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Proteste all’Università: appello perché restino luoghi di dialogo

Proteste all’Università: appello perché restino luoghi di dialogo

Proteste all’Università - appello perché restino luoghi di dialogo
  • Sara Elia
  • 12 Aprile 2024
  • News
  • 4 minuti

Appello dei rettori alle attuali proteste universitarie

I rettori degli Atenei In Italia, si sono riuniti per deliberare sulle proteste nelle università in un incontro con il ministro Bernini presso la sede della CRUI.

Andiamo all’origine della problematica e scopriamo insieme di cosa si è discusso e quali decisioni sono state prese.

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Proteste all’Università: cosa sta succedendo?

Le proteste all’Università, da quando è iniziata la guerra Israele e Palestina, stanno diventando sempre maggiori e con clima di tensione crescente.
 
Sempre più alti, infatti, i momenti di tensione tra studenti e forze di polizia.
Ultimo tra gli eventi, il corteo dei collettivi La Sapienza, a Roma. I ragazzi sono scesi in piazza a sventolare la bandiera della Palestina contro la complicità della Sapienza con Israele. La polizia, a detta del collettivo autore dell’occupazione del rettorato, avrebbe impedito agli studenti di entrare nel Rettorato occupato per l’assemblea studentesca.
 
I giovani hanno urlato “Vergogna vergogna!” e intonato cori contro Israele, le forze dell’ordine e la rettrice Antonella Polimeni.
In risposta, la polizia, in assetto antisommossa ha reagito con spintoni e manganellate.
 
La rettrice dell’ateneo è intervenuta rispondendo alle proteste, ribadendo la ferma condanna di ogni forma di violenza ed azioni illegali antidemocratiche. “L’Ateneo è disponibile, come sempre è stato, a portare in discussione eventuali istanze della Comunità studentesca. Queste devono però giungano in modo condiviso attraverso la propria rappresentanza negli Organi senza ledere o principi democratici, diritti e libertà altrui”.
 
Sostegno alla rettrice anche da parte del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Dopo quest’ultimo episodio si è resa evidente la necessità di indire una riunione per analizzare la situazione e prendere decisioni a proposito.

Proteste all’Università: Atenei come luogo di dialogo

Ad oggi, il clima di repressione nel Paese contro chi alza la voce contro i crimini di Israele è sotto gli occhi di tutti. Certo è però che le Università non sono zone franche dove si possono mettere in atto intimidazioni. E spesso, la violenza imposta da alcuni collettivi contro la comunità accademica, è intollerabile. In quest’ottica le principali vittime diventano gli studenti stessi, mentre le Università dovrebbero rimanere per loro natura dei luoghi di dialogo.

Per analizzare la situazione proteste all’Università è stata dunque indetta una riunione tra rettori italiani e la ministra Bernini.
L’idea presentata, quella di limitare l’accesso agli spazi universitari, è stata però bocciata in quanto l’Università è un luogo in cui tutti possono esprimersi.

Gli atenei devono restare un luogo di libertà dove tutti possono esprimere le proprie opinioni, nei limiti della correttezza e della democrazia.
È infatti necessario ascoltare tutti, permettere di discutere e collaborare per un confronto che sia costruttivo. L’importante è che le opinioni siano riportate ragionevolmente e venga ripudiata la violenza.

Resta comunque evidente che il momento storico che stiamo vivendo, per la sua drammaticità, sia carico di tensione. Ad ogni modo, per ora ricerca e partnership con le università israeliane rimane.

Cosa dice la CRUI

La Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) ribadisce che la violenza contraddice l’essenza stessa dell’università, sede naturale del pensiero critico.
 
La condanna per qualunque atto teso a silenziare con la prevaricazione l’opinione altrui è quindi ferma ed irrevocabile. Ed è proprio in quest’ottica che la CRUI ha comunicato un comunicato ufficiale in cui dichiara:
  • impegno ad adottare buone pratiche orientate alla preservazione del diritto di esprimere qualunque opinione all’interno degli spazi universitari;
  • rispetto del confronto culturale, vivere civile e valori fondanti della Costituzione della Repubblica;
  • dialogo adatto a generare e trasmettere il sapere, fondato sul confronto, fra tesi diverse.
Argomentare, non gridare né imporre idee ragionate è fondamentale per poter agire in una comunità, quale è quella universitaria. Evitare quindi la violenza, di tutti i tipi anche verbale. Pur essendo il clima teso è necessario spingere gli studenti ad un atteggiamento dialogante. Il boicottaggio delle università israeliane non servirebbe a nulla in quanto è necessario costruire dei ponti e non alzare barriere. 
 
Aperta, inoltre, una riflessione sul tema dell’antisemitismo per chiarire un concetto: criticare alcuni atti dell’attuale governo israeliano non è azione di antisemitismo né mancanza di rispetto della comunità ebraica. 

Cos’ha fatto finora il ministro Bernini

Il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini si è sempre impegnata fortemente per gli Atenei e le Università italiane.
 
Ad oggi, tra i principali interventi effettuati è necessario citare l’impegno in:
 
  • diritto allo studio: l’obiettivo è di garantire pari accesso all’istruzione. Aumenteranno quindi il valore delle borse di studio e il numero di posti letto per gli studenti;
  • orientamento: per ridurre il tasso di abbandono degli studi e aiutare compiere scelte coerenti con le proprie inclinazioni ed attitudini. Tenendo di certo anche conto delle esigenze del mercato del lavoro;
  • riforma degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea: possibile grazie a una maggiore flessibilità e competenze multidisciplinari;
  • aumento della mobilità: immissione in ruolo di insegnanti di un’età media più bassa di quella attuale;
  • incremento delle borse di studio per i dottorati: per scongiurare la dispersione delle competenze nel nostro Paese;
  • formazione di un’ecosistema nazionale di ricerca: sfruttare i fondi del Pnrr per rafforzare la rete fra università, enti e imprese;
  • finanziamento dei 180 migliori dipartimenti: per favorire il merito e l’eccellenza;
  • consolidamento del sistema di alta formazione artistica, musicale e coreutica per creare veri e propri politecnici delle arti.
Di certo, la situazione sulle proteste all’Università è un punto molto delicato da affrontare e risolvere al più presto. Stabilizzare il ruolo degli Atenei come luogo di scambio e dialogo costruttivo è fondamentale.
 
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