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EBITDA: come si calcola e cosa rivela sulla salute finanziaria d’impresa

EBITDA: come si calcola e cosa rivela sulla salute finanziaria d’impresa

EBITDA - come si calcola e cosa rivela
  • Laura Danesi
  • 7 Maggio 2025
  • Guide
  • 6 minuti

Cosa rivela EBITDA sulla salute finanziaria d’impresa

EBITDA è uno degli acronimi più ricorrenti nel linguaggio economico e finanziario moderno, usato da analisti, investitori e imprenditori per valutare la performance delle aziende.
Questo indicatore permette di isolare il risultato della gestione operativa dalle influenze esterne come oneri finanziari, imposte e politiche di ammortamento, offrendo una visione più neutrale ed efficace. La sua popolarità deriva dalla semplicità di calcolo e dalla capacità di rendere confrontabili imprese molto diverse tra loro. Nonostante la sua diffusione, però, non sempre viene compreso fino in fondo nella sua portata e nei suoi limiti.

In questo articolo vedremo in modo dettagliato cos’è l’EBITDA, come si calcola, quali informazioni può offrire sulla salute finanziaria di un’azienda e perché è considerato un indicatore centrale nell’analisi economico-gestionale.

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EBITDA e redditività aziendale

L’acronimo EBITDA sta per Earning Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization, ovvero utile prima degli interessi, delle imposte, delle svalutazioni e degli ammortamenti. Questo indicatore mira a esprimere la redditività di un’azienda focalizzandosi esclusivamente sulla gestione operativa. Esclude, quindi, tutte le componenti di costo non operative o non ricorrenti, per offrire una visione più oggettiva della capacità dell’azienda di generare profitti attraverso il proprio core business.

Il calcolo dell’EBITDA può essere effettuato partendo dal conto economico aziendale. La formula standard è:

EBITDA = Ricavi – Costi operativi (esclusi ammortamenti e svalutazioni)

In alternativa:
EBITDA = Utile operativo (EBIT) + Ammortamenti + Svalutazioni

L’EBITDA è un dato importante per gli analisti finanziari, gli investitori e i manager, perché consente un confronto più diretto tra aziende di settori diversi o di differenti aree geografiche, neutralizzando gli effetti delle scelte contabili e fiscali. Essendo un valore pre-ammortamento, fornisce anche un’idea della liquidità potenziale generata dall’azienda.

Risultato operativo di un’azienda: la base da cui parte il calcolo

Il risultato operativo di un’azienda, conosciuto anche come EBIT (Earning Before Interest and Taxes), rappresenta il punto di partenza per il calcolo dell’EBITDA. Questo dato evidenzia il guadagno prodotto dalla sola attività caratteristica dell’impresa, al netto dei costi operativi ma prima della deduzione degli oneri finanziari e fiscali.

L’EBIT è, quindi, una misura intermedia del conto economico e riflette quanto un’impresa riesce a produrre in termini di utile prima di interessi e imposte. Non tiene conto, tuttavia, dell’impatto degli ammortamenti e delle svalutazioni, che possono essere rilevanti soprattutto in aziende ad alta intensità di capitale, come quelle industriali.

Integrare il risultato operativo di un’azienda con gli ammortamenti e le svalutazioni permette di ottenere l’EBITDA, offrendo così un’immagine più pulita dell’effettiva capacità di generare margine operativo.

Margine operativo lordo: l’altro nome dell’EBITDA

Il termine margine operativo lordo è il corrispettivo italiano più comune del termine EBITDA.
Le due espressioni, in molte analisi di bilancio, vengono usate in modo intercambiabile. Il margine operativo lordo indica il reddito generato dall’attività principale dell’impresa prima della considerazione di interessi, imposte, ammortamenti e svalutazioni.

Esprimere l’EBITDA come margine operativo lordo aiuta a chiarire la funzione del dato: si tratta di un margine, ovvero una misura della redditività lorda generata dalle operazioni correnti. Questo margine è fondamentale per valutare l’efficienza operativa e la capacità dell’azienda di autofinanziare i propri investimenti, ripagare il debito e sostenere la crescita.

Le aziende con un margine operativo lordo elevato rispetto al fatturato mostrano una buona efficienza gestionale. Questo indicatore può anche essere espresso in percentuale (EBITDA margin) e rappresenta una metrica essenziale in qualsiasi analisi comparativa.

Earning Before Interest Tax Depreciation Amortization: il significato completo dell’acronimo

Earning Before Interest Tax Depreciation Amortization è la forma estesa dell’acronimo EBITDA.
Il suo significato completo sottolinea quali voci vengano escluse dal calcolo: interessi, tasse, ammortamenti e svalutazioni.

  • Interest (interessi), si riferisce ai costi del capitale preso in prestito. Eliminandoli si evita che le differenze tra strutture di finanziamento influenzino il confronto tra imprese;
  • Tax (tasse), le imposte possono variare notevolmente da un paese all’altro. Escluderle rende più comparabili le performance internazionali;
  • Depreciation (ammortamenti) e Amortization (svalutazioni), sono costi non monetari legati all’usura o obsolescenza di beni materiali e immateriali. Non essendo esborsi effettivi di cassa, vengono esclusi per ottenere un dato più vicino alla cassa operativa.

L’Earning Before Interest Tax Depreciation Amortization, in definitiva, rappresenta una misura “depurata” della performance aziendale, che consente analisi più neutre e orientate alla capacità effettiva di generare profitto.

Riclassificazione dei conti: come ottenere un EBITDA attendibile

Per calcolare correttamente l’EBITDA è necessario, spesso, effettuare una riclassificazione dei conti del bilancio.
Questo processo consiste nel riorganizzare le voci del conto economico per evidenziare meglio le informazioni rilevanti per l’analisi.

La riclassificazione dei conti permette di separare con chiarezza i costi operativi da quelli non operativi, isolando le componenti straordinarie o non ricorrenti che potrebbero distorcere l’analisi. Rende, inoltre, più semplice distinguere tra costi monetari e non monetari, come gli ammortamenti.

Un bilancio riclassificato rende l’EBITDA un indicatore più trasparente e comparabile. Le imprese che vogliono comunicare in modo efficace la loro solidità economica verso investitori e stakeholder adottano spesso questa pratica per rendere più leggibili i propri dati finanziari.

Indicatore di redditività: perché è così importante

L’EBITDA viene spesso definito un indicatore di redditività, perché misura la capacità dell’impresa di generare profitto con la sola attività operativa. È particolarmente utile per analizzare:

  • la redditività operativa al netto delle decisioni di finanziamento;
  • la liquidità potenziale, perché esclude costi non monetari;
  • la valutazione d’impresa, essendo spesso utilizzato per calcolare multipli come l’EV/EBITDA;
    • la comparabilità tra aziende, grazie all’esclusione di elementi distorsivi.

Un EBITDA positivo e in crescita è segnale di un’attività solida ed efficiente. Un EBITDA debole o in calo, al contrario, può indicare problemi nella gestione operativa o un’eccessiva esposizione ai costi fissi. Gli investitori utilizzano l’EBITDA come uno dei principali driver per le decisioni di investimento, soprattutto nei settori dove la gestione operativa è il vero motore del valore aziendale.

Redditività operativa: limiti e interpretazioni corrette dell’indicatore

Nonostante la sua utilità, l’EBITDA presenta alcuni limiti che è importante considerare per evitare interpretazioni errate.

Non tiene conto, innanzitutto, degli investimenti necessari al mantenimento degli asset, né delle variazioni nel capitale circolante. Tralascia, inoltre, il servizio del debito e le imposte effettive, che possono avere un peso rilevante sulla sostenibilità dell’attività.
L’EBITDA, quindi, non va interpretato come un flusso di cassa reale, né come il risultato netto dell’impresa. Va piuttosto visto come una lente focalizzata esclusivamente sulla capacità produttiva e commerciale dell’azienda, utile per confronti interni e tra competitor.

La qualità dell’EBITDA, infine, dipende molto dalla trasparenza dei conti e dall’accuratezza della riclassificazione. Un’analisi consapevole richiede sempre il supporto di altri indicatori, per avere un quadro completo della performance finanziaria aziendale.

EBITDA: uno strumento essenziale per valutare la solidità aziendale

L’EBITDA, in conclusione, si conferma uno degli strumenti più efficaci per misurare la solidità e l’efficienza economica di un’azienda.
La sua capacità di fornire un’indicazione diretta sulla gestione operativa, escludendo le distorsioni derivanti da interessi, imposte e ammortamenti, lo rende particolarmente utile in sede di analisi comparata e valutazione d’impresa.

Comprendere le connessioni tra i principali indicatori economico-finanziari e le logiche di analisi gestionale, quindi, consente di ottenere un quadro approfondito e professionale dello stato di salute di un’impresa. Utilizzato con consapevolezza, l’EBITDA è un potente alleato nella lettura dei bilanci, nella valutazione di investimenti e nelle scelte strategiche aziendali.

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Laura Danesi
Sono laureata in Teorie e tecniche del linguaggio audiovisivo (DAMS quadriennale) presso l’Università degli Studi di Torino. Ho conseguito due qualifiche professionali: una come Tecnico multimediale, con indirizzo comunicazione televisiva e una come Tecnico di produzione di contenuti multimediali e comunicazione per il Web 2.0. Lavoro per privati, professionisti e Tribunali in qualità di trascrittrice file audio/video; sottotitolatrice audiovisiva; grafica; copywriter; ghostwriter; editor e correttore di bozze.
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