Brainstorming: in cosa consiste e i metodi di apprendimento
Mai sentito parlare di brainstorming? Si tratta di una strategia molto utilizzata in diversi ambiti, volta a generare tutta usa serie di idee atte a risolvere un determinato problema.
Si tratta di una tecnica ormai collaudata, dato che venne utilizzata per la prima volta circa 70 anni fa. Ma, data la sua efficacia, il brainstorming ad oggi gode ancora di molta popolarità. Analizziamone insieme le caratteristiche e le possibilità in vari ambiti, incluso quello dell’apprendimento.
Si, perché è possibile utilizzare questo approccio cooperativo ai problemi anche in contesto scolastico e didattico.
Brainstorming: cos’è esattamente?
Ma, prima di addentrarci all’interno dell’universo dei molteplici ambiti applicativi del brainstorming, cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Lo abbiamo definito come approccio cooperativo, in quanto si basa sulla riunione di un gruppo di persone che, collettivamente, si applicano per risolvere un problema.
Il termine non ha un corrispettivo italiano, ma se cerchiamo di tradurlo, è facile comprendere che si utilizzano i cervelli di ogni partecipante alla sessione. Il termine si crea infatti grazie all’unione di due parole inglesi, brain (ossia cervello) e storming (cioè tempesta).
Il fine ultimo è quello di arrivare alla soluzione più creativa ed idonea, valutando tutte le idee dei partecipanti.
In effetti, si tratta di un metodo molto utilizzato per la generazione di idee e per la valutazione di quelle migliori.
Chiaramente, una sessione di brainstorming permette una generazione di idee molto più vasta rispetto a quella che avverrebbe in solitudine. Questo perché tutti i partecipanti alla sessione sono chiamati a partecipare all’attività.
Inoltre, durante la sessione, è possibile non solo valutare le varie idee, ma anche connetterle tra loro. Questo permette di arrivare a soluzioni molto creative.
Come si articola una sessione?
Anche se esistono differenti tecniche di brainstorming, ogni sessione si svolge di solito sviluppando dei principi basilari.
Innanzitutto, viene presentato ai partecipanti il problema da risolvere. Il compito di illustrare problema e regole spetta al cosiddetto conduttore, che dovrà guidare i partecipanti durante tutta la sessione.
Dopo la presentazione del problema, se il gruppo è eccessivamente esteso, si possono anche formare dei sottogruppi che lavoreranno insieme.
Se invece il gruppo è di dimensioni ridotte, si lavora tutti insieme. Ogni partecipante alla sessione di brainstorming è invitato a riflettere su ogni idea possibile che potrebbe essere in grado di risolvere il problema presentato in fase iniziale.
Viene stabilito preventivamente un periodo entro il quale riflettere sulle soluzioni al problema, dopo il quale avrà inizio la discussione. In fase di discussione, avverrà la selezione delle idee migliori e lo scarto di quelle giudicate non idonee.
Come si accennava al paragrafo precedente, idee che hanno una connessione verranno accomunate tra loro per arrivare ad un’unica soluzione.
Ambiti di applicazione
Il potere che una sessione di brainstorming possiede è ormai ampiamente conosciuto. Per tale ragione, questa tecnica è oggi attualmente molto utilizzata in diversi ambiti. Infatti, il brainstorming è capace di migliorare le prestazioni del singolo, che vengono coniugate e potenziate sfruttando il gruppo.
In generale, la tecnica è utilizzata in ambito lavorativo in tutte quelle professioni che hanno bisogno di idee fresche e innovative.
Ad esempio, nel settore pubblicitario è quasi un must: vengono organizzate sessioni ogni qualvolta sia necessario trovare slogan o idee originali.
Ma viene molto sfruttato anche nell’ambito della progettazione di eventi, in ambito televisivo e dell’intrattenimento, oltre che nel mondo della scuola.
Questo perché la partecipazione attiva di tutti gli alunni garantisce livelli di attenzione tali da favorire l’apprendimento.
Brainstorming in classe
Le sessioni di brainstorming in classe possono quindi essere considerate come un’utilissima strategia didattica.
Questo strumento aiuta infatti a trovare la soluzione più creativa ad un problema, sfruttando l’apporto dell’intero gruppo classe. Inoltre, può essere sfruttato per stimolare l’interazione tra tutti i membri della classe stessa.
Ovviamente, una sessione deve essere adeguatamente pianificata nei minimi dettagli prima di essere portata in classe. E questo è valido sia se ci si occupa di piccoli in età scolare, sia se si lavora con classi della scuola secondaria.
Ma, grazie ad una sessione di brainstorming adeguatamente progettata, si avrà la possibilità di potenziare l’apprendimento attraverso l’utilizzo del problem solving.
Come avviare una sessione in classe?
Potrebbe sembrare difficile avviare e strutturare una sessione di brainstorming per favorire l’apprendimento, soprattutto se si lavora con i più piccoli.
Eppure, iniziare a sfruttare questa tecnica è abbastanza semplice, oltre che fruttuosa: si incoraggia infatti lo sviluppo del problem solving e del pensiero collettivo.
L’insegnate può decidere se partire da una domanda o, qualora lo preferisca, se introdurre il problema in maniera diretta.
Si può poi decidere se gli studenti debbano esporre la propria idea in pubblico, o se concedere loro di esprimerla in forma anonima. Questa seconda opzione si può attuare facilmente con alunni che sappiano già scrivere, ed ha un vantaggio: l’anonimato potrebbe garantire una maggiore libertà di espressione.
In ogni caso, l’insegnante dovrà prestare attenzione al fatto che, durante una sessione di brainstorming, ogni idea ha lo stesso valore. Anche se si deciderà di permettere agli alunni di esprimere le proprie idee pubblicamente (e non in forma anonima), nessuna idea dovrà subire un giudizio.
La valutazione delle idee dovrà infatti essere molto semplice e priva di pregiudizi. Ma abbiamo già detto che, a fine sessione, dovranno essere mantenute solo le idee valide.
Come selezionarle? Una semplice votazione per alzata di mano alla quale parteciperanno tutti gli studenti può risolvere l’impasse.
Brainstorming e apprendimento: le tecniche più efficaci
Ovviamente, una sessione di brainstorming volta all’apprendimento e strutturata in classe può essere condotta sfruttando differenti tecniche. In classe, è possibile utilizzare con profitto la Mind-map e il Reverse Brainstorming.
La mind-map prevede di creare delle “mappe mentali”. Si visualizza il problema scrivendone l’idea centrale su una lavagna visibile a tutti i partecipanti, che sono in questo modo chiamati a comunicare ogni idea associata al problema che hanno letteralmente di fronte.
Quella delle mappe mentali è una delle tecniche di brainstorming più profittevoli da utilizzare per favorire l’apprendimento. Il Reverse Brainstorming è invece una tecnica per arrivare alla soluzione abbastanza creativa. In questo caso il problema centrale viene capovolto e considerato da un punto di vista diverso, in modo da stimolare soluzioni alternative e creative.