Startup: crescono gli investimenti venture capital in Italia
I venture capital in Italia hanno superato i 2 miliardi di euro nel 2022. Start up del settore di innovazione e tecnologia made in Italy hanno ottenuto un alto numero di investimenti che fanno ben sperare per il futuro.
I venture capital provengono non solo da investitori italiani, ma anche stranieri, rendendo il nostro Paese una nuova meta per coloro che credono nel miglioramento delle tecnologie. Tra le aziende che hanno ricevuto maggior credito troviamo Satispay con ben 320 milioni di euro.
Ma perché i venture capital sono così rilevanti? E cosa significa per il nostro Paese questo incremento? Continua a leggere i prossimi paragrafi per aver risposta a tutte le tue domande.
Start up e Venture capital: perché sono importanti?
Il termine “Start up” è ormai entrato nel nostro vocabolario comune e indica le nuove imprese, solitamente del settore tecnologico e informatico. Le startup portano con sé l’idea di novità, giovinezza e propensione verso il futuro.
La fase di “start up” di un’azienda è quella iniziale, caratterizzata da poco personale, pochi uffici (sempre che ci siano) e soprattutto poco capitale: il prodotto è appena stato delineato, si presuppone che possa avere successo e conquistare una grossa fetta di mercato, ma non essendo mai stato lanciato prima, non si ha la certezza del suo successo. A differenza delle imprese esistenti da lungo tempo e ben consolidate, quindi, sono caratterizzate anche dall’incertezza e dalla precarietà. Non a caso molte startup, infatti, falliscono.
Eppure, le start up sono la fonte di innovazione di un Paese, mettono in gioco progetti, invenzione e le intelligenze dei propri fondatori e creatori. Lo Stato prevede alcuni investimenti a favore delle sart up, ma che non superano i 5 anni di durata. Per questo motivo i venture capital diventano essenziali affinché una start up possa sperare di sfondare.
I venture capital non sono altro che fondi a lungo termine investiti in attività ad alto rischio, come le start up, da parte di investitori privati. Senza i venture capital molte startup ad alto potenziale rischiano il fallimento non riuscendo a raggiungere la solidità economica nonostante i fondi pubblici.
Nel 2022 si è potuto notare un decisivo aumento dei venture capital a favore delle start up italiane site nel nostro Paese, dando una forte spinta all’innovazione tecnologica nostrana, a discapito delle start up italiane stanziate all’estero.
Le aziende più finanziate nel 2022
È stato calcolato che durante lo scorso anno sono stati investiti più di 2 miliardi di euro nelle start up e scale up (le imprese che erano start up e che sono riuscite a passare alla fase successiva mirando alla crescita e all’espansione). Per l’esattezza sono stati 2 miliardi e 480 milioni, e mostrano un incremento decisivo rispetto al 2021.
I settori che maggiormente hanno beneficiato di questi investimento sono:
- smart city: le tecnologie che migliorano e rendono “smart” la città, a beneficio degli abitanti e dell’ambiente
- sviluppo software: specializzato nella creazione e miglioramento dei programmi informatici e tecnologici
- deeptech: letteralmente “tecnologia profonda” è il settore che si occupa di innovazione e ideazione tecnologia nel senso più ampio del termine.
Osservando i dati possiamo vedere che le aziende che hanno ricevuto maggiori investimenti sono le start up italiane che hanno sede in Italia a discapito di quelle con sede all’estero e i capitali non sono soltanto di investitori nazionali, ma anche stranieri. Questo dato è piuttosto interessante: indica che l’Italia si mostra come un Paese in grado di innovare il settore tecnologico e dall’alto potenziale, per cui vale la pena investire in esso. Gli investimenti stranieri rappresentano ad oggi quasi la metà degli investimenti totali.
Le aziende che hanno ottenuto maggior venture capital sono
- Satispay: l’impresa italiana che ha creato e gestisce l’applicazione che porta lo stesso nome conosciuta per la facilità con cui consente di concludere pagamenti e trasferimenti di denaro tramite canali digitali ha ottenuto 320 milioni di euro
- Newcleo: nata nel settembre del 2021, si propone di innovare l’energia nucleare per renderla sicura, pulita e sostenibile per l’uomo e l’ambiente conquista 300 milioni di euro
- Scalapay: l’applicazione che permette di pagare comodamente a rate qualsiasi prodotto in ogni negozio aderente (fisico oppure online) chiude con ben 212 milioni di euro
- Casavo: una piattaforma per vendere e comprare casa sfruttando il massimo della tecnologia ha raggiunto 100 milioni.
Le regioni con maggiori investimenti
Dove si trovano le start up italiane? E quali sono le regioni in cui sono stati investiti i maggiori venture capital? Rispondere a queste domande ci permette di avere una chiara visione di come funziona l’economia dell’innovazione in Italia e ci aiuta per vedere i cambiamenti futuri o le azioni da compiere per poter ulteriormente crescere e migliorare.
Come ci si poteva facilmente aspettare, la Lombardia è la regione che ha ottenuto i maggiori investimenti. In questa regione, e in particolare a Milano, trovano casa la maggior parte delle start up nostrane. Questo fenomeno è stato così forte nel tempo che quasi non si è dato credito a start up presenti sul resto del territorio.
Tuttavia le cose stanno cominciando a cambiare. Come si è potuto notare, anche Roma sta trovando il suo posto nel panorama delle start up nostrane, soprattutto in quanto riesce a dare spazio ad attività di diverso tipo: piccole start up del settore tecnologico, ma più di nicchia, e in grado di attirare un diverso tipo di capitale.
Dopo la Lombardia e il Lazio, seguono nella classifica delle regioni con maggiori investimenti: Piemonte; Emilia-Romagna; Campania con Liguria e Puglia a pari merito; seguite da Veneto, Calabria, Sicilia e Trentino Alto-Adige; Umbria e Friuli Venezia-Giulia e in fine Abruzzo e Sardegna.
Cosa si potrebbe fare per aumentare i venture capital?
Il 2022 si è rivelato un anno di forti incrementi di venture capital per il nostro Paese. Come abbiamo detto, gli investimenti stranieri hanno raddoppiato quelli italiani dando una forte spinta all’innovazione italiana. Tuttavia, bisogna ammettere che l’Italia si trova ancora molto indietro rispetto agli altri Paesi europei.
Andando a guardare nazioni come Francia e Germania, i 2,34 miliardi di euro conquistati sembrano ben poca cosa rispetto alla media di più di 11 miliardi della media Francese o 16 miliardi di quella tedesca. Pur festeggiando l’obiettivo raggiunto è, quindi, necessario capire quali sono gli attuali limiti e gli aspetti che possono essere migliorati per agevolare e spronare a ulteriori investimenti,
Un primo aspetto da considerare è la legislatura: attualmente tutto quello che concerne le start-up e gli investimenti risalgono a normative risalenti a circa un decennio fa. Il trascorrere del tempo ha fortemente mutato lo scenario dell’innovazione e delle aziende tecnologiche ed è quindi arrivato il momento di aggiornare anche la legislatura che le regola e che ne regola gli investimenti. Un’apertura verso l’estero e i suoi capitali sembra essere ad oggi una via da percorrere.
Il secondo aspetto riguarda la formazione dei futuri fondatori delle start-up e dei possibili investitori. Quello che si percepisce è la totale ignoranza in questo ambito dei giovani studenti, della scuola o dell’università che sia, e quando si tratta di innovazione e investimenti ad alto rischio come nei venture capital, la formazione e l’informazione sono essenziali. Inoltre, non conoscerne le potenzialità e gli strumenti danneggia fortemente il nostro Paese che si priva in questo modo di una mentalità fresca, curiosa e aperta verso il futuro.
Un altro tasto dolente emerso negli anni è la quasi assenza di start up fondate o gestite da donne: vanno quindi presi in analisi degli interventi che le favoriscano. Interventi di natura legislativa, economica e soprattutto formativa.