Codice deontologico forense: 5 cose da sapere
Come in ogni gruppo di persone, anche la categoria degli avvocati si è data delle regole da rispettare, il cosiddetto Codice deontologico forense, per funzionare al meglio.
Nato per disciplinare i rapporti tra colleghi, clienti, magistrati e tutte le figure che compongono il panorama della giustizia, il codice deontologico forense comprende alcune particolarità che è bene conoscere, di seguito ve ne elencheremo 5 tra le più salienti.
Codice deontologico forense – la punibilità
Per prima cosa va considerato il fatto che recentemente, ovvero nel dicembre 2014, è stato modificato il precedente testo che risaliva al 1997.
Nella nuova disciplina sono state riviste le sanzioni disciplinari, eliminando la cosiddetta non punibilità per quanto non espressamente previsto.
In sostanza andrà esaminato caso per caso, valutando le varie condotte, inquadrandole di volta in volta nel contesto di quello che può risultare sanzionabile.
Saranno pertanto oggetto di valutazione anche le violazioni attinenti la probità, dignità e decoro, che necessariamente devono far parte della condotta di un avvocato con il rispetto delle stesse.
Codice deontologico forense – la buona condotta
L’osservanza di una buona condotta da tenere nei confronti dei colleghi, magistrati e quanti compongano il vasto scenario degli operatori giuridici è stato dunque ritenuto fondamentale, avendo riguardo alla rilevanza sociale rivestita dall’avvocato nel panorama sociale e l’impatto che la sua condotta può avere sullo stesso.
Codice deontologico forense – le parcelle
Le parcelle dovranno rispettare dei parametri predefiniti, violando i quali si potrà essere sanzionati.
Ovviamente uno dei punti di maggior interesse tanto per il cliente quanto per il professionista, è che il compenso dovuto a quest’ultimo sia proporzionato all’attività effettivamente svolta, per cui se da un lato è divenuto obbligatorio fornire un preventivo scritto, dall’altro è parimenti necessario che la cifra effettivamente chiesta rientri in parametri di congruità, onde evitare che si verifichino episodi sgradevoli come nel caso in cui a fronte di un accordo transattivo di 200€ come parcella, poi in realtà siano stati corrisposti ben 1500€ a titolo di pagamento del professionista.
Codice deontologico forense – il decoro
Altro punto importante riguarda il linguaggio e le espressioni usate dall’avvocato, che non potranno essere né offensive né sconvenienti e andranno censurate anche nel caso in cui il Giudice dovesse omettere di indicare espressamente la loro rimozione dal corpo degli scritti presentati dal difensore.
Questa previsione è avvenuta poiché al di là della non efficacia di tali espressioni negli atti, affermazioni sconvenienti non farebbero altro che screditare e ingiuriare ingiustificatamente la controparte, in palese violazione dell’obbligo di decoro e dignità previsto per gli avvocati, spostando il tutto su un piano personale anziché professionale.
Codice deontologico forense
Altra nota da menzionare è come tutti gli avvocati debbano sottostare a quanto previsto nel codice deontologico, senza che possano essere esentati perché magari appartenenti ad altre categorie come ad esempio quelle dei magistrati onorari, i quali si ricorda, a differenza dei Magistrati togati (iscrivibili d’ufficio dopo 5 anni di ruolo), non potranno aver accesso d’ufficio all’Albo professionale se non in casi particolari di volta in volta disciplinati.