Oblio Oncologico: cos’è, cosa prevede la legge e chi ne ha diritto
Il diritto all’oblio oncologico è finalmente diventato legge anche in Italia, segnando un passo fondamentale verso la tutela della dignità e dell’uguaglianza per le persone guarite dal cancro. Con l’approvazione definitiva da parte del Senato, il nostro Paese si allinea ad altri ordinamenti europei che da tempo riconoscono questo importante diritto civile.
Si tratta di una svolta che permette agli ex pazienti oncologici di non essere più discriminati, ad esempio, nell’accesso a mutui, adozioni o stipule assicurative, una volta terminato il percorso di guarigione.
In questo articolo approfondiremo che cos’è l’oblio oncologico, cosa prevede la nuova normativa, chi può beneficiarne e quali sono gli ambiti in cui trova applicazione. Un approfondimento essenziale su un traguardo di grande rilevanza sociale, giuridica e umana.
Che cos’è l’Oblio Oncologico
La legge prevede, inoltre, con procedure ancora da definire che vengano istituite tabelle che consentano di ridurre ulteriormente i tempi in base alla differente patologia oncologica.
Oblio Oncologico: chi sono gli aventi diritto
- servizi bancari, finanziari e assicurativi: vietato a banche, istituti di credito ed imprese di assicurazione di richiedere l’effettuazione di visite mediche di controllo e accertamenti sanitari;
- mutui ed assicurazioni: i contraenti che hanno fornito informazioni relative a pregresse malattie oncologiche prima dell’entrata in vigore della legge possono inviare la certificazione di guarigione per iniziare ad esercitare i medesimi diritti ad ora riconosciuti. In quest’ottica, i contratti in essere devono essere rivisti e adeguati alla condizione di una persona sana e, pertanto, includere eventuali maggiorazioni del premio ed escluderne altre di garanzia assicurativa;
- adozioni: non è più necessario presentare certificati che attestino la guarigione al Tribunale per i Minorenni per accertare l’idoneità dell’aspirante genitore;
- procedure concorsuali, formazione professionale ed accesso al mondo del lavoro: tutti i concorsi e le selezioni pubbliche e private che prevedono l’accertamento di requisiti psico-fisici non possono più richiedere informazioni relative allo stato di salute del candidato rispetto a malattie oncologiche.
La tutela per chi non è ancora guarito
Sono infatti presenti norme a tutela dei malati oncologici acuti, cronici o in follow-up che garantiscono benefici economici e giuridici in base al grado di gravità.
- lavoro: grazie alle azioni di Aimac sono state emanate norme sul part-time per i lavoratori malati di tumore;
- polizze assicurative: possibile da stipulare pagando un premio maggiorato in base al più alto rischio per la salute;
- adozione di un figlio: in quest’ultimo caso, in attesa dell’auspicata guarigione, sono però tenute a dichiarare la pregressa malattia oncologica. È infatti compito del Tribunale per i Minorenni valutare per ogni singolo caso l’idoneità psicofisica e socio-familiare dell’aspirante genitore.
- melanoma, 6 anni dalla fine del trattamento;
- mammella, 1 anno;
- utero, tra 5 e 6 anni;
- testicolo, 1;
- tiroide, 1;
- leucemie acute, 5.
Un traguardo per l’Italia
- tutela delle persone guarite al fine di escludere qualsiasi forma di pregiudizio, discriminazione o disparità di trattamento;
- implementazione di norme che prevedono parità di trattamento;
- riconoscimento della guarigione non solo a livello clinico ma anche sociale;
- accesso a servizi senza alcuna penalizzazione, ad esempio nei processi di adozione o nelle assunzioni sul lavoro.