Istituti Tecnici Superiori e riforma ITS: la legge nr 121 in pillole
In data 22 Agosto 2024 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la nuova Riforma ITS, in procinto di prendere il via a partire dall’anno scolastico 2024 2025.
Analizziamo insieme al meglio le principali novità e a chi si rivolge!
Indice
Riforma ITS: le novità 2024/2025
La riforma ITS, ossia la Legge 8 agosto 2024, n. 121, disciplina l’offerta formativa degli Istituti Tecnici Superiori prevedendo l’istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale è la seconda versione legislativa di un percorso normativo iniziato nel 2022.
In quest’ottica, l’anno scolastico 2024/2025 in partenza prevede alcune modifiche in forma sperimentale all’offerta formativa ed altre novità.
A livello generale, la legge contiene:
- riforma dei percorsi post diploma per formare tecnici specializzati: la nuova filiera formativa tecnologico-professionale prevede l’avvio di percorsi quadriennali, rilanciando i 4 anni al posto dei classici 5;
- modifica organizzazione, offerta formativa e nominativo di tali enti: i percorsi diventano parte integrante del sistema terziario di Istruzione tecnologica superiore e garantendo il rapporto diretto con i territori e i loro tessuti produttivi. Da Istituti Tecnici Superiori, inoltre, si passa al nome “ITS Academy”, ovvero Istituti Tecnologici Superiori.
- ampliamento di obiettivi, in linea con i dettami del PNRR: potenziare e ampliare la formazione professionalizzante di tecnici superiori con competenze tecnologiche e tecnico-professionali e contribuire alla diffusione di tecnologia, cultura scientifica e green. Di conseguenza, inoltre, tutto ciò permetterà di sostenere le misure per lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo italiano.
Offerta formativa
Come abbiamo accennato precedentemente, la riforma ITS prevede un’offerta didattica differente. Nello specifico:
- con riferimento alle specifiche aree tecnologiche definite dal decreto;
- finalizzata alla formazione di elevate competenze nei settori strategici per lo sviluppo del Paese;
- coerente con l’offerta lavorativa dei rispettivi territori e con transizione ecologica, infrastrutture per la mobilità sostenibile e sicurezza digitale;
- rafforzando altresì le materie di base.
In attesa dei decreti attuativi previsti a breve, per ora si sa che i nuovi percorsi formativi ITS verranno suddivisi in due livelli a seconda dell’European Qualification Framework (EQF):
- 5°: biennale, suddiviso in quattro semestri per un totale 1.800 ore tra attività teorica, pratica e di laboratorio;
- 6°: triennale, suddiviso in sei semestri, per un totale di 3.000 ore di formazione tra attività teorica, pratica e di laboratorio.
Inoltre, le aree tecnologiche su cui si concentrerà la formazione saranno:
- efficienza energetica
- mobilità sostenibile
- nuove tecnologie della vita e per il made in Italy
- tecnologie innovative per i beni, le attività culturali, l’informazione e la comunicazione
L’iscrizione è aperta a chi è in possesso di diploma di scuola secondaria di secondo grado o quadriennale di istruzione e formazione professionale. Necessario, inoltre, anche un certificato di specializzazione dei corsi di istruzione e formazione tecnica di almeno 800 ore.
Il ruolo differente dedicato alle imprese
La riforma ITS prevede che, al termine del percorso, la consegna agli studenti il diploma di specializzazione (basica o superiore) per le tecnologie applicate. Si tratta di certificazioni valide sull’intero territorio nazionale che permettono anche l’accesso a concorsi pubblici e per esercitare la carriera di insegnante tecnico-pratico.
In preparazione al mondo del lavoro, ben il 60% dell’attività formativa sarà svolta da docenti provenienti dal mondo del lavoro. Previsti, inoltre, stage aziendali e tirocini formativi in Italia o all’estero obbligatori per almeno il 35% della durata dell’orario complessivo del percorso ITS.
L’ulteriore novità prevista per avvicinare il mondo accademico con quello professionale è il credito d’imposta al 30% previsto per le aziende che decidono di investire negli ITS. Tale credito, inoltre, sale al 60% nel caso in cui l’erogazione avvenga in province in cui il tasso di disoccupazione è superiore a quello medio nazionale.
Infine, verrà rafforzato anche il percorso di monitoraggio dei percorsi ITS. Esso sarà svolto infatti da ben tre enti:
- ministero dell’Istruzione;
- ministero dell’Università e della ricerca;
- enti pubblici per le attività di valutazione della formazione superiore.
Questa misura, insieme all’istituzione di un comitato di consulenza e proposta, ha lo scopo finale di raccogliere elementi sui fabbisogni delle figure professionali di tecnici superiori nel mercato contemporaneo.
La possibilità di un finanziamento stabile
Grazie alla riforma ITS, gli Istituti Tecnici Superiori avranno la possibilità di godere di un finanziamento stabile. Si tratta di:
- 1,5 miliardi di euro: il maxi finanziamento previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);
- 48,35 milioni di euro: finanziamento stabile per gli ITS previsto dal Fondo per l’istruzione tecnologica superiore istituito dal ministero dell’Istruzione, a partire da quest’anno e previsto anche per i successivi.
Grazie a tutto ciò, sarà possibile a partire da quest’anno:
- realizzare dei percorsi formativi;
- potenziare dei laboratori e delle infrastrutture tecnologicamente avanzate;
- dotare di borse di studio;
- migliorare il sistema dedicato all’orientamento dei giovani e delle loro famiglie.
Il testo del provvedimento ridefinisce infine la governance degli Istituti, presentando novità importanti per il loro sviluppo.
Come abbiamo analizzato insieme, la riforma ITS prevede di potenziare in larga scala il sistema terziario di Istruzione tecnologica superiore fornendo:
finanziamenti stabili, nuove aree tecnologiche e un maggiore ruolo per le imprese.
La sua entrata in vigore ufficiale è prevista in data 6 Settembre 2024.
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