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Come diventare ricercatore universitario, requisiti e soft skills

Come diventare ricercatore universitario, requisiti e soft skills

ricercatore universitario
  • Nausicaa Tecchio
  • 1 Dicembre 2023
  • Scuola e università
  • 5 minuti

Ricercatore universitario: come diventarlo

Iniziare una carriera come ricercatore universitario non è la vita che fa per tutti. Di solito si tratta di una scelta che si fa una volta terminato il percorso di dottorato perché si è rimasti colpiti dall’ambiente accademico e si desidera proseguire. Durante questo periodo successivo al conseguimento della laurea si ha modo di familiarizzare con la professione 

Ogni ateneo apre dei bandi di concorso per selezionare dei ricercatori in base alle proprie esigenze, senza nessuna limitazione temporale. I requisiti necessari si mantengono uniformi tra le diverse università e uno degli aspetti che ha più peso nella selezione è il curriculum. Più pubblicazioni si hanno maggiori saranno le possibilità di ottenere un posto. 

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Cosa fa il ricercatore universitario 

Prima di addentrarsi nell’ambito del percorso necessario a questa figura bisogna capire esattamente chi sia. Innanzitutto di solito il periodo come ricercatore non è altro che la gavetta per chi aspira a diventare docente universitario e non un punto di arrivo dove cristallizzarsi. La ricerca però si divide in due macroaree, quella di base e quella applicata. 

Chi si dedica alla ricerca di base lavora per acquisire nuove conoscenze relative a fenomeni complessi ma senza un fine preciso o utilizzi pratici immediati. Si tratta dell’area di lavoro prevalente per un ricercatore universitario che opera in ambito umanistico, per esempio svolgendo studi di Storia o Filologia. Lo stesso vale per le Scienze Sociali come Giurisprudenza o le discipline economiche.

La ricerca applicata invece ha carattere concreto poiché si applica a problematiche tangibili ed è tipica dell’area scientifica come Medicina, Biologia o Chimica. Per lavorare in questo ambito occorre avere a disposizione locali adeguati (laboratori) e la strumentazione adeguata, oltre a prevedere delle uscite sul campo per esempio per la ricerca ambientale. 

Tra le mansioni del ricercatore è compreso anche l’aggiornamento continuo e per svolgerlo è tenuto a partecipare a convegni o congressi. Come mansione integrativa gli atenei gli richiedono anche di svolgere attività didattica affiancando i docenti o con delle ore di tutorato per gli studenti. Spesso assiste i tesisti durante i tirocini e ha la possibilità di sedere in commissione di laurea.

Che titoli servono a chi aspira a un posto

Quando un ateneo pubblica il bando per il reclutamento di un ricercatore universitario i requisiti che scrive sono i seguenti:

  • Laurea specialistica (magistrale o a ciclo unico) nell’ambito disciplinare indicato dal bando per la selezione. La votazione conseguita non è rilevante per entrare nella ricerca ma costituisce un elemento di valutazione quando ci si propone per un dottorato. 
  •  Possesso del titolo di dottore di ricerca, conseguito in Italia o all’estero. In caso si cerchi di entrare nella ricerca di area medica invece occorre un diploma di specializzazione per il settore considerato. Mentre il dottorato in Italia ha una durata standard di tre anni per la specializzazione medica si può arrivare a cinque.
  • Avere delle pubblicazioni su riviste specializzate e una considerevole esperienza di ricerca pregressa. Di solito per poter diventare ricercatore universitario in ambito scientifico ne servono almeno cinque avvenute nel corso dei cinque anni precedenti. Per mettere in buona luce il candidato devono tutte risultare originali e di particolare rilevanza. 
Nel curriculum dei candidati si verifica anche la continuità temporale dell’attività di ricerca svolta e gli indicatori bibliometrici degli articoli pubblicati. Questi comprendono il numero (totale e in media per lavoro) delle citazioni ricevute oltre all’impact factor.

Come si svolge un concorso per la selezione di un ricercatore universitario

Dato che i bandi sono decisi in autonomia in ogni ateneo è possibile prendere parte a quanti si vuole a patto di possedere i requisiti indicati. Non si è vincolati a restare in quello in cui ci si è laureati o si è svolto il dottorato anche se si può essere agevolati nella selezione conoscendo già il metodo di lavoro e la sede. Al tempo stesso però si può desiderare un ambiente diverso e più stimolante.

Tutti i concorsi consistono in tre diverse prove, di cui due si svolgono in forma scritta e una in forma orale. Il primo elaborato verte di solito su un argomento svolto durante il corso di studi di particolare rilievo, il secondo invece sul tema approfondita durante il proprio dottorato. Infine c’è il colloquio orale con la commissione di valutazione per valutare la capacità di esposizione e le soft skills del candidato.

Durante la prova orale si cerca di capire se chi aspira al posto di ricercatore universitario abbia un adeguato senso critico e capacità analitiche. Si tratta di qualità fondamentali per lavorare in ricerca e produrre risultati di interesse, ma oltre a queste doti si deve essere anche in grado di lavorare in un team. Questo comprende altri ricercatori, professori universitari, tecnici e tirocinanti come i tesisti.

Infine tra le altre qualità che la commissione valuta ci sono la passione per l’ambito di ricerca e la propensione alla formazione e all’insegnamento. Chi riesce a ottenere il posto svolge lezioni di laboratorio o sostituisce il docente e in un futuro non troppo lontano potrebbe ereditare la cattedra di un corso universitario.

Quanto si guadagna facendo ricerca?

Per quanto il lavoro di ricercatore universitario possa attirare i laureandi e i dottorandi serve anche fare un bilancio economico per decidere. La retribuzione varia fra gli atenei ma in Italia lo stipendio medio mensile che si può sperare di avere per chi lavora da qualche anno si aggira sui 1.600 euro. Questa può aumentare in base al livello di anzianità professionale man mano che si acquisisce esperienza.
 
Di solito chi ha appena avviato la propria carriera inizia con uno stipendio di 1.400-1.500 euro netti al mese. Dopo circa 4 anni di esperienza si può salire di fascia e arrivare alla media sopra citata, ma i ricercatori più esperti percepiscono circa 2.000 euro netti mensili. Se con il proprio percorso si approda infine alla posizione di docente universitario però si può ambire a cifre maggiori.
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