Web Tax: aliquota del 3% per le big di internet
La Web Tax rappresenta un argomento di dibattito che nel corso degli ultimi anni ha fatto discutere non poco i titolari di imprese che operano anche sul web.
Ecco cinque cose che bisogna conoscere su questa nuova imposta.
Le scadenze della Web Tax
Nonostante la Web Tax sia stata approvata ufficialmente dalla commissione di Bilancio del Senato, occorrerà attendere la data del 30 aprile 2018 per conoscere tutti i dettagli sui diversi aspetti che riguarderanno questa tassa.
Questo per il semplice fatto che il Governo deve ancora definire quali prestazioni elettroniche verranno tassate e quali invece no.
Inoltre il primo gennaio 2019 sarà una data molto importante visto che segnerà l’entrata in vigore di questa nuova imposta.
La tassazione della Web Tax
Seppur il Governo debba ancora stabilire alcuni aspetti che riguardano questa nuova imposta, la percentuale che verrà applicata è già stata selezionata da parte del Governo durante le recenti riunioni.
Stando alle ultime notizie si è optato per una percentuale pari al 6% sull’importo della prestazione che vedrà protagonisti i mezzi elettronici adoperati dalle imprese per erogare determinati servizi.
Ancora ad oggi, però, il Governo deve stabilire su quale base imponibile questa tassa dovrà essere applicata.
Cosa cambia per le piccole imprese
Dettaglio molto importante che di questa nuova imposta riguarda le piccole imprese.
Queste, infatti, non dovrebbero pagare la tassazione vista appunto la ridotta attività che queste svolgono rispetto alle medie e grandi aziende che operano specialmente sfruttando il web.
Tale scelta dovrà comunque essere confermata da parte del Governo dopo il 30 aprile 2018.
Le entrate per l’erario
La Web Tax, secondo la ragioneria di Stato, permetterà al Paese italiano di usufruire di circa 114 milioni di euro che verranno prodotti proprio dalla tassazione.
Secondo gli studi svolti sulla pubblicità online, nel 2016 questa ha prodotto circa due miliardi di euro di ricavo il cui risultato è stato attribuito anche all’anno successivo.
Se la tassazione fosse stata attiva essa avrebbe prodotto quel redditto e proprio per tale motivo il Governo si aspetta che gli imprenditori continuino ad investire sul mercato pubblicitario online, in modo tale che il Paese possa investire quell’entrata in modo adeguato.