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Cultura: con la pandemia persi 55 mila posti di lavoro

Cultura: con la pandemia persi 55 mila posti di lavoro

cultura pandemia persi 55 mila posti lavoro
  • Sara Elia
  • 8 Novembre 2022
  • News
  • 4 minuti

Cultura: con la pandemia persi 55 mila posti di lavoro

Le condizioni del settore cultura in Italia post pandemia non sono tra le più ottimali. Questi due anni disastrosi hanno dato il colpa di grazia ad un settore che era già in particolare crisi.

Cerchiamo di analizzare insieme la situazione al meglio!

Indice
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Bilancio dell’ impatto pandemia sul settore cultura

Il Rapporto Annuale Federculture “Lavoro e innovazione: le strategie per crescere” ha comunicato alcuni dati piuttosto negativi. Il ministro della cultura Dario Franceschini, per fare il punto sulle conseguenze del Covid ha riportato novità allarmanti sul tema occupazione.

Sono infatti ben 55 mila i posti di lavoro che sono stati persi durante il biennio pandemia nel settore cultura. Questi dati sono pari al 6,7% e più del triplo di quanto accaduto nei livelli d’occupazione generale totale. La perdita di posti è quindi estremamente preoccupante nei settori della cultura: i picchi arrivano a -11%, e, per quanto riguarda giovani under 35 a -12,6%. Al calo dei valori assoluti si associa la diminuzione della quota degli occupati in ambito culturale sul totale dell’occupazione, che passa dal 3,6% al 3,4%. 

Prendendo in considerazione solo il 2021 l’occupazione culturale è stimata in 771 mila unità con una presenza di donne leggermente più elevata rispetto al totale (43,9% vs. 42,2%). Resta da evidenziare inoltre che nel 2021 quasi la metà dei lavoratori in ambito culturale (47,3%) è laureato a fronte del 24,3% del totale di lavoratori occupati.

Un po’ di dati sulla fruizione dei servizi culturali

Come abbiamo già potuto vedere finora, per il settore cultura i due anni di pandemia sono stati deleteri. Questo discorso vale ancora di più in campo spettacoli dal vivo, e quindi teatri, festival, concerti e cinema. I dati riportati dal 2019 e il 2021 registrano infatti ben il – 75% della spesa e crollo della fruizione con variazioni negative intorno all’80%. 

Per quanto riguarda inoltre musei, mostre e affini la situazione è pressochè identica: il calo della spesa arriva al 26,6% e quello della fruizione aristica al 72%. L’allontanamento degli italiani dalle attività inerenti alla cultura nei due anni di pandemia COVID-19 ha toccato ovviamente i settori di attività svolte fuori casa: – 81% di partecipazione al cinema, -85% teatro, -72% musei e mostre, tra -70% e -82% per concerti classici e di altro genere, -62% siti archeologici e monumenti. Un allontanamento costretto che riguarda quindi tutte le fasce di età, con particolare evidenza tra i giovani fino a 19 anni in tutti i paesi dell’Italia.

Analisi sui consumi del settore cultura in Italia tra Nord e Sud

Il rapporto Federculture evidenzia anche un distinzione sui consumi della cultura tra Nord e Sud dell’Italia. Analizziamo insieme il quadro delle regioni per quanto riguarda la spesa media mensile delle famiglie in ricreazione, spettacoli e cultura durante il biennio 2019-2020.
 
Evidente è la diminuzione dell’incidenza della fruizione culturale su quella totale che passa dal 5% del 2019 al 4,1% del 2021, con variazioni negative in valori assoluti che superano anche il -30%. Le punte massime sono riscontrabili in: Calabria -34,7%, Toscana -31%, Piemonte -28,5%. A resistere di più alla pandemia sono Abruzzo -9,2%, Val d’Aosta -12,5%, Sicilia -13% e Lombardia -14,7%. Il Lazio registra “solo” -21,2%) e il Veneto -24,5%.
 
Inoltre, a  livello territoriale si tende a lavorare di più nell’ambito della cultura al Centro-Nord con una percentuale di 82,3% vs. 73,5%. Questo segnala anche l’evidente sottoutilizzo del grosso patrimonio artistico, storico e culturale delle aree a Sud Italia. Nel 2021 inoltre quasi la metà dei lavoratori in ambito culturale (47,3%) è laureato a fronte del 24,3% del totale occupati.
 

Segnali di ripresa grazie a turismo, bonus e ingressi omaggio

Come abbiamo analizzato finora è evidente che il biennio segnato dalla pandemia è stato davvero devastante per il settore della cultura.
I primi segnali positivi sono arrivati ad inizio 2022. Il 18/o Rapporto Annuale Federculture spiega infatti che il primo settore a dare segnali di ripresa è il turismo. Seppure ancora lontano dai livelli pre-Covid del 2019, sta tornando a crescere: nel 2021 rispetto all’anno precedente + 41% di arrivi e +39% di presenze. Nella prima parte del 2022 sono triplicati entrambi rispetto agli stessi mesi dello scorso anno. Parliamo infatti addirittura di +200%! 
 
Un altro successo molto grande è stato guadagnato dalle domeniche gratuite nei musei. Nei mesi di sole maggio, giugno e luglio hanno riportato nei siti statali oltre 400.000 mila visitatori.  Un esempio di grande successo è stato inoltre  il Salone del Libro di Torino con un record di presenze nell’edizione 2022 equivalente a più di 168 mila ingressi. Anche il Bonus Cultura per i diciottenni 2022 conta 396.651 registrazioni per un valore di 65,7 milioni di euro spesi tra libri, concerti, musica, cinema.
 
Per quanto la pandemia di COVID-19 abbia segnato indelebilmente il segnale cultura, i segnali di ripresa ci sono. La situazione, dati alla mano e tempo a disposizione, non potrà che migliorare!
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