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Decreto lavoro: novità su retribuzioni, assegni familiari e risarcimenti PCTO

Decreto lavoro: novità su retribuzioni, assegni familiari e risarcimenti PCTO

Decreto lavoro novita su retribuzioni assegni familiari e risarcimenti PCTO
  • Nausicaa Tecchio
  • Giugno 29, 2023
  • News
  • 4 minuti

Decreto lavoro: novità su retribuzioni, assegni familiari e risarcimenti PCTO

Durante la festa dei lavoratori il Consiglio dei Ministri presieduto da Giorgia Meloni ha approvato il Decreto lavoro. La scelta di farlo il primo maggio oltre che funzionale ha avuto chiaramente una valenza simbolica, come confermato dalle parola della premier. All’interno del documento sono indicate diverse misure che sperano di favorire l’inclusione sociale e facilitare l’entrata nel mondo del lavoro. 

Il testo definitivo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il giorno 4 maggio, ma alcune misure saranno applicate solamente dal 1° gennaio 2024. Tra queste ci saranno maggiori controlli per verificare che non vi siano violazioni gravi sul lavoro e i sussidi. 

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Decreto lavoro: mano tesa ai disoccupati 

Uno dei contributi che lo Stato intende predisporre riguarda l’aiuto ai NEET (Not in Education, Emplyment or Training) che hanno meno di trent’anni. Partirà per la precisione durante il secondo semestre dell’anno, dal 1° giugno fino alla fine di quest’anno. La durata totale di questo incentivo sarà di 12 mesi e coprirà il 60% della retribuzione mensile lorda per i neoassunti. 

La stessa misura del Decreto lavoro si applicherà non solo alle assunzioni canoniche ma anche ai contratti di apprendistato. Occorre però che le imprese che lo richiedono siano già iscritte “Iniziativa Occupazione Giovani”. I giovani che ne beneficeranno dovranno compiere i trent’anni dopo la data di assunzione.

Per le aziende sarà anche previsto un esonero totale dai contributi in caso assumano chi è beneficiario dell’assegno di inclusione (ADI). Questo incentivo vale sia per le assunzioni full time sia per quelle a tempo parziale, compresi i contratti di apprendistato. In questo modo le stime prospettano decine di migliaia di assunzioni. 

Lo stesso esonero vale per i datori di lavoro che sceglieranno di assumere personale disoccupato al di sotto dei 36 anni in determinate regioni. Per la precisione si tratterà del Mezzogiorno e di Sicilia e Sardegna. Si tratta in realtà di una conferma perché tale misura era già prevista per il triennio 2021-2023. 

PCTO e sicurezza per gli studenti 

Il testo del Decreto lavoro ha voluto considerare anche i Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, meglio conosciuti come PCTO. Il Ministro Valditara ha voluto precisare che considerate le tragedie degli scorsi anni saranno prese misure per garantire maggiore sicurezza agli studenti coinvolti. Entreranno in vigore per il prossimo anno scolastico (2023/2024).

All’interno del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) aggiungendo una parte dedicata appositamente ai ragazzi del PCTO. Questa dovrà essere esaustiva sia in materia di misure di prevenzione che di protezione per gli studenti. Una volta stesa dovrà essere allegata alla convenzione che si stipula con gli istituti scolastici.

Inoltre per assicurare che i ragazzi siano preparati le attività previste dalle imprese dovranno essere il più attinenti possibile a quanto si studia a scuola. IlDecreto lavoro stabilisce anche che il registro utilizzato per l’alternanza scuola-lavoro dato in dotazione alle Camere di Commercio debba essere rivisto.

Tra le misure si è deciso anche di istituire un un Fondo per le famiglie degli studenti che sono rimasti vittime di incidenti durante i loro progetti PCTO. Questo ammonterà a 10 milioni di euro per l’anno corrente, dopodiché a partire dal 2024 questo verrà aumentato di due milioni per anno. Nel dettaglio riguarderà i familiari dei ragazzi deceduti dopo 1° gennaio 2018.

Il Decreto lavoro e l’SDA

Si tratta di una novità che decorrerà solamente dal primo giorno del prossimo anno, un sussidio rivolto a chi è in regime di povertà assoluta. C’è però un requisito di età, che non deve essere inferiore ai 18 o superiore ai 59 anni. L’acronimo SDA indica lo strumento di attivazione del lavoro che conferisce un’indennità di 350 euro.
 
Questa si eroga mentre le persone a cui è rivolto si impegnano in una ricerca attiva del lavoro. Il Decreto lavoro prevede che tale indennità decada nel momento in cui si accetta un impiego, ma non si è vincolati a dire di sì in presenza di determinate circostanze. Se l’occupazione è a decine di km da casa per esempio si può ancora rifiutare, così come se il contratto è troppo breve.
 
A questo scopo lo Stato procurerà fondi fino a 276 milioni di euro per quest’anno, che poi nel 2024 aumenteranno di altri 2,1 milioni. Per mediare meglio tra i Centri per l’impiego e le regioni sempre il decreto intende stabilire uno strumento ad hoc. Vale a dire il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL). 
 
Non è altro che una piattaforma digitale che interagirà anche con le agenzie del lavoro in modo da rendere consultabili e accessibili le offerte di lavoro. Chi percepisce la SDA ha l’obbligo di iscriversi e fornire i propri dati al sistema per velocizzare e agevolare così il proprio inserimento nel mondo del lavoro. 
 

Controlli più serrati sui trasgressori

Oltre agli incentivi il Decreto lavoro prevede anche delle misure relative alla vigilanza su chi cerca di avere accesso all’ADI o alla SDA senza averne il diritto. Ad effettuarla sarà il personale dedicato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro che per svolgere con efficienza tale compito avrà accesso a tutte le informazioni trattate dall’INPS. 
 
Come se questo non bastasse il documento ha voluto gettare anche le basi per un piano triennale per contrastare tali irregolarità. Qui saranno indicati i protocolli per gestire le ispezioni. In parallelo anche le pene previste per chi tenti di truffare il sistema diventeranno più severe, una procedura efficace anche come sistema dissuasivo. 
 
Per chi darà informazioni false per aggiudicarsi l’ADI il rischio sarà la reclusione tra i due e i sei anni. In caso invece si scopra che non si sono comunicate eventuali variazioni relative al proprio reddito o alle proprietà  il Decreto lavoro prevede una pena di durata compresa tra uno e tre anni. Nessun condono, soprattutto se si percepiscono entrate in nero. 
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