Sustainability Manager: in crescita richiesta e opportunità lavorative
Il sustainability manager è uno dei lavori più richiesti nel 2023 secondo la classifica stilata da LinkedIn, la piattaforma dedicata al mondo del lavoro e dei professionisti. La sempre più crescente attenzione all’ambiente e alla sostenibilità hanno fatto sì che sia le aziende private che le attività pubbliche iniziassero a sentire l’esigenza di inserire nel loro organico una figura in grado di conciliare produttività e ambiente.
Trasversale, poliedrico e multi-disciplinare sono gli aggettivi che caratterizzano questa figura. Infatti, deve essere in grado di comprendere le innovazioni e i cambiamenti in tema di diritto, trovando le migliori strategie per migliorare la sostenibilità delle imprese per cui lavora.
L’Italia, in particolare, si sta mostrando un terreno molto fertile per chi vuole intraprendere questa carriera grazie alla specifica organizzazione industriale in imprese medio-piccole. Questo perché le aziende di queste dimensioni sono più versatili e adattabili.
Ma in cosa consiste la professione di sustainability manager? E come fare fare per diventarlo? Tutti i dettagli nei prossimi paragrafi.
Sustainability manager: che cos’è
Quella del sustainability manager è una figura che sta acquisendo sempre più rilievo nelle aziende private e nel settore pubblico in Italia e nel mondo. Come dice il nome stesso il sustainability manager è l’esperto di sostenibilità, ovvero colui che ha il compito di supervisionare l’impatto ambientale dell’azienda per cui lavora e proporre delle soluzioni per poterla rendere sempre più green.
Supervisionano, promuovono strategie e coordinano i diversi reparti. Una figura trasversale e poliedrica che concilia numerosi ruoli. Tenendo conto dei fattori ambientali, sociali, finanziari deve analizzare le aree di rischio e trovare le soluzioni per migliorare la sostenibilità ambientale e poi applicarle.
Stando ai più recenti dati del Sustainability Career 2022 Sustainability Makers, l’associazione italiana dei professionisti specializzati nell’ideazione e realizzazione di strategie e progetti per la sostenibilità nelle aziende, sono soprattutto le donne a ricoprire questo ruolo. (64,6%). La formazione di queste professioniste è soprattutto di origine scientifica, ma per diventare sustainability manager si possono seguire diversi tipi di percorsi formativi.
Per svolgere questo lavoro, infatti, servono molte capacità diverse che riguardano sia le conoscenze tecniche, soprattutto per quanto riguarda le innovazioni tecnologiche, ma anche attenzione alle nuove direttive politiche e governative. A queste vanno aggiunte delle buone capacità comunicative, essenziali per poter coordinare e gestire gruppi di lavoro diversi.
Di cosa si occupa
Il compito principale del sustainability manager è quello di far coesistere e conciliare le normali attività dell’azienda e sostenibilità sfruttando le innovazioni tecnologiche e tenendosi sempre aggiornato sulle normative vigenti. Suo dovere, inoltre, è quello di accompagnare l’intera organizzazione verso il cambiamento dando vita a progetti e iniziative.
Andando nello specifico potremmo dire che nella figura del sustainability manager si racchiude:
- Environmental manager
- Social manager
- Governance manager e auditor
- Project manager
Come environmental manager si occupa della gestione e dell’inserimento in azienda di tecnologie e innovazioni a basso impatto sull’ambiente, promuovendo le soluzioni più green senza intaccare o limitare le normali attività e la produzione.
L’attività di social manager comprende il raggiungimento di obiettivi a impatto sociale, ma anche il coinvolgimento di tutti i collaborati nella lotta alla crisi ambientale.
Il ruolo di governance manager e auditor si caratterizza per l’attività di monitoraggio e analisi dei dati sull’impatto dell’azienda in modo da poter intervenire e mantenere gli standard di sostenibilità prefissati.
Infine è un project manager perché gestisce in prima persona i progetti proposti, guidandoli verso la completa realizzazione.
Il sustainability manager si trova quindi allo stesso tempo inserito a pieno tempo nell’organizzazione, ma anche al di fuori di essa, per poterne cogliere gli aspetti da migliorare e i modelli da modificare. Una voce innovatrice all’interno delle aziende a difesa dell’ambiente.
Come si diventa sustainability manager e le competenze necessarie
La figura del sustainability manager è molto affascinante e non sorprende che molti giovani vogliano intraprendere questa carriera. Non a caso le richieste di un percorso formativo dedicato a questo ruolo sono molto aumentate negli ultimi anni.
Qual è la formazione necessaria per diventare sustainability manager? Esiste un corso di laurea o un master dedicato? I percorsi di studio che possono essere intrapresi per accedere a questa carriera sono vari. Molti degli attuali specialisti provengono da università scientifiche, ma anche giurisprudenza e economia.
La varietà di indirizzi da cui partire è dettata dalle capacità olistiche un sustainability manager deve sostenere. Deve essere in grado di comprendere normative e cambiamenti nel diritto, conoscere le tecnologie più evolute, saperne di chimica, energia, mobilità e allo stesso tempo avere doti nel management, nella finanza e nella comunicazione. Soltanto in questo modo può comprendere i cambiamenti nel mondo e portarli all’interno dell’azienda. Il sustainability manager deve avere competenze multi-disciplinari.
Proprio per andare incontro a questa esigenza sono nati dei corsi specifici come il master in Sustainability & Energy Industry della Luiss Business School, oppure il master Transformative Sustainability realizzato in sinergia dal Politecnico di Milano e Bocconi. Questi corsi formativi, partendo da una base scientifica e tecnica, si propongono di dare tutte le conoscenze necessarie per poter svolgere questo lavoro nel migliore dei modi avendo posto attenzione alle effettive esigenze del mercato del lavoro.
Opportunità in Italia
La crisi climatica e la consapevolezza dell’impatto che le aziende hanno sull’ambiente, a cui si aggiungono le politiche attive dei governi europei e globali, hanno fatto sì che anche le aziende italiane iniziassero a integrare nel proprio organico la figura del sustainability manager. Attualmente, quindi, è un ruolo di cui c’è carenza e, di conseguenza, molta domanda. Molti specialisti riescono a trovare lavoro ancor prima di laurearsi o concludere la loro formazione, proprio per la forte necessità di esperti
Uno degli aspetti tutto nostrano che rende questa una vera e propria opportunità di carriera da prendere in considerazione è la struttura industriale del nostro Paese. L’Italia infatti, è caratterizzata da una grande flessibilità e versatilità industriale, dovuta a quella che molto spesso è stata considerata una debolezza: la presenza di aziende medio-piccole. La dimensione delle aziende le rende agili e in grado di adattarsi ai cambiamenti in modo più veloce rispetto alle grosse organizzazioni. Questo permette loro anche di adottare cambiamenti più incisivi.
Non solo nel settore privato, ma anche in quello pubblico, amministrativo e governativo. Anche in questi ambiti, infatti, serve una figura che possa guidare a un cambiamento che sia attento all’ambiente e che renda le istituzioni pubbliche meno impattanti.
Quanto guadagna il sustainability manager
Qual è lo stipendio medio di un sustainability manager? Una volta chiarito il suo ruolo e le sue possibilità nel mercato del lavoro italiano è lecito domandarsi quanto guadagni questa figura. Per capire lo stipendio medio annuale lordo bisogna tenere conto di due parametri:
- dimensioni dell’azienda: più grande è l’azienda e più lo stipendio diventa ricco, in proporzione all’aumento della complessità del lavoro.
- esperienza: come avviene in molti altri ambiti, questo è un fattore determinante. Un giovane che sta cominciando la sua carriera avrà certamente una retribuzione inferiore rispetto a chi lavora in questo ambito da più tempo.
Andando a guardare le stime di Glassdoor, vediamo che un sustainability manager che non sia alle prime armi e che sia inserito in un’azienda di medio-grandi dimensioni può guadagnare all’incirca 50 mila euro annui lordi.