La figura professionale del Compliance Manager
Tra le figure professionali che stanno prendendo piede negli ultimi anni nel nostro Paese abbiamo anche quella del compliance manager. Si tratta del professionista che si occupa, in sostanza, della conformità aziendale, in riferimento ad una specifica norma, la UNI ISO 19600:2016.
A questo professionista spetta il compito di coordinamento dei vari profili, sia interni che esterni all’organizzazione. Non solo per quanto concerne il capitale umano, ma anche quello economico. D’altronde, quando parliamo di aziende, le regole e le norme da seguire sono molte, e anche tanto complesse. C’è dunque bisogno di una figura manageriale che verifichi costantemente il rispetto delle regole. Solo in questo modo la reputazione aziendale, sia interna che esterna accrescerà.
Ma, dato che la figura del professionista della compliance è relativamente nuova, vige ancora molta confusione in merito. Ecco perché oggi ci occuperemo insieme della disciplina della compliance e scopriremo in dettaglio cosa fa questa figura.
Chi è il compliance manager
La disciplina della compliance è molto complessa: per questo motivo, negli anni, è nato il compliance manager.
Questa figura non può più mancare nelle imprese moderne, soprattutto nel caso in cui queste operino in settori complessi. Per fare qualche esempio, le aziende sanitarie, ma anche quelle del settore bancario, devono far riferimento a numerose regole e normative.
In questi settori, un professionista della compliance non può mai mancare.
Si tratta infatti di colui o colei che si occupa di verificare che l’impresa rispetti tutte le norme previste. A questo professionista spettano anche tutte le attività di verifica del rispetto della regolamentazione.
Inoltre, in caso di mancata aderenza alla normativa, il compliance manager deve anche avere a che fare con il personale interno. Dovrà, cioè, far in modo che dipendenti e altri protagonisti aziendali aderiscano alla normativa vigente.
Senza una figura del genere in azienda, soprattutto se il contesto in cui si opera è ricco di norme, si rischiano pesanti sanzioni. Senza contare che, nel caso di mancato rispetto delle leggi, l’azienda potrebbe andare incontro ad un danno d’immagine non indifferente.
Tale figura non va però confusa con quella del compliance officer, che si occupa d’altro. Se il manager si occupa di audit e di creazione di strategie efficaci, all’officer spetta la parte attuativa di tali strategie.
Insomma, il manager ha delle funzioni che hanno a che fare con il controllo e con le responsabilità. All’officer spettano invece compiti di tipo esecutivo e operativo.
Cosa fa un professionista della compliance
Ma cosa fa, con esattezza, il compliance manager?
Al professionista della compliance spettano tre mansioni fondamentali:
- valutazione del rischio
- implementazione delle strategie
- formazione interna
Innanzitutto, il compliance manager deve effettuare una prima analisi degli eventuali rischi. Dovrà cioè accertarsi del rispetto di regole e normative e, in caso di mancanza di conformità, queste andranno evidenziate.
Secondariamente, stabilirà delle priorità nell’ambito dei possibili rischi, al fine di implementare le strategie per garantire l’aderenza alle norme.
L’implementazione della strategia di conformità prevede anche un costante aggiornamento. La normativa è infatti in costante evoluzione, e uno dei compiti di questo professionista è quello di monitorare spesso questa evoluzione. Ma il suo compito non si ferma qui, perché il professionista della compliance deve anche occuparsi della formazione. Deve, cioè, interfacciarsi coi vari dipartimenti aziendali, affinché i dipendenti siano adeguatamente informati sulle regole e sulle norme.
Il compliance manager, in questo senso, è anche un consulente. Deve cioè far si che ogni attore aziendale comprenda le norme da rispettare e le regole di conformità. E deve anche accertarsi di aggiornare il team in caso di modifiche normative.
Il suo ruolo nel whistleblowing
E non è finita qui, in quanto il compliance manager ha anche un ruolo nel whistleblowing.
Con questo termine si intende quello strumento di compliance aziendale grazie al quale un dipendente (o altro soggetto), venuto a conoscenza di un illecito, lo segnala ad una figura manageriale. Essendo una figura che, per definizione, deve individuare ogni caso di mancato rispetto della conformità, il suo ruolo nel whistleblowing appare quasi scontato.
Il professionista della compliance, in caso di segnalazioni, deve porsi come contatto con il segnalante. Il quale, ovviamente, dovrà sentire di potersi fidare del manager, e potrà comunicare apertamente eventuali violazioni.
Per tale ragione, tra i compiti del compliance manager, c’è anche quello che riguarda l’eventuale creazione di canali sicuri per le segnalazioni. Inoltre, il professionista deve adoperarsi perché la segnalazione sia facilitata, e perché eventuali ritorsioni nei confronti del segnalante vengano evitate.
Purtroppo, bisogna comunque segnalare che, nel nostro Paese, esiste una sorta di vuoto normativo in tal senso. Ad oggi, in effetti, non è ancora chiaro cosa fare dopo una eventuale segnalazione.
In ogni caso, la gestione delle segnalazioni compete al compliance manager, questo è chiaro.
Cosa studiare per diventare compliance manager
In base a quanto abbiamo detto fino ad ora, non è difficile comprendere la complessità di una figura quale il professionista della compliance. Non stupisce, dunque, che per diventare compliance manager il percorso di formazione preveda una laurea.
Per dare avvio ad una carriera in questo ambito, il consiglio è quello di partire da una laurea in giurisprudenza o in economia aziendale. Importantissima, poi, anche la formazione sul campo: generalmente, prima di accedere al ruolo, il manager ha lavorato in contesto aziendale. Di solito, l’esperienza in azienda viene fatta in ambito legale, in modo da apprendere le normative e la regolamentazione necessarie a garantire la conformità.
Una volta completati gli studi e l’esperienza lavorativa iniziale, poi, il professionista non può considerare ultimata la sua formazione. Abbiamo infatti già detto che la normativa è in costante evoluzione.
Il manager deve quindi aggiornarsi costantemente su leggi e normative che riguardano il settore dell’azienda per cui lavora. Solo l’aggiornamento costante consente al professionista di poter individuare eventuali rischi legati alla compliance. Tuttavia, un buon compliance manager non possiede solamente conoscenze tecniche e normative.
Abbiamo infatti detto in apertura che questo professionista deve coordinare sia attori interni che esterni al team aziendale. Per questo, al professionista della compliance sono richieste anche buone doti comunicative e ottime abilità in ambito leadership.