Proprietà industriale: firmato il decreto che rivoluziona il mondo dei brevetti
Proprietà industriale, cambia tutto per i brevetti: il nuovo decreto è stato firmato e prevede l’introduzione di moltissime novità.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ed il Ministero dell’Università e della Ricerca hanno riformulato le linee guida che, da adesso, saranno valide quando si parla di brevetti e ricerche.
Le novità sono contenute all’interno del decreto interministeriale che porta dunque sia la firma del MUR che quella del MIMIT. Grazie alle nuove introduzioni aziende, ma anche enti di ricerca e Università potranno finalmente lavorare insieme per introdurre nuove ricerche innovative.
Per scoprire come cambieranno i brevetti grazie al nuovo decreto sulla proprietà industriale, però, dovremo fare un doveroso passo indietro. In questo approfondimento scopriremo tutto sulla nuova legge, quali novità introduce, i cambiamenti che comporterà per università, IRCSS e imprese.
Cos’è la proprietà industriale
Ma, per comprendere la portata del nuovo decreto interministeriale ad opera di MUR e MIMIT, dobbiamo partire da qualche definizione. È di fondamentale importanza esaminare il concetto di proprietà industriale per comprendere le modifiche alla normativa che, tra le altre cose, influenzerà il mondo dei brevetti.
Con il termine “proprietà industriale” indichiamo non solo marchi, denominazioni, beni immateriali, modelli e invenzioni, ma anche segreti commerciali, topografie di prodotti, varietà vegetali scoperte per la prima volta.
Inoltre, il termine sta ad indicare anche tutta la normativa che regola le componenti appena analizzate. Normativa secondo la quale l’impresa o l’ente che detiene la proprietà ha pieno diritto al monopolio riguardante l’uso di una determinata invenzione. Di fatto, significa che chi la detiene può fruire in esclusiva del diritto di sfruttare invenzioni e beni non materiale.
Di conseguenza, ottenere la proprietà industriale di creazioni e/o invenzioni significa anche impedire ad altri soggetti, imprese o enti terzi di sfruttarle senza previa autorizzazione.
Il decreto interministeriale di MUR e MIMIT
Gran parte della normativa che serve a regolamentare la proprietà industriale è contenuta nel Codice della proprietà industriale datato 2005. Il Codice ha subito diverse modifiche dal 2005 fin ad oggi. E, come detto, anche il contenuto del decreto interministeriale a cura di MUR e MIMIT giocherà un ruolo fondamentale all’interno di tale normativa di riferimento.
In particolare, le modifiche al Codice sono in corso già dallo scorso mese di luglio 2023. In data 24 luglio 2023, infatti, è stata ufficialmente approvata la Legge n. 102/2023, atta a modificare il Codice della proprietà industriale.
Successivamente, sono stati pubblicati anche diversi decreti attuativi atti a rendere operative le modifiche previste. Innanzitutto, varie circolari. In ultimo, sono arrivate le linee guida stilate dal MUR e MIMIT, contenute nel già citato decreto interministeriale.
Grazie alle nuove linee guida contenute del decreto, per imprese, Università e enti che si occupano di ricerca sarà più semplice avviare collaborazioni.
La nuova regolamentazione della proprietà industriale consentirà infatti di accedere più agevolmente proprio alle informazioni su tale proprietà.
Le più importanti novità sulla proprietà industriale
In base alle disposizioni previste dalle nuove linee guida, molte saranno le novità che riguarderanno la proprietà industriale.
La prima che analizzeremo riguarda il cosiddetto professor’s privilege. Come chi si occupa di ricerca sa molto bene, generalmente era lo studioso o il ricercatore colui a cui veniva attribuita l’invenzione sviluppata. Gliene veniva cioè riconosciuta la paternità all’interno del brevetto collegato all’invenzione stessa.
Con la nuova normativa, tale privilegio decade. Non sarà più il ricercatore a detenere la paternità di un’invenzione, quanto piuttosto l’ente o l’Università presso cui egli lavora.
Ci saranno, ovviamente, anche dei casi in cui lo studioso potrà garantirsi la paternità di una invenzione. Questa evenienza è concessa in caso di inerzia. Se l’ente o l’Università manifesteranno inerzia, il ricercatore potrà tranquillamente attribuirsi la paternità dell’invenzione. Ma si tratta, in pratica, dell’unico caso previsto dalla nuova normativa relativa alla proprietà industriale.
Le ricerche commissionate
Altro cambiamento fondamentale riguarda le ricerche commissionate. Prima del decreto interministeriale, spesso si verificavano dei contenziosi. Non era infatti facile, nel caso in cui le ricerche venissero finanziate da enti diversi da quelli legati ad Università e ricerca, risolvere le problematiche relative all’eventuale sfruttamento industriale di un’opera brevettata.
Infatti, la precedente normativa non era sufficientemente chiara, e stabiliva che, in generale, in caso di ricerca finanziata in collaborazione con altri soggetti, era L’Università a detenere i diritti.
La proprietà industriale poteva diventare contitolare soltanto a mezzo di accordo tra le parti, o qualora fosse possibile dimostrare che l’invenzione derivasse da ricercatori appartenenti a tutte le parte coinvolte.
Ovvio, dunque, che si venissero spesso a creare delle situazioni di contenzioso. Adesso, invece, si potranno garantire gli interessi di tutte le parti coinvolte in una ricerca finanziata.
Spetterà al cosiddetto Articolo 65 il compito di disciplinare eventuali invenzioni nate dalle ricerche finanziate da parte delle imprese. In questo modo, università e imprese finanziatrici eviteranno il coinvolgimento in contenziosi.
Altre introduzioni normative
Alle due importantissime novità appena analizzate si affiancano altre introduzioni di altrettanta importanza. Si tratta di vere e proprie evoluzioni, che si inseriscono nell’ambito della complessa Riforma al Codice della proprietà industriale.
Innanzitutto, si potrà richiedere di beneficiare, su una stessa invenzione, sia del brevetto italiano che di quello estero. In altre parole, se con data identica di deposito, i due brevetti potranno coesistere.
Le nuove introduzioni, poi, mirano a lottare contro prodotti e invenzioni contraffatte.
Tutte le invenzioni, ma anche eventuali disegni e progetti che verranno presentati durante eventi fieristici, potranno finalmente ottenere protezione. Una protezione che sarà valida sia per eventi nazionali che internazionali.
Il futuro roseo della ricerca
Le novità in merito alla proprietà industriale e le modifiche ai brevetti legati alle invenzioni nascono dalla volontà tutta italiana di mantenere una certa competitività nell’ambito del vasto panorama europeo.
Uno degli intenti è quello di migliorare la competitività del nostro Paese migliorando la tutela della proprietà industriale.
Le nuove norme, infatti, favoriscono la collaborazione tra più enti e imprese. In questo modo, sarà possibile valorizzare e potenziale l’innovazione. Inoltre, grazie alle nuove introduzioni il mondo della ricerca e dell’Università potrà avviare un dialogo positivo con e imprese produttive.
Solo dall’unione tra mondo della ricerca e mondo produttivo e concreto si arriverà alla vera e propria innovazione tecnologica.