Ascolto attivo: 5 consigli pratici per comunicare con la classe
L’ ascolto attivo promuove l’impegno reciproco nel cercare di comprendere l’altro. Saper ascoltare è una componente fondamentale per stabilire ed indirizzare una buona conversazione. Instaurare relazioni di fiducia con gli altri aiuta il dialogo. Vediamo insieme come farlo al meglio.
Che cos’è
Innanzitutto la comunicazione comprende l’ascolto che a sua volta è formato da tre parti: ricezione corretta, elaborazione e risposta al messaggio. La prima corrente di psicologia a elaborare studi dettagliati sull’ascolto attivo è quella umanistica. In particolare Carl Rogers e Abraham Maslow hanno lasciato un importante apporto alla ricerca.
L’ascolto attivo viene definito come atto intenzionale tramite il quale ci si impegna a percepire sia il messaggio esplicito dell’altro sia quello implicito. L’ascolto attivo si può definire quindi in base a diverse fasi:
- osservazione ed ascolto del messaggio verbale dell’interlocutore;
- ipotesi sulle emozioni provate dall’altro;
- comunicazione dell’ impressione scaturita tramite l’empatia;
- conferma o smentita dell’ esattezza della propria sensazione sulle emozioni altrui.
L’ascolto attivo assume dunque un’importanza fondamentale in quanto atto fatto con l’intenzione di apportare un cambiamento nella persona con la quale interagiamo. Nell’ascolto attivo la predisposizione allo scambio di pensiero è positivo grazie alla circolarità di comunicazione. Tramite essa ad un sentimento si risponde con lo stesso sentimento. Come alla rabbia si reagisce con la rabbia all’ascolto si reagisce con l’ascolto.
Ascolto attivo vs ascolto passivo
L’ascolto attivo e l’ascolto passivo in psicologia sono due componenti differenti che insieme formano la capacità di ascolto. Per ottenere una comunicazione ottimale non serve solo l’ascolto attivo. Sono infatti necessari anche l’ascolto passivo legato a dei messaggi che siano di accoglimento e input ad approfondire le emozioni scaturite
Se, come abbiamo visto finora, l’ascolto attivo è un processo che necessita di entrambe le parti, quella dell’ascolto e quella di comunicazione dell’ascolto, l’ascolto passivo non è così. L’ ascolto passivo infatti consente di capire il messaggio altrui, non chiarendo però se tale messaggio venga accettato e/o compreso. Ciò significa che l’interlocutore non può realmente sapere se l’ascoltatore ha recepito correttamente le sue parole. Alcuni elementi che fanno parte dell’ascolto passivo sono: silenzio, attenzione e cenni di conferma.
Entrambe queste tipologie di ascolto sono necessarie per una comunicazione ottimale. L’ ascolto attivo permette in più di far sentire la persona che parla compresa, ascoltata ed accettata nel suo messaggio, qualunque esso sia. L’ ascolto attivo necessita inoltre dell’empatia, la capacità di mettersi nei panni dell’altra persona, qualità non indifferente da assumere e gestire. Cercare di comprendere emozioni, pensieri altrui oltre che accettare le espressioni verbali è un ascolto completo. Ci si concentra sullo stato emotivo dell’emittente e non solo sul contenuto esplicito del messaggio rimandando all’altro la propria comprensione In una situazione di conflitto o di un problema da risolvere è un aspetto decisivo.
L’importanza dell’ascolto attivo in un ambiente scolastico
Tra le raccomandazioni stilate dall’UE sulle competenze chiave necessarie per l’apprendimento permanente rientra proprio l’importanza dell’educazione dei singoli all’ascolto reciproco fin dall’infanzia. Questa urgenza è molto utile in quanto favorisce lo sviluppo di competenze sociali fondamentali già dalla scuola primaria. Tra queste possiamo citare l’azione civica responsabile e la partecipazione sociale.
L’ascolto attivo è necessario anche per la risoluzione di conflitti e la gestione di problematiche. Chi cresce con la consapevolezza di aver ricevuto un buon ascolto, e di conseguenza una buona comprensione, è più aperto a prove ed esperienze. Inoltre si pone nei confronti del mondo con meno scetticismo o atteggiamenti difensivi ma accetta di più la realtà che lo circonda. Un ascolto attivo del bambino consente un’espressione chiara del problema e una risoluzione con mezzi proprio. Se figure genitoriali o insegnanti tendono a non ascoltare ma sostituire il bambino nella risoluzione di problematiche, questo è un ostacolo alla creazione di un’ indipendenza costruttiva.
Cinque consigli pratici su come comunicare con la classe
Per un bambino può rivelarsi molto utile la presentazione di giochi di gruppo sull’ascolto attivo ed esercizi di ascolto empatico. Ad esempio allenare l’ascolto attivo tramite film proiettati senza audio. In questo modo l’attenzione non dovrà concentrarsi sulle parole, che sono state sottratte. La protagonista diventa la comunicazione non verbale, quali ad esempio gesti, postura e posizione nello spazio dei personaggi.
Analizziamo ora alcuni consigli pratici su come creare una comunicazione ottimale da parte dell’insegnante nei confronti della classe:
- utilizzare messaggi in prima persona che comunichino le proprie emozioni. Ad esempio dire “io mi sento”, “io provo”, “io ho la sensazione”.
- questa modalità di apertura di dialogo consente al bambino di conoscere in modo empatico l’insegnante e viceversa farsi conoscere. Se il docente si porrà non in modo autoritario ma comunicativo ed autentico, anche del proprio stato d’animo, la reazione dell’alunno non sarà di difesa ma accogliente;
- non giudicare ne porsi in maniera tale. È molto importante dare peso al pensiero personale e soggettivo di ciascuno, anche se non si condivide. Non per forza infatti due idee devono convergere ma non per questo devono essere modificate o ritenute erronee;
- utilizzare tecniche di rispecchiamento empatico. Queste modalità di comprensione non vogliono analizzare le parole del singolo nel cercare di interpretarle. Vogliono anzi portare ad una riflessione quanto più autentica della costruzione del discorso o del contenuto espresso. Ad esempio, può essere utile utilizzare frasi quali “Se ho capito mi stai dicendo che” e poi riportare la frase espressa dall’interlocutore;
- usare segnali di contatto: sguardi gentili, sorrisi, cenni di assenso rassicuranti. In questo modo il bambino si sente ascoltato compreso ed incoraggiato ad aprirsi ancora di più anche se è insicuro o esitante. Far sentire amati e voluti gli altri è molto importante;
- liberare uno spazio di creazione della relazione. Iniziare le lezioni ascoltando gli alunni, le proprie incertezze, ansie o preoccupazioni crea un ambiente lavorativo costruttivo e l’incremento di comportamenti positivi e di cooperazione.
Seguendo queste piccole ma utili tecniche, gli insegnanti possono promuovere un ascolto attivo, rendendo più facile l’espressione di emozioni e permettendo la creazione di un clima positivo ed accogliente all’interno della struttura scolastica.