Appello dei rettori alle attuali proteste universitarie
I rettori degli Atenei In Italia, si sono riuniti per deliberare sulle proteste nelle università in un incontro con il ministro Bernini presso la sede della CRUI.
Andiamo all’origine della problematica e scopriamo insieme di cosa si è discusso e quali decisioni sono state prese.
Proteste all’Università: cosa sta succedendo?
Ultimo tra gli eventi, il corteo dei collettivi La Sapienza, a Roma. I ragazzi sono scesi in piazza a sventolare la bandiera della Palestina contro la complicità della Sapienza con Israele. La polizia, a detta del collettivo autore dell’occupazione del rettorato, avrebbe impedito agli studenti di entrare nel Rettorato occupato per l’assemblea studentesca.
In risposta, la polizia, in assetto antisommossa ha reagito con spintoni e manganellate.
Proteste all’Università: Atenei come luogo di dialogo
Ad oggi, il clima di repressione nel Paese contro chi alza la voce contro i crimini di Israele è sotto gli occhi di tutti. Certo è però che le Università non sono zone franche dove si possono mettere in atto intimidazioni. E spesso, la violenza imposta da alcuni collettivi contro la comunità accademica, è intollerabile. In quest’ottica le principali vittime diventano gli studenti stessi, mentre le Università dovrebbero rimanere per loro natura dei luoghi di dialogo.
Per analizzare la situazione proteste all’Università è stata dunque indetta una riunione tra rettori italiani e la ministra Bernini.
L’idea presentata, quella di limitare l’accesso agli spazi universitari, è stata però bocciata in quanto l’Università è un luogo in cui tutti possono esprimersi.
Gli atenei devono restare un luogo di libertà dove tutti possono esprimere le proprie opinioni, nei limiti della correttezza e della democrazia.
È infatti necessario ascoltare tutti, permettere di discutere e collaborare per un confronto che sia costruttivo. L’importante è che le opinioni siano riportate ragionevolmente e venga ripudiata la violenza.
Resta comunque evidente che il momento storico che stiamo vivendo, per la sua drammaticità, sia carico di tensione. Ad ogni modo, per ora ricerca e partnership con le università israeliane rimane.
Cosa dice la CRUI
- impegno ad adottare buone pratiche orientate alla preservazione del diritto di esprimere qualunque opinione all’interno degli spazi universitari;
- rispetto del confronto culturale, vivere civile e valori fondanti della Costituzione della Repubblica;
- dialogo adatto a generare e trasmettere il sapere, fondato sul confronto, fra tesi diverse.
Cos’ha fatto finora il ministro Bernini
- diritto allo studio: l’obiettivo è di garantire pari accesso all’istruzione. Aumenteranno quindi il valore delle borse di studio e il numero di posti letto per gli studenti;
- orientamento: per ridurre il tasso di abbandono degli studi e aiutare compiere scelte coerenti con le proprie inclinazioni ed attitudini. Tenendo di certo anche conto delle esigenze del mercato del lavoro;
- riforma degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea: possibile grazie a una maggiore flessibilità e competenze multidisciplinari;
- aumento della mobilità: immissione in ruolo di insegnanti di un’età media più bassa di quella attuale;
- incremento delle borse di studio per i dottorati: per scongiurare la dispersione delle competenze nel nostro Paese;
- formazione di un’ecosistema nazionale di ricerca: sfruttare i fondi del Pnrr per rafforzare la rete fra università, enti e imprese;
- finanziamento dei 180 migliori dipartimenti: per favorire il merito e l’eccellenza;
- consolidamento del sistema di alta formazione artistica, musicale e coreutica per creare veri e propri politecnici delle arti.