Terapie digitali: mercato da 2 mld $ in USA, l'Italia aspetta la legge
La recente evoluzione delle più sofisticate tecnologie ha comportato la diffusione delle cosiddette terapie digitali. Si tratta di un metodo innovativo per soddisfare i bisogni di salute della popolazione mondiale, che sta via via prendendo sempre più piede.
Lo testimonia il fatto che, negli Stati Uniti, solo nel 2022 il mercato delle terapie digitali è stato in grado di fruttare un valore stimato che supera i 2 miliardi di dollari. E l’Europa si avvia a seguire l’esempio statunitense.
Viene dunque spontaneo chiedersi quale sia la situazione nel nostro Paese. Purtroppo, lo anticipiamo subito, in Italia, nonostante il potenziale beneficio che potrebbero offrire, le terapie digitali non sono ancora regolamentate da una legge specifica. Manca dunque un esatto e specifico quadro normativo che consenta il potenziamento di questa tipologia di terapie mediche.
Analizzeremo, in questo articolo, i risultati del recente DTx Monitoring Report 2023, ovvero il report in questione che è stato da poco presentato alla Camera, nel tentativo di potenziare il nostro Sistema Sanitario mediante l’introduzione delle terapie digitali.
Terapie digitali, cosa sono
Tuttavia, prima di analizzare i dati del DTx Monitoring Report 2023 recentemente presentati a Roma presso la Camera dei Deputati, dobbiamo fare un passo indietro. Non tutti, infatti, sanno con esattezza in cosa consiste una terapia digitale: cerchiamo quindi di capirlo.
Le terapie digitali si riferiscono a soluzioni tecnologiche che utilizzano applicazioni mobili, dispositivi indossabili e software per fornire supporto terapeutico o diagnostico.
Vengono dette anche DTx, dal termine inglese Digital Therapeutics; si tratta di un ambito tutto nuovo della medicina, che si sta sviluppando solo recentemente, e che prevende l’applicazione di Intelligenza Artificiale e Internet of Things per trattare disturbi, patologie o malattie, sia croniche che mentali. Le DTx trovano applicazione anche nel campo della riabilitazione.
In sostanza, si tratta di una tipologia di terapia che è in grado di trattare una vasta gamma di condizioni, come ansia, depressione, disturbi alimentari, dolore cronico e disturbi del sonno.
Inoltre, dato che il principio attivo necessario viene somministrato grazie a software specifici, questa tipologia di trattamento può aiutare a gestire meglio i malati cronici.
Tali terapie vengono progettate per essere accessibili, convenienti e personalizzabili. Possono infatti essere facilmente riadattare alle esigenze individuali del singolo paziente.
Sono moltissimi i Paesi che si stanno aprendo alle terapie digitali: in primis, troviamo gli Stati Uniti, dove le DTx stanno rivoluzionando il modo in cui le persone affrontano e gestiscono le proprie condizioni di salute.
Sebbene vi siano ancora moltissime riserve nei confronti di questo tipo di terapia, sono molte le persone che, nel 2022, hanno trovato benefici quali l’accessibilità e la comodità garantite delle terapie digitali rispetto alle tradizionali visite in ambulatorio.
Queste soluzioni, come detto, hanno fruttato negli Stati Uniti più di 2 miliardi di dollari solamente nel 2022.
DTx Monitoring Report 2023: la situazione in Italia
Secondo quanto emerso dai risultati del DTx Monitoring Report 2023, la situazione delle terapie digitali in Italia è abbastanza incoraggiante.
Il rapporto ha messo in luce che le terapie digitali hanno trovato impiego in vari ambiti. I dati, emersi anche grazie alla collaborazione del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Milano, hanno messo in luce come l’area di più vasta applicazione riguarda i disturbi mentali quali ansia e depressione. Più del 20% delle DTx riguarda questo settore.
Buoni risultati per la salute mentale in generale, con il 13,9% e per il trattamento delle dipendenze, con il 10,17%.
Tuttavia, rispetto al resto dell’Europa, il nostro Paese si colloca quasi come un fanalino di coda. Se in Paesi come la Germania e il Regno Unito gli studi condotti sono abbastanza, nel nostro Paese sono solo due gli studi attualmente in attivo. Il primo riguarda l’applicazione delle terapie digitali a disturbi psicomotori in età infantile, mentre il secondo è uno studio relativo all’obesità.
Dei risultati, insomma, non in linea con gli altri Paesi d’Europa, se pensiamo che la Germania ha introdotto già 51 trattamenti e ha in attivo, al momento 39 studi.
Questo ritardo è dovuto al fatto che, in Italia, manca ancora un quadro normativo di riferimento.
La necessità di una legge sulle terapie digitali in Italia
Come detto, infatti, in Italia le terapie digitali non sono ancora regolamentate da una legge specifica.
Nonostante ciò, le sperimentazioni sono già come detto in fase di studio, ma spesso mancano di un quadro normativo chiaro che definisca le linee guida per l’efficacia, la sicurezza e l’accessibilità di tali terapie. Questa mancanza di regolamentazione ha rallentato l’adozione delle terapie digitali nel Paese.
Al momento, paradossalmente, il nostro Paese fa ancora riferimento a delle norme europee che risalgono al 2017. Norme secondo le quali le terapie digitali vengono equiparate a cerotti e dispositivi medicali simili.
Tuttavia, una situazione del genere non è più possibile: questo si è concluso mediante la discussione avuta durante la presentazione del DTx Monitoring Report 2023 a Roma.
Una discussione alla quale hanno partecipato tutte le entità coinvolte. Non solo Aifa, Agenas, Università e Ministero della Salute, ma anche esponenti delle start up mediche italiane.
DTx e tecnologia, il ruolo delle startup
Il ruolo delle startup nella diffusione delle terapie digitali è infatti basilare.
Insieme a imprese che si occupano di lifescienze e a aziende mediche e tecnologiche, sono infatti le startup italiane che operano in ambito medico le vere protagoniste della diffusione delle DTx in Italia.
Perché le DTx diventino davvero parte del nostro quotidiano, saranno quindi le startup a dover agire, insieme alle autorità preposte. A breve, probabilmente, potremo anche contare sull’istituzione di un fondo apposito, dedicato interamente alle terapie digitali. Non solo per condurre nuovi studi clinici, ma anche per rendere operative e reali tali terapie nel nostro Paese nel più breve tempo possibile.
Tale introduzione prevede infatti delle fasi iniziali di test, che ne comprovino non solo la sicurezza per i pazienti, ma anche l’effettiva efficacia clinica.
Infine, l’aspetto normativo che verrà introdotto dovrà occuparsi anche dello spinoso problema della privacy dei pazienti sottoposti a terapie digitali. Un problema che, nel nostro Paese, non è stato ancora affrontato.