proprie prove, possono essere utilizzate in diversi ambiti della giustizia.
Trattandosi di un concetto piuttosto recente, non sempre è facile fornirne una definizione. Allo stesso modo, spesso è complesso stabilire cosa può essere considerato digital evidence e cosa no.
In questa guida faremo il punto della situazione, scoprendo tutto sulle prove elettroniche e sul loro ruolo all’interno di un processo.
Cosa intendiamo con digital evidence
Questo concetto viene spesso tradotto, nella nostra lingua, come “evidenza digitale”, ma anche come “prova informatica”. La digital evidence è proprio questo, una prova elettronica.
Con questo termine si intendono infatti tutte le informazioni che vengono salvate dai vari dispositivi informatici. Dalla postazione di lavoro e tutti i suoi dispositivi, fino a server e dispositivi mobili, tutti i device salvano infatti delle informazioni.
Tuttavia, se ci si riferisce alla digital evidence dal punto di vista di un processo, l’accezione di questo termine cambia. La possiamo definire, in questo caso, come ogni informazione digitale che può essere utilizzata come prova. Chiaro che, nell’ambito di un processo, l’informazione ed il contenuto devono avere rilevanza processuale.
La sua valenza può dipendere non solo dal contenuto, ma anche dal dispositivo all’interno del quale le informazioni stesse vengono salvate.
Ulteriori specifiche relative alle prove digitali
Cerchiamo di definire ora, ancor più nel dettaglio, quali dati possono essere inseriti nella digital evidence.
Sono prove digitali tutte le informazioni contenute all’interno di un qualsiasi dispositivo digitale. E, con “dispositivo digitale”, intendiamo non solo quelli fisici, come cellulari e pc, tablet e smartphone. Sono inclusi tra i dati che possono rappresentare una digital evidence anche tutti quelli contenuti in rete e all’interno di un server.
Indipendentemente dal supporto, che si tratti di dispositivo o rete, i dati possono assumere valore di prova all’interno dei processi.
In base a quanto detto fino ad ora, possiamo inserire tra le prove digitali una vastissima serie di dati, dai documenti informatici alle chat, dagli sms alle immagini.
Ovviamente, un dato o una informazione che perda il proprio supporto digitale cessa di essere considerata digital evidence. Se, per esempio, un documento viene stampato, non si tratterà più di una prova digitale.
Digital evidence: caratteristiche peculiari delle prove
Perché una prova possa essere definita una digital evidence, è necessario che possieda determinate caratteristiche. Le evidenze digitali hanno infatti tutta una serie di attributi peculiari che possono essere chiaramente individuati.
Innanzitutto, si tratta di dati e informazioni immateriali. Essendo su supporto digitale, le prove non solo possono essere duplicate su diversi dispositivi, ma sono anche intangibili.
Purtroppo, la digital evidence è anche vulnerabile, perché può subire variazioni dato che è composta da dati volatili, essendo digitali.
Cancellare un’evidenza digitale e perderla per sempre è purtroppo un rischio concreto.
Inoltre, per poter costituire prova, l’informazione (o l’insieme di informazioni) necessita di un supporto, senza il quale la prova stessa non può essere decodificata.
Il fatto che le prove informatiche siano immateriali, comunque, generalmente rappresenta un punto di forza. È infatti possibile effettuare facilmente copie da trasferire tra un dispositivo e l’altro.
In ambito forense, quindi, questa tipologia di prova è molto semplice da acquisire. Tra l’altro effettuare la copia significa anche salvare più volte il dato, in modo da poter contare su di esso su dispositivi differenti.
Rischi e svantaggi delle evidenze digitali
Anche se li abbiamo già accennati, approfondiamo maggiormente la questione relativa agli svantaggi delle evidenze digitali.
Il rischio maggiore legato ad una digital evidence è rappresentato dal fatto che si tratta di una prova volatile e facilmente alterabile.
Una prova informatica non è infatti altro che una sequenza numerica, che per sua natura può essere manipolata.
Inoltre, le prove informatizzate hanno la pecca di essere facilmente cancellabili. E non ci riferiamo necessariamente alla cancellazione voluta da un soggetto. Pensiamo per esempio alla RAM: per sua caratteristica, è una memoria di tipo volatile.
Il che significa che i dati in essa salvati vengono cancellati in autonomia, senza che sia necessario l’intervento umano.
Peraltro, i file possono essere alterati o cancellati anche involontariamente nel giro di pochi istanti. E questo è forse lo svantaggio peggiore legato alle digital evidence.
La normativa di riferimento
Nonostante le problematiche legate alle evidenze informatiche, ad oggi non esiste una normativa di riferimento sulla digital evidence.
Le prove informatiche, cioè, vengono acquisite, conservate e trattate seguendo delle linee guida comuni. Ma non esiste alcuna legge di riferimento che stabilisca le modalità di trattamento e conservazione.
Questa tipologia di prova, tuttavia, viene trattata al pari di una prova scientifica. Il che significa che le digital evidence non vengono trattate alla stregua delle classiche prove “analogiche”.
Lo specifico trattamento riservato alle prove informatizzate prevede tutta una serie di precauzioni da prendere per maneggiare, seppur virtualmente, le informazioni con tutte le accortezze del caso.
I dati e le informazioni, cioè, devono essere acquisiti esclusivamente da personale qualificato, in modo che la prova non venga alterata, modificata, erroneamente cancellata.
In sede di processo, un compito specifico spetta al giudice, che ha l’onere di valutare tutte le fasi che hanno condotto all’acquisizione della prova. Deve, cioè, accertarsi che la digital evidence non sia stata in alcun modo contaminata.
L’inaffidabilità dell’evidenza digitale
È doveroso ribadire che la digital evidence potrebbe in alcuni casi rivelarsi inaffidabile. Com’è noto, evidenze e prove hanno il compito di permettere al giudice di ricostruire al meglio i fatti che hanno condotto al processo.
La ricostruzione generalmente avviene a mezzo di prove tipiche, ma anche quelle atipiche non sono escluse. Tra queste abbiamo, per l’appunto, anche le prove digitali. L’atipicità, nel caso delle prove in questione, è data proprio dalla volatilità che abbiamo già avuto modo di approfondire.
Per evitare che una digital evidence si riveli inaffidabile, è possibile seguire una serie di step:
- individuare le fonti
- acquisire dati e informazioni
- conservare adeguatamente i dati
- analizzare e valutare le evidenze informatiche.
In sede processuale andrà inoltre attestata la chain of custody, per attestare la validità delle prove presentate.