Riforma Nordio e le novità in merito al Codice Penale
La Riforma Nordio 2025, nome con cui è conosciuta la L. n. 114/2024, introduce diverse novità in merito al codice penale. Inoltre, grazie alla riforma, sono state imposte modifiche al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e all’ordinamento militare. Si tratta di una riforma abbastanza complessa: per questa ragione, analizzeremo in dettaglio le modifiche normative previste. Inoltre, scopriremo le novità introdotte dal più recente ddl Nordio.
Riforma Nordio: cosa cambia
Quella che viene comunemente chiamata Legge Nordio o Riforma Nordio è una legge che introduce diverse modifiche.
La L. n. 114/2024 ha infatti previsto modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare.
La Riforma è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 10 agosto 2024, per poi diventare operativa il 25 agosto successivo. Tuttavia, ci sono alcune disposizioni, quelle che riguardano la composizione collegiale del giudice per l’applicazione della custodia cautelare, che non sono ancora in vigore.
L’entrata in vigore è prevista per il 25 agosto 2026.
I nove articoli della legge introducono numerose misure, che riguardano diversi aspetti della giustizia italiana.
Riforma Nordio 2025 e reato di abuso di ufficio
La Riforma Nordio, in primo luogo, ha abrogato il delitto di abuso d’ufficio così come previsto dal Codice Penale all’Art. 323. L’Art. 1 del ddl Nordio modifica inoltre l’Art. 346 del Codice Penale, ossia l’articolo relativo al traffico di influenze illecite.
In dettaglio, per poter parlare di influenze illecite, i rapporti tra pubblico ufficiale e mediatore dovranno essere “intenzionalmente diretti” a scopi illeciti relativi all’elargizione di denaro o altre utilità economiche in favore di pubblici ufficiali o incaricati di pubblici servizi.
Inoltre, viene chiarito che la mediazione illecita è quell’atto che induce pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio a compiere atti contrari ai suoi doveri d’ufficio. Degli atti che possano cioè indurre vantaggi ottenuti però indebitamente.
La Riforma Nordio individua anche le circostanze aggravanti e la relativa pena.
Le modifiche al codice di procedura penale
La Riforma Nordio introduce anche diverse modifiche al codice di procedura penale.
In quest’ambito, viene rafforzata la tutela della segretezza delle comunicazioni. Infatti, il ddl Nordio dispone il rafforzamento della tutela della libertà, vietando l’acquisizione delle comunicazioni tra imputato e difensore. Viene vietato, in sostanza, di acquisire comunicazioni e intercettazioni. L’unica eccezione prevista è il caso in cui l’autorità giudiziaria, per motivi fondati, ritenga che la comunicazione possa essere considerata corpo del reato.
Altri due interventi puntano a rafforzare le garanzie per gli indagati e a riequilibrare i poteri nel sistema giudiziario.
Da un lato, si prevede che una misura cautelare (come gli arresti domiciliari o la custodia in carcere) possa essere applicata solo dopo un interrogatorio obbligatorio, da registrare integralmente con strumenti audio o video.
Dall’altro, si propone di limitare la possibilità per il pubblico ministero di impugnare le sentenze di assoluzione in appello, quando si tratta di reati minori giudicati con citazione diretta davanti al tribunale monocratico.
Tra questi rientrano, ad esempio, l’interruzione di pubblico servizio, la minaccia a un pubblico ufficiale o la falsa testimonianza.
Pubblicabili delle intercettazioni: i divieti
La Riforma Nordio mira anche a tutelare i terzi estranei al procedimento, introducendo degli specifici divieti relativi alle informazioni pubblicabili delle intercettazioni.
Di fatti, vige ora il divieto di pubblicazione delle intercettazioni, anche qualora le pubblicazioni siano parziali. Il divieto si estende anche alle trascrizioni nei verbali, qualora l’intercettazione consenta di identificare soggetti terzi estranei al procedimento.
Riforma Nordio: cosa cambia per l’ordinamento giudiziario
La Riforma Nordio introduce inoltre alcune modifiche all’ordinamento giudiziario. Le modifiche sono state introdotte per adeguare tale ordinamento alla nuova previsione della composizione collegiale del giudice per le indagini preliminari.
La nuova composizione viene prevista prevista in caso di decisioni particolarmente delicate, quali per esempio la custodia cautelare in carcere o l’applicazione di misure di sicurezza detentive.
Per tali ragioni, sono stati aggiornati due articoli del Regio Decreto del 1941:
- l’articolo 7-bis, che riguarda l’organizzazione delle sedi giudiziarie all’interno del distretto
- l’articolo 7-ter, relativo ai criteri di assegnazione dei procedimenti penali ai giudici.
Inoltre, la Riforma Nordio ha anche affrontato il tema della carenza di personale nella magistratura. Per questo, a partire dal 1° luglio 2025, è previsto un aumento di 250 magistrati destinati alle funzioni giudicanti di primo grado.
Cosa cambia per l’ordinamento militare
Infine, la Riforma Nordio ha introdotto delle modifiche al codice dell’ordinamento militare. Più nello specifico, le procedure per avanzare ai gradi superiori saranno ora precluse in presenza di una sentenza di condanna di primo grado.
Anche una sentenza di applicazione della pena su richiesta o un decreto di condanna esecutivo possono precludere l’avanzamento ai gradi militari superiori.
Oltre la Riforma Nordio: la nuova proposta di legge e il ddl Nordio
Alla Riforma Nordio seguirà una nuova riforma del sistema giudiziario italiano.
Lo scorso 16 gennaio, infatti, è stato approvato il ddl Nordio (presentato da Meloni e Nordio), che mira a modificare la Costituzione. Il disegno di legge mira a introdurre la separazione delle Carriere dei Magistrati.
Di tale separazione, in effetti, si parla ormai da anni. Sono tantissimi coloro che sostengono la necessità di una separazione tra magistratura requirente e magistratura giudicante. Tuttavia, non mancano coloro che, al contrario, sono a favore del sistema precedente. I fautori del sistema unificato, infatti, affermano che questo possa garantire un equilibrio maggiore.
In ogni caso, il percorso di questa nuova riforma è ancora molto lungo. Si tratta infatti di un disegno di legge che mira a una riforma costituzionale.
In questi casi, il ddl deve necessariamente essere approvato per ben due volte dalla Camera dei Deputati e per altrettante volte dal Senato.
Non è poi escluso che il disegno di legge possa essere sottoposto a un referendum.
In caso di approvazione, la nuova riforma introdurrà una suddivisione tra i magistrati, con l’introduzione di due Consigli Superiori della Magistratura.
I CSM saranno suddivisi: verrà separato il CSM per i pubblici ministeri da quello per i giudici.
In questo modo, si modificherà radicalmente la magistratura italiana, sin dall’inizio della carriera dei futuri magistrati. Se, ad oggi, magistrati e avvocati condividono la formazione, con la nuova riforma è previsto un percorso differenziato.