Le regole alla base del codice di comportamento dei dipendenti
In un’epoca in cui l’integrità e l’etica sono al centro dell’attenzione, per i dipendenti della PA il Codice di Comportamento dei Dipendenti pubblici è fondamentale. Conoscere le regole che dovrebbero guidare il comportamento di chi lavora per lo Stato è in effetti di fondamentale importanza.
Qualora i principi e le regole contenuti nel Codice non venissero rispettati, infatti, il dipendente che lavora per la Pubblica Amministrazione rischia sanzioni e provvedimenti disciplinari.
Il Codice, che contiene l’essenza del lavoro al pubblico servizio in Italia, contiene dei principi che vanno rispettati in servizio, ma anche in privato. Tuttavia, non dobbiamo pensare al Codice come ad un insieme di norme statiche. La disciplina in merito ha subito, negli anni, diversi aggiornamenti.
Come si è evoluto nel tempo il Codice e quali sono i principi fondamentali che tutti i dipendenti pubblici devono rispettare?
In questa guida, analizzeremo l’evoluzione della norma negli anni e le linee guida da rispettare.
Il primo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici
Si parla per la prima volta di un Codice di comportamento dei dipendenti pubblici nel 1993. Quando, cioè, il Decreto Legislativo n. 29/1993 lo introdusse per la prima volta all’Art. 58-bis comma 1.
Quello che venne denominato ufficialmente Codice di comportamento dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni venne adottato per la prima volta nel 1994. Nel marzo dell’anno, il Ministro della Funzione Pubblica approvò il decreto di adozione, e questo codice fu valido fino alla fine dell’anno 2000.
Il 28 novembre 2000, infatti, un nuovo Codice venne approvato, al fine di sostituire il precedente. Anche la vita di questo secondo aggiornamento non fu lunghissima, dato che la Legge 190/2012, denominata anche Legge Severino, rese necessari degli aggiornamenti.
La Legge 190/2012, contenente disposizioni in tema di prevenzione e repressione della corruzione, obbligò di fatto il Governo ad occuparsi, entro sei mesi, della stesura di un nuovo Codice.
L’aggiornamento approvato nel 2013
Tale nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblico vide la luce il 16 aprile 2013. Con l’ormai famoso DPR n. 62/2013, viene abrogato il precedente codice, introducendo l’insieme di norme e regole che sono rimaste valide praticamente per un decennio.
Il nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici datato 2013 venne aggiornato con contenuti previsti dalla Legge Severino. Era costituito da 17 articoli, contenenti obblighi e doveri validi per i dipendenti della PA.
In particolare, vennero stabiliti i comportamenti corretti da tenere in privato, in servizio e in pubblico, rispettivamente agli articoli 10, 11 e 12.
Il nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici 2023
Ma l’evoluzione normativa relativa al comportamento richiesto ai dipendenti al servizio dello Stato non si è arrestata. Come anticipato, il DPR n. 62/2013 ha subito delle modifiche dopo un decennio: il nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, attualmente in vigore, risale al 13 giugno 2023.
Tale nuovo Codice è contenuto all’interno del DPR n. 81/2023, e l’aggiornamento si è reso necessario alla luce di quanto disposto dal PNRR.
I codici precedenti, infatti, non contenevano alcuna indicazione in merito all’utilizzo dei Social Media da parte dei dipendenti della PA. Il nuovo aggiornamento, invece, fa riferimento all’uso di questi strumenti, oltre che delle tecnologie informatiche e digitali in generale.
Il Codice approvato nel 2023 non sostituisce totalmente quello contenuto nel DPR n. 62/2013, ma vi apporta delle modifiche.
Le modifiche al DPR n. 62/2013
Il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici così come oggi lo conosciamo è entrato in vigore, in via ufficiale, il 14 luglio 2023.
Col DPR n. 81/2023 vengono apportate delle modifiche e delle aggiunte al DPR n. 62/2013. In particolare, è stata effettuata un’aggiunta all’Art. 11 con il comma 11-bis, che prevede disposizioni per l’utilizzo di tecnologie informatiche.
In dettaglio, è previsto che gli account della PA possono essere utilizzati solamente con scopi legati alla mansione. Inoltre, i dipendenti della Pubblica Amministrazione non possono poi sfruttare i propri account personali per svolgere attività di servizio.
Ciascun dipendente pubblico è giudicato come responsabile del contenuto inviato mediante gli strumenti ed i supporti informatici. Vige poi l’obbligo, per il dipendente, di identificarsi in ogni comunicazione informatica inviata.
I Responsabili di Servizio e di struttura, infine, possono effettuare verifiche atte ad accertare l’effettiva sicurezza informatica dell’ente.
È stato poi aggiunto, ancora all’Art. 11, anche il comma 11-ter, al fine di introdurre disposizioni per l’uso corretto dei Social Media.
Il nuovo comma prevede che il dipendente pubblico debba adottare prudenza nel momento in cui esprime opinioni su fatti o persone. In ogni caso, tali opinioni non devono mai essere attribuibili alla PA, per evitare di arrecarle un qualsiasi tipo di danno.
I Social Media privati non vanno utilizzati per comunicazioni che abbiano a che fare col pubblico servizio. Infine, non è possibile divulgare documentazione pubblica utilizzando queste piattaforme.
Codice di comportamento dei dipendenti pubblici: linee guida per l’interazione col pubblico
Con il DPR n. 81/2023 sono state inoltre effettuate delle modifiche all’Articolo 12 del precedente Codice di comportamento dei dipendenti pubblici.
L’Art. 12 è quello deputato a regolamentare il rapporto del dipendente statale col pubblico. La nuova aggiunta impone al lavoratore un comportamento atto a soddisfare le esigenze del pubblico. Inoltre, il dipendente della PA non deve assolutamente recare pregiudizio al buon nome della PA.
La nuova aggiunta del DPR n. 81/2023 recita:
“Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’amministrazione o che possano nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.
L’ultima novità introdotta tra le linee guida del Codice di Comportamento dei dipendenti pubblici, infine, riguarda i Dirigenti.
A queste figure sono dedicati i nuovi commi 4, 5 e 6, introdotti all’Art. 13 del precedente Codice. Spetta al Dirigente la cura del benessere organizzativo, ma anche la crescita professionale di lavoratori. Crescita da realizzarsi anche grazie ad attività di formazione. Formazione che deve riguardare anche la trasparenza e l’integrità, così come previsto dal nuovo comma 5 modificato all’Art. 15 del precedente Codice di comportamento dei dipendenti pubblici.