Stress da lavoro: quali sono i sintomi
Ad oggi, gli impegni professionali richiedono un ritmo sempre più frenetico e, di conseguenza, è facile insorgano condizioni di disagio come lo stress da lavoro.
Analizziamo insieme al meglio questa condizione ed impariamo a combatterla.
Indice
Che cos’ è lo stress da lavoro
Se è vero che una minima dose di stress da lavoro può, a volte, essere salutare, un’eccessiva rischia di portare al collasso emotivo ed energetico. Lo stress da lavoro, infatti, è altamente pericoloso per la salute.
Occorre precisare che esistono due differenti forme di stress:
- Eustress: attivazione fisiologica e psichica in atto durante situazioni di emergenza. Essa consente di dare il meglio di noi dal punto di vista di concentrazione, attenzione ed investimento risorse per raggiungere un obiettivo. Il fenomeno rimane quindi circoscritto in una porzione limitata di tempo;
- Distress: stress prolungato, acuto e costante, che comporta una sofferenza psico-fisica. Essa si manifesta, oltre che con sintomi somatici, con paura, ansia, insicurezza e timore di perdere il controllo.
Quando parliamo di stress da lavoro ci riferiamo solitamente a questa seconda casistica. L’attivazione deriva la maggior parte delle volte da eventi traumatici quali:
- cambiamento radicale e spiacevole;
- perdita del lavoro;
- fine di una relazione affettiva;
- lutto;
- diagnosi di una malattia importante;
Talvolta però, anche i cambiamenti che ciascuno di noi sceglie consapevolmente, come ad esempio un nuovo lavoro, hanno influenza patogena. Tutto dipende dal significato che attribuiamo a questi eventi e alle modalità messe in atto per affrontarli.
I principali sintomi
Lo stress da lavoro si riconosce da alcuni sintomi che derivano da una condizione di stress cronico persistente, associato al contesto lavorativo
- affaticamento: senso di esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale e perdita delle energie;
- improduttività: atteggiamento di distacco mentale dalle proprie mansioni lavorative;
- disinteresse: ridotta realizzazione personale e percezione della propria inadeguatezza lavorativa;
- ridotta efficacia professionale: percezione di minor efficienza nonostante l’impegno sia sempre alto;
- demotivazione: difficoltà a portare a termine i compiti, distacco e riduzione dell’interesse verso il proprio lavoro;
- delusione, logoramento e difficoltà nelle relazioni con colleghi e clienti;
- prostazione: resistenza o ansia all’idea dell’andare al lavoro ogni giorno;
- difficoltà di concentrazione e senso di colpa, fallimento, rabbia e risentimento;
- agitazione, irritabilità e nervosismo e preoccupazione costante;
- insonnia, stanchezza, tachicardia, sudorazione eccessiva, tensioni muscolari, tremori, vertigini e senso di soffocamento.
Il lavoratore che ne è soggetto percepisce uno squilibrio tra richieste-esigenze professionali e risorse disponibili e si sente:
- insoddisfatto e prostrato dall’attività quotidiana;
- distaccato a livello mentale dal proprio impiego;
- nutre atteggiamenti di indifferenza, malevolenza e cinismo verso i destinatari dell’attività lavorativa.
Il fenomeno non va di certo sottovalutato. Demoralizzazione e negatività, infatti, possono sfociare in depressione e in altri disturbi più complessi da affrontare.
Motivazioni e variabili individuali
Lo stress da lavoro è caratterizzato da un rapido decadimento delle risorse psicofisiche e da un peggioramento delle prestazioni professionali. Non si manifesta quasi mai in modo improvviso, ma è il risultato di un processo graduale. Ritmi intensi, richieste pressanti, responsabilità lavorative, infatti, determinano un grande investimento di energie e risorse che, nel tempo, provoca la comparsa di questa forma di esaurimento.
Per comprendere a pieno il fenomeno devono essere prese in conto molte variabili:
- fattori socio-demografici quali età, stato civile e differenza di genere;
- caratteristiche di personalità:autoritarie, introverse ed impressione di essere indispensabili;
- fattori socio-ambientali e lavorativi negativi;
- aspettative connesse al ruolo;
- carico eccessivo di lavoro;
- valori contrastanti tra individuali ed aziendali: scelta tra ciò che si vuole fare e ciò che, invece, si deve fare;
- attività inadeguate rispetto alle competenze o aumento di responsabilità, senza giusta compensazione;
- difficili relazioni con colleghi o clienti;
- politiche sanitarie e di sicurezza inadeguate;
- bassi livelli di supporto ai lavoratori;
- comunicazione e gestione insufficiente, compiti e obiettivi poco chiari;
- orari inflessibili e scadenze irrealistiche;
- mancato riconoscimento sia sociale, che economico del risultato;
- presenza di rischi alti, come per i soccorritori o gli agenti di pubblica sicurezza;
- molestie psicologiche e mobbing.
Come gestire in modo ottimale lo stress da lavoro
Ai giorni nostri l’impegno lavorativo necessario è così alto da rischiare di sfociare in episodi di collasso. Il problema deriva dalla risposta del singolo ad una situazione professionale percepita come logorante dal punto di vista psicofisico.
Per superare gravi episodi e duraturi nel tempo di stress da lavoro è necessario affidarsi ad un professionista e sviluppare strategie comportamentali o cognitive
Gli approcci sono diversi tra loro e comprendono:
- psicoterapia cognitivo comportamentale tramite incontro individuale: atto per favorire una maggiore consapevolezza del problema. Il soggetto deve riconoscere i fattori responsabili dello sviluppo dell’esaurimento psicofisico. Inoltre, è necessario comprendere le relazioni esistenti tra il comportamento personale, il proprio vissuto ed il contesto di vita e lavorativo;
- organizzativo: modifica del comportamento, degli atteggiamenti e delle abitudini lavorative. Successiva adozione di misure differenti utili a contrastare lo stress nella quotidianità;
- psicologico: favorire un adeguato esame di realtà; ripristinare le funzioni dell’individuo e ridurre le difficoltà sociali, cognitive e psicologiche.
Lo stress da lavoro può anche essere affrontato chiedendo sostegno al reparto risorse umane, l’ufficio competente dell’azienda o ai propri familiari
Se si interviene tempestivamente si può evitare l’innesco di meccanismi più radicati e, di conseguenza complicati da eliminare. Favorire il superamento degli episodi sintomatici in modo costruttivo per giungere ad un nuovo equilibrio.
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