La metodologia didattica Spaced Learning: apprendimento intervallato
Una metodologia didattica attiva molto utile da applicare in classe è quella dello Spaced Learning. Lo possiamo tradurre, nella nostra lingua, con “apprendimento intervallato” o “apprendimento dilazionato”. Prevede, in dettaglio, una specifica organizzazione del tempo-lezione. Secondo la scienza, che ne ha avvalorato l’efficacia, un apprendimento intervallato nel tempo permette una migliore conservazione delle nozioni in memoria a lungo termine.
Al contrario, se i concetti vengono presentati agli alunni in un’unica sessione, per esempio durante un’intera lezione, andranno perduti. Per tale ragione, questa metodologia prevede la distinzione in input e momenti di pausa.
Ma procediamo per ordine e addentriamoci nell’affascinante mondo dello Spaced Learnig.
In questa guida scopriremo insieme come funziona, come applicarlo in classe, il ruolo dell’insegnante e i vantaggi del metodo.
Cos’è lo Spaced Learning: una metodologia didattica attiva
Lo Spaced Learning, o apprendimento intervallato, come già anticipato è una specifica metodologia didattica.
Il metodo prevede di suddividere il tempo lezione in tre momenti di input da parte dell’insegnante e due intervalli.
La metodologia, la cui paternità è attribuita all’inglese Paul Kelley, si basa su due teorie neuroscientifiche.
La prima riguarda il mantenimento dell’attenzione, che non può essere tenuta troppo a lungo nel tempo. La seconda teoria è quella della reiterazione, secondo la quale le nozioni vengono apprese e mantenute in memoria a lungo termine a seguito di ripetizioni.
Inoltre, si sfrutta il consolidamento della memoria che avviene durante i periodi di pausa. Questi favoriscono la riorganizzazione delle informazioni e il successivo immagazzinamento nella memoria a lungo termine.
Durante la prima fase di input, vengono fornite le informazioni più utili, atte a comprendere la lezione. Segue un primo periodo di pausa, che durerà dieci minuti. Durante l’intervallo è bandito ogni riferimento alla lezione.
Trascorsi i dieci minuti, verrà introdotto il secondo input, nel quale l’insegnante ripercorrerà le informazioni già presentate nel primo input. Tuttavia, dovrà cambiare il modo in cui il contenuto viene presentato.
Segue il secondo periodo di stop, che durerà anche questo dieci minuti e dovrà seguire le regole della prima pausa.
Nel terzo e ultimo input, il docente proporrà attività centrate sugli studenti. Gli alunni dovranno mostrare di aver appreso e compreso i contenuti dei primi due input.
Questa metodologia, come anticipato, favorisce l’acquisizione delle informazioni, che verranno meglio “conservate” in memoria a lungo termine.
Le fasi dello Spaced Learning
In base a quanto detto fino ad ora, possiamo individuare delle specifiche fasi sulle quali si fonda l’apprendimento intervallato.
La prima fase dello Spaced Learning coincide con il primo input, nel quale l’insegnante deve fornire al gruppo classe la maggior parte delle informazioni da apprendere. Molto utile, in questa fase, l’utilizzo di presentazioni, anche su supporto informatico.
La seconda fase della metodologia didattica è quelle che servirà a richiamare le informazioni. In questa fase, l’insegnante può decidere se scegliere un supporto diverso o se riproporre quello già usato nella prima fase.
In questo caso, andranno però eliminati alcuni riferimenti, come le parole chiave. Gli alunni saranno quindi stimolati a recuperare le informazioni dalla memoria.
L’ultima fase prevede la piena comprensione. Agli alunni vengono affidati dei compiti, che possono essere somministrati in forma scritta. Il docente, in questo modo, si accerterà che l’apprendimento sia effettivamente avvenuto. È in questa fase, cioè, che l’insegnante dovrà verificare se le nozioni sono state acquisite o meno.
Come si struttura l’apprendimento intervallato in classe
Sebbene, a prima vista, possa sembrare semplice da applicare, la metodologia Spaced Learning è abbastanza complessa. Per questo, per applicarla in classe, è necessario che in docente si dedichi ad una preventiva formazione specifica. È inoltre necessaria esperienza affinché la metodologia didattica dia i suoi frutti.
Questo perché le varie fasi dell’apprendimento dilazionato devono seguire tempistiche ben precise, pena il mancato raggiungimento degli obiettivi didattici.
Ricordiamo poi che le tre fasi di input dovrebbero avere la stessa durata, e il medesimo concetto vale anche per i due intervalli.
È chiaro che non è possibile stabilire a priori la durata della prima fase di input: questa prima fase può variare a seconda delle esigenze della classe. Generalmente, per fornire una durata indicativa, l’input non dovrebbe durare più di 15 minuti. Questa, tuttavia, non è una regola fissa.
Inoltre, nella terza e ultima fase di input, dopo aver spostato il focus sugli alunni (dato che questa è una metodologia didattica attiva), seguirà una valutazione.
Metodologia Spaced Learning: il ruolo dell’insegnante
Nello Spaced Learning, molto più che in altre tipologie didattiche, il ruolo dell’insegnante è fondamentale. È vero che si tratta di una metodologia didattica attiva, in cui, soprattutto nell’ultima parte, il focus è spostato sugli alunni.
Tuttavia, all’insegnante spettano gli input e la loro gestione. Abbiamo già anticipato che la durata degli input deve essere la medesima, ma che non si può stabilire a priori la durata del primo input.
Uno dei compiti principali dell’insegnante, in questa metodologia, risiede quindi nella personalizzazione. Il compito del docente è quello di organizzare preventivamente la lezione, stabilendo dei tempi e degli argomenti consoni al gruppo classe.
Altro compito dell’insegnante che applica lo Spaced Learning risiede nel mantenimento dell’ordine. Il che non è scontato, dato che sono previste ben due pause da dieci minuti ciascuna.
Durante le pause, andranno somministrate delle attività ricreative, anche queste adeguate alla classe.
Infine, il docente dovrà promuovere l’inclusività. In caso di BES e DSA, sarà necessario coinvolgere gli alunni, fornendo loro gli strumenti adeguati.
I vantaggi dell’apprendimento dilazionato
Sebbene non si tratti di una metodologia didattica attiva di immediata applicazione, lo Spaced Learning offre dei vantaggi innegabili.
Innanzitutto, migliora l’acquisizione di informazioni in memoria a lungo termine. Questa tipologia di metodo permette ripetizioni regolari, che favoriscono l’acquisizione di dati e concetti. L’apprendimento, in questo modo, diventa solido e duraturo.
Un altro vantaggio dell’apprendimento dilazionato è che trova applicazione in diverse materie. Vale cioè per le lingue, per la letteratura, per storia e geografia, così come per altre discipline, non solo umanistiche ma anche scientifica. Ci sono addirittura dei casi documentati in cui l’apprendimento intervallato è stato applicato a discipline tecniche e all’educazione fisica.
Inoltre, se correttamente personalizzato, il metodo può trovare applicazione sia nelle scuole di primo grado che in quelle di secondo grado.