Cultura: con la pandemia persi 55 mila posti di lavoro
Le condizioni del settore cultura in Italia post pandemia non sono tra le più ottimali. Questi due anni disastrosi hanno dato il colpa di grazia ad un settore che era già in particolare crisi.
Cerchiamo di analizzare insieme la situazione al meglio!
Bilancio dell’ impatto pandemia sul settore cultura
Il Rapporto Annuale Federculture “Lavoro e innovazione: le strategie per crescere” ha comunicato alcuni dati piuttosto negativi. Il ministro della cultura Dario Franceschini, per fare il punto sulle conseguenze del Covid ha riportato novità allarmanti sul tema occupazione.
Sono infatti ben 55 mila i posti di lavoro che sono stati persi durante il biennio pandemia nel settore cultura. Questi dati sono pari al 6,7% e più del triplo di quanto accaduto nei livelli d’occupazione generale totale. La perdita di posti è quindi estremamente preoccupante nei settori della cultura: i picchi arrivano a -11%, e, per quanto riguarda giovani under 35 a -12,6%. Al calo dei valori assoluti si associa la diminuzione della quota degli occupati in ambito culturale sul totale dell’occupazione, che passa dal 3,6% al 3,4%.
Prendendo in considerazione solo il 2021 l’occupazione culturale è stimata in 771 mila unità con una presenza di donne leggermente più elevata rispetto al totale (43,9% vs. 42,2%). Resta da evidenziare inoltre che nel 2021 quasi la metà dei lavoratori in ambito culturale (47,3%) è laureato a fronte del 24,3% del totale di lavoratori occupati.
Un po’ di dati sulla fruizione dei servizi culturali
Come abbiamo già potuto vedere finora, per il settore cultura i due anni di pandemia sono stati deleteri. Questo discorso vale ancora di più in campo spettacoli dal vivo, e quindi teatri, festival, concerti e cinema. I dati riportati dal 2019 e il 2021 registrano infatti ben il – 75% della spesa e crollo della fruizione con variazioni negative intorno all’80%.
Per quanto riguarda inoltre musei, mostre e affini la situazione è pressochè identica: il calo della spesa arriva al 26,6% e quello della fruizione aristica al 72%. L’allontanamento degli italiani dalle attività inerenti alla cultura nei due anni di pandemia COVID-19 ha toccato ovviamente i settori di attività svolte fuori casa: – 81% di partecipazione al cinema, -85% teatro, -72% musei e mostre, tra -70% e -82% per concerti classici e di altro genere, -62% siti archeologici e monumenti. Un allontanamento costretto che riguarda quindi tutte le fasce di età, con particolare evidenza tra i giovani fino a 19 anni in tutti i paesi dell’Italia.