Specializzazioni mediche: gruppi di esperti per individuare fabbisogni
Sono ufficialmente al lavoro i gruppi di esperti nati per trattare temi “caldi” al mondo delle specializzazioni mediche. Al centro dei tavoli di riflessione ci sono le esigenze degli specializzandi. L’obiettivo è quello di creare una check list che possa migliorare la quotidianità degli studenti. Dall’analisi dei dati nazionali, a quella delle criticità, vediamo nel dettaglio come lavorano questi gruppi di esperti.
Un progetto del MUR per le specializzazioni mediche
L’analisi del fabbisogni degli specialisti in medicina è un impegno concreto del MUR. Per questo ha istituito un gruppo di lavoro operativo da gennaio 2023. Sono stati inseriti in agenda temi come la necessità di identificare le specializzazioni.
Il 7 luglio si sono ufficialmente ripresi i lavori. L’idea è quella di rendere l’impegno il più funzionale possibile. In programma ci sono più fasi di studio che dovranno far emergere le esigenze specifiche di ogni specializzazione.
La seconda fase di indagine
La seconda fase dell’indagine nasce da una attenta analisi dei dati regionali. È infatti evidente che in Italia gli specializzandi medici sono meno rispetto all’effettiva richiesta del Servizio Sanitario Nazionale. Ci sono poi dei fondi che a oggi non risultano assegnati a causa di rinunce o di abbandoni. La priorità del gruppo di lavoro è quella di cercare delle soluzioni alle tante questioni messe sul tavolo. Come mai alcune specializzazioni mediche come virologia o medicina d’urgenza non vengono quasi mai scelte dai futuri medici?
L’importanza della spinta vocazionale nella scelta delle specializzazioni mediche
Con il mese di gennaio 2023 ha preso il via un lungo percorso di riflessione e lavoro su temi importanti per la futura sanità. La riflessione riguarda gli specializzandi e le loro scelte future. Il MUR guarda alle esigenze del nostro Sistema Sanitario Nazionale ma anche alla spinta vocazionale degli specializzandi. I dati regionali parlano di un numero troppo basso di specialisti medici per le effettive esigenze. Per questo è importante non solo incentivare la motivazione personale ma anche ridurre gli abbandoni.
I bisogni degli specializzandi
Secondo Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, bisogna superare un sistema diffuso che alimenta anche gli abbandoni da parte degli studenti. Il numero chiuso crea non pochi problemi pratici e frustrazioni. Zaia sostiene che il valore di un buon medico si debba valutare solo sul campo. I test a crocette non possono essere sufficienti. Ha inoltre espresso soddisfazione per l’istituzione di una commissione che studi la possibilità di abolire il numero chiuso a Medicina.
Specializzazioni mediche: un sistema da rivedere
Se giudicato in base alla carenza di medici del nostro paese, lo sbarramento del numero chiuso non appare funzionale. D’altro canto mantenendo attivo questo sistema si rischia di tenere fuori giovani che potrebbero invece diventare ottimi specialisti. Lo stesso sistema a sbarramento limita anche gli accessi alle Scuole di specializzazione. Il risultato è una evidente carenza di pediatri, chirurghi e anestesisti. Risulta infine necessario rilanciare alcune specializzazioni che di fatto sono poco attraenti per i giovani medici.
Cosa significa “accesso sostenibile” a Medicina?
Il gruppo di lavoro è istituito con un decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca. Si pone come obiettivo generale il fabbisogno dei medici e in particolare dei giovani medici. Quali sono i margini di miglioramento del sistema universitario? Mai come in questo caso l’offerta formativa si ripercuote sulle future scelte di medici e specialisti. La commissione si impegna a individuare problemi e criticità ma anche a proporre soluzioni percorribili. Il gruppo di lavoro coinvolge anche il Ministero della Salute e la Conferenza delle Regioni. Al vertice c’è Eugenio Gaudio, ordinario dell’Università La Sapienza di Roma.
Il parere del Ministro del MUR
Anna Maria Bernini, Ministro del Ministero dell’Università e della Ricerca, ha preso atto delle carenze di personale medico messe in evidenza dalla pandemia. Sostiene però che la soluzione non possa essere quella di abolire il numero chiuso. La questione è complessa e necessita di lunga e attenta riflessione. Del resto, sempre il Ministro sostiene che anche quella di introdurre il numero chiuso è stata a suo tempo una scelta necessaria. All’epoca c’era una evidente inflazione della professione medica e l’introduzione dello sbarramento ha permesso di concentrarsi sulla qualità dell’offerta didattica. Questa qualità ci è riconosciuta in tutto il mondo tanto che i medici italiani sono considerati in assoluto tra i più bravi e competenti.
Specializzazioni mediche: un tasso di occupazione superiore all’80%
Il Ministro pone l’attenzione sull’alto tasso di occupazione dei giovani medici specializzati. Si parla dell’83%. Anche il dato relativo agli abbandoni durante il percorso di studi non sembra preoccupante: è un 2% quello che lascia tra il primo e il secondo anno. Resta però il paradosso del confronto tra le centinaia di ragazzi rimasti esclusi a causa del test di ingresso. In secondo luogo quella che è ormai una cronica carenza di personale medico. La soluzione potrebbe essere quella di coordinare di più i percorsi accademici. Il meccanismo deve modificarsi e rispondere di più ai bisogni effettivi della Sanità nazionale. Al centro di tutto ci dovrebbe essere la meritocrazia che va incoraggiata in tutti i modi.
Per concludere
Siamo arrivati alla fine di questa attenta riflessione sulle specializzazioni mediche. Sono emerse problematiche al centro dell’indagine di esperti. Il fabbisogno del paese deve essere messo al centro anche di fronte alle scelte degli studenti. Bisogna coinvolgere anche altri corsi di laurea come Farmacia e Biotecnologie. Senza dimenticare l’assoluta necessità di mantenere gli attuali standard formativi. Le collaborazioni tra i vari corsi di laurea e il mondo del lavoro permetteranno di migliorare la situazione fermo restando il numero chiuso. Nessun obiettivo può infatti essere conseguito senza una pianificazione che tenga conto di tutti i margini di miglioramento.