Spoonerismo, non solo gioco di parole
Hai mai sentito parlare dello spoonerismo? Con questo termine derivante dall’inglese si intende quel gioco di parole che consiste nello scambio di suoni, di solito quelli iniziali, tra due parole.
Talvolta da questa trasposizione sonora si generano parole di senso compiuto ma, molto spesso, si originano termini che non esistono e che possono far sorridere. Lo spoonerism, per utilizzare il termine anglosassone, viene utilizzato come esercizio di potenziamento in caso di dislessia. Questo semplice gioco di parole aumenta infatti la consapevolezza fonologica. Tuttavia, esistono anche casi in cui, mentre si parla, si verifica un lapsus linguistico che genera la pronuncia errata di due parole consecutive tra loro.
Si può parlare, in questo caso, di un vero e proprio disturbo linguistico?
Cerchiamo di fare chiarezza.
Cos’è lo spoonerismo
Per rispondere alla nostra domanda, dobbiamo però partire dalle basi, cercando di capire con più esattezza cos’è lo spoonerismo.
Questo particolare gioco di parole prevede una trasposizione sonora. In sostanza vengono invertiti i suoni, di solito quelli iniziali, di due parole. Esistono comunque anche giochi di parole più complessi, che coinvolgono intere frasi e prevedono lo scambio di suoni tra più di due parole.
Ad esempio “cassa” e “forte” diventano “carte” e “fossa” se il compito prevede lo scambio sillabico. Possono, oltre, diventare “fassa” e “corte” se si scambia solamente il fonema iniziale.
Ma si parla di spoonerismo anche quando, nel parlato, un soggetto scambia erroneamente parti di parole o frasi, che siano sillabe o consonanti.
Lo spoonerismo non va comunque confuso con il malapropismo. In questo secondo caso, viene utilizzata una parola errata per esprimere un concetto.
Spoonerism, le origini: la storia di William Archibald Spooner
Il termine spoonerismo fu coniato grazie a William Archibald Spooner.
Preside e docente del New College all’Università di Oxford, Spooner era noto perché, mentre parlava, scambiava spesso tra loro parti di parole diverse. Di conseguenza, nel corso di lezioni e riunioni, spesso effettuava questi scambi, dando origine a delle frasi mal pronunciate o poco comprensibili.
Lo spoonerismo in diagnosi e trattamento della dislessia
Lo spoonerismo non è un semplice gioco di parole fine a se stesso. Infatti, viene utilizzato per la diagnosi, ma anche per il potenziamento, nel caso dei DSA e della dislessia.
Questo disturbo specifico dell’apprendimento causa una minore correttezza e rapidità nelle abilità di lettura rispetto a quanto ci si aspetta sulla base dell’età anagrafica.
Tra le prove per valutare l’eventuale presenza o meno di dislessia, figura anche il compito di spoonerismo di Marotta et al. (2008), che serve per valutare la consapevolezza fonologica del soggetto.
Il compito è abbastanza semplice: l’esaminatore legge due coppie di parole e chiede al soggetto esaminato di invertire i fonemi iniziali. Il computo è a tempo: il bambino ha un massimo di 60 secondi per dare la sua risposta. Il punteggio finale del test è dato dalle risposte corrette e dal tempo totale impiegato.
Oltre che per la diagnosi, come detto, spesso lo spoonerismo viene proposto ai soggetti dislessici per il potenziamento delle competenze fonologiche.
Il gioco “scambia l’iniziale” non è altro che un esempio di spoonerismo, e ricalca esattamente il test di Marotta che abbiamo appena analizzato. Vengono fornite al bambino due parole, chiedendogli di crearne due nuove scambiando i suoni iniziali.
È possibile chiedere al bambino di scambiare sia il fonema iniziale, sia la sillaba: il compito, insomma, può essere adattato al singolo.
Consapevolezza fonologica e spoonerismo
Oltre che per la dislessia, lo spoonerismo è spesso utilizzato per lo sviluppo delle competenze fonologiche nei bambini tra i 5 e i 7 anni.
È a questa età, infatti, che i piccoli acquisiscono maggiore consapevolezza in merito ai suoni delle parole. Giochi e attività legate alla fonologia sono molto utili perché, grazie alle abilità fonologiche, i bambini potranno approcciarsi alla letto-scrittura con successo.
Non a caso, tra i prerequisiti delle abilità di lettura e scrittura figurano, per l’appunto, le abilità meta-fonologiche, cioè quelle abilità che ci permettono di pensare e ragionare sul linguaggio stesso, non solo di usarlo.
Tra le competenze fonologiche rientra anche la consapevolezza analitica, ossia la capacità di riflettere e ragionare in modo consapevole sui suoni più piccoli del linguaggio parlato, cioè i fonemi.
Questa consapevolezza non è innata, ma si sviluppa quando i bambini iniziano a imparare a leggere e scrivere (cioè con la scolarizzazione). Infatti, è legata alla conoscenza del codice alfabetico, cioè al fatto che ogni suono della lingua parlata corrisponde a una lettera o combinazione di lettere nella lingua scritta.
Lo spoonerismo è possibile solamente nella fase in cui il bambino acquisisce la consapevolezza analitica.
La pronuncia errata dei suoni è un disturbo linguistico?
Nella vita quotidiana, capita talvolta di scambiare i suoni di due o più parole. In questo caso, lo spoonerismo non è un gioco di parole consapevole, ma un fenomeno che si può manifestare per diverse motivazioni. Tuttavia, non possiamo assolutamente definire lo spoonerismo come un vero e proprio disturbo del linguaggio.
Talvolta, può derivare da un semplice lapsus linguistico: non è dunque un campanello d’allarme o qualcosa di preoccupante.
Non mancano comunque i casi in cui frequenti fenomeni di spoonerismo nel linguaggio parlato sono legati a problematiche di tipo differente.
Quando la trasposizione sonora deriva da nervosismo e distrazione
Se occasionale, quindi, lo spoonerismo nel linguaggio parlato non dovrebbe destare preoccupazioni.
Talvolta questo fenomeno può derivare da stanchezza, nervosismo, stress o distrazione. Non dovrebbe stupire, dunque, se si manifesta in una persona molto stanca.
Lo stress è infatti in grado di incidere sulla produzione e sull’elaborazione linguistica.
Spoonerismo come campanello d’allarme
D’altra parte, se lo spoonerismo è frequente, potrebbe essere indice di alcune problematiche di tipo linguistico. Nei soggetti giovani, ad esempio, potrebbe essere indice di disturbi dell’elaborazione fonologica e di un disturbo di linguaggio.
Non mancano poi i casi in cui fenomeni di spoonerism si manifestano in soggetti con afasia o problematiche di tipo neurologico.
Ribadiamo, comunque, che di per sé questo fenomeno non è assolutamente un disturbo linguistico.